In un panorama digitale sempre più interconnesso, la minaccia invisibile dei cookie rubati si sta trasformando in un fenomeno allarmante con potenziali ripercussioni devastanti sulla sicurezza online degli utenti. Un'indagine approfondita condotta da NordVPN (qui un'ottima offerta su Amazon) ha portato alla luce una realtà inquietante: circa 94 miliardi di cookie sottratti circolano attualmente nel dark web, creando un ecosistema criminale florido e pericoloso. Questi piccoli file di informazioni, generati dai server web e inviati ai browser durante la navigazione, rappresentano una porta d'accesso privilegiata per i cybercriminali, che possono sfruttarli per compromettere account, rubare identità digitali e accedere a informazioni sensibili senza la necessità di conoscere le credenziali delle vittime.
Il fenomeno risulta in crescita rispetto all'anno precedente, quando il totale globale si attestava a "soli" 54 miliardi di cookie trafugati. La situazione è particolarmente preoccupante nel Regno Unito, dove milioni di cookie appartenenti a consumatori britannici sono stati esposti sul dark web nel corso del 2024. Fortunatamente, non tutti i cookie rubati mantengono la loro efficacia nel tempo, con una percentuale relativamente bassa che rimane attiva dopo il furto.
Dei 94 miliardi di cookie identificati nella ricerca, quasi la metà (42 miliardi) proviene da Redline, un malware infostealer tristemente noto per la sua efficacia. Tuttavia, solo il 6,2% di questi risulta ancora attivo, suggerendo una vita utile relativamente breve per la maggior parte dei cookie rubati. Simili percentuali di attività si riscontrano per i cookie sottratti da Vidar (7,2% su 10,5 miliardi) e LummaC2 (6,5% su 8,8 miliardi), un servizio infostealer più recente ma già prolifico.
A distinguersi nel panorama è CryptBot, che pur avendo sottratto "solo" 1,4 miliardi di cookie, mostra un'efficienza straordinaria: ben l'83,4% di questi risulta ancora attivo e utilizzabile. Questo dato mette in evidenza non solo la quantità, ma anche la qualità e la persistenza delle minacce informatiche contemporanee, con alcuni strumenti di attacco che dimostrano capacità tecniche particolarmente avanzate.
L'analisi dei dati contenuti nei cookie rubati rivela informazioni particolarmente preoccupanti sulla tipologia di informazioni sottratte. I ricercatori hanno identificato che le parole chiave più comuni all'interno di questi file sono "ID" (presente in 18 miliardi di cookie), "session" (1,2 miliardi), "Auth" (292 milioni) e "login" (61 milioni). Questa concentrazione su credenziali e dati di autenticazione non è casuale: i cookie di sessione attivi rappresentano un vero e proprio tesoro per i criminali informatici.
Come avvertono gli esperti di NordVPN:
"I cookie possono sembrare dolci, ma a volte possono lasciare un sapore amaro. La verità è che anche i cookie apparentemente più insignificanti possono causare molti danni a te o alla tua azienda. Una volta aperta una porta, non è così difficile aprirne altre. I cookie di sessione, specialmente quelli attivi, sono una miniera d'oro. Permettono agli attaccanti di bypassare completamente le pagine di login".
Le conseguenze di questo mercato nero di cookie vanno ben oltre il semplice accesso non autorizzato agli account. Gli aggressori possono sfruttare questi dati per prendere il controllo di profili social, aggirare l'autenticazione a due fattori, lanciare attacchi di ingegneria sociale o accedere a informazioni finanziarie sensibili. In un mondo dove la sicurezza digitale è sempre più centrale, la protezione dei dati di navigazione diventa quindi una priorità non più rimandabile.
Di fronte a questa minaccia in espansione, diventa fondamentale adottare misure preventive come la cancellazione regolare dei cookie, l'utilizzo di soluzioni di sicurezza avanzate e una maggiore consapevolezza sui rischi associati alla navigazione web.
Per difendersi efficacemente dal furto di cookie, una minaccia insidiosa che può compromettere la sicurezza degli account online, è fondamentale adottare una serie di best practice. Tra queste, assume un'importanza primaria la corretta gestione delle sessioni di navigazione: terminare esplicitamente le sessioni attraverso il logout dai siti web, specialmente quando si accede da dispositivi condivisi o reti Wi-Fi pubbliche, è un accorgimento cruciale. Questo semplice gesto invalida il cookie di sessione, rendendolo inutilizzabile per eventuali malintenzionati che tentassero di intercettarlo o riutilizzarlo.
Parallelamente, è indispensabile assicurarsi di navigare su connessioni sicure HTTPS, mantenere aggiornati browser e sistemi operativi per beneficiare delle ultime patch di sicurezza, e utilizzare con cautela estensioni del browser, verificandone sempre l'affidabilità e i permessi richiesti.