L'amministrazione Trump ha approvato un finanziamento federale da 1 miliardo di dollari per il riavvio del reattore nucleare di Three Mile Island, in quella che si configura come una delle più significative operazioni di ripristino infrastrutturale nel settore energetico statunitense. I fondi provengono da un programma specificamente progettato per supportare il ripristino di impianti energetici esistenti, che evitino o riducano emissioni inquinanti e gas serra; il prestito rappresenta una svolta nell'approccio del governo federale verso il nucleare come fonte energetica per alimentare l'espansione dell'intelligenza artificiale e dei data center delle big tech.
Constellation Energy aveva annunciato nel 2023 l'intenzione di riportare in funzione il reattore Unit 1 dell'impianto, spenta dal 2019 per ragioni economiche legate alla competitività del gas naturale. Il progetto prevede un investimento complessivo di 1,6 miliardi di dollari, con il completamento dei lavori di rinnovamento previsto per il 2028. L'impianto è in grado di generare 835 megawatt, interamente destinati a Microsoft in base a un accordo ventennale.
Sebbene i termini economici del contratto tra Microsoft e Constellation restino riservati, analisti di Jefferies stimano che il colosso di Redmond potrebbe pagare tra 110 e 115 dollari per megawatt-ora nel corso dei vent'anni di fornitura. Si tratta di un costo significativamente inferiore rispetto alla costruzione ex novo di una centrale nucleare, ma al tempo stesso è decisamente più alto rispetto alle fonti rinnovabili tradizionali come eolico, solare e geotermico, secondo i dati comparativi di Lazard.
L'interesse del settore tecnologico verso l'energia nucleare ha registrato un'impennata negli ultimi mesi, direttamente correlata all'esplosione dei consumi energetici legati all'addestramento e all'inferenza dei modelli di intelligenza artificiale. Meta, diretta concorrente di Microsoft, ha siglato durante l'estate un accordo separato con Constellation per acquisire gli "attributi di energia pulita" di un impianto da 1,1 gigawatt in Illinois, segnalando una tendenza diffusa tra le big tech.
È fondamentale chiarire che il reattore oggetto del riavvio è l'Unit 1, commissionato nel 1974 e operativo fino al 2019, non la famigerata Unit 2 protagonista del meltdown del 1979 che rimane uno degli incidenti nucleari più gravi nella storia degli Stati Uniti. L'Unit 1 fu dismesso per ragioni puramente economiche quando la produzione di elettricità da gas naturale divenne più conveniente, non per problemi di sicurezza o operativi.
Il precedente più recente del Loan Programs Office include un finanziamento da 1,6 miliardi di dollari finalizzato il mese scorso ad American Electric Power per l'ammodernamento di circa 5.000 miglia di linee di trasmissione, dimostrando la continuità operativa del programma attraverso diverse amministrazioni. Il caso Three Mile Island si inserisce in questa strategia di supporto federale alle infrastrutture energetiche critiche, con l'elemento distintivo dell'alimentazione diretta di carichi computazionali ad alta intensità come quelli richiesti dai servizi cloud e dai workload di machine learning.
La prospettiva di vedere reattori nucleari dedicati esclusivamente a data center fa nascere diverse domande sulla sostenibilità economica e ambientale dell'espansione dell'IA. Mentre il nucleare offre generazione di energia stabile e carbon-free, il costo maggiore rispetto alle rinnovabili con possibilità di accumulo potrebbe influenzare le decisioni future delle tech company, specialmente in un contesto europeo dove i costi energetici e le normative ambientali impongono valutazioni ancora più stringenti sulla redditività di lungo termine di queste partnership.