Il futuro dell'informatica personale potrebbe essere radicalmente diverso da quello che conosciamo oggi, almeno secondo le previsioni di David Weston, Corporate Vice President di Enterprise e OS Security presso Microsoft. In un video pubblicato sul canale YouTube ufficiale di Windows, intitolato "Microsoft Windows 2030 Vision", il dirigente delinea uno scenario in cui mouse e tastiera diventeranno obsoleti quanto oggi può sembrare il sistema operativo DOS alle nuove generazioni. Una trasformazione che, se dovesse realizzarsi, cambierebbe per sempre il modo in cui interagiamo con i nostri computer.
L'era della comunicazione naturale con le macchine
La rivoluzione annunciata da Weston si baserebbe principalmente sull'intelligenza artificiale, che permetterebbe di sostituire l'interfaccia tradizionale con forme di comunicazione molto più naturali. "Penso che useremo meno gli occhi e parleremo di più con i nostri computer", spiega il dirigente Microsoft, immaginando un paradigma completamente nuovo nell'interazione uomo-macchina. Questa evoluzione non si limiterebbe a semplificare i comandi, ma consentirebbe di affidare ai PC compiti molto più sofisticati di quelli attuali.
Particolarmente interessante è l'applicazione di questa tecnologia nel campo della sicurezza informatica, settore di expertise di Weston. Secondo le sue previsioni, entro cinque anni sarà possibile "assumere un esperto di sicurezza" che in realtà sarà un agente AI, con cui si potrà interagire attraverso Teams, email e assegnazione di compiti, proprio come si farebbe con un collega umano.
Piccole imprese al pari delle grandi corporation
Questa democratizzazione dell'accesso a servizi avanzati potrebbe livellare il campo da gioco tra piccole e grandi aziende. Attualmente, infatti, solo le grandi imprese possono permettersi team di sicurezza altamente specializzati, mentre le PMI spesso si trovano vulnerabili per mancanza di risorse. L'AI potrebbe colmare questo gap, rendendo accessibili a tutti servizi di sicurezza di livello enterprise.
La visione di Weston va oltre la semplice automazione: si tratta di una ridefinizione completa del ruolo umano nel lavoro. L'obiettivo sarebbe eliminare "il lavoro di fatica, quello che oggi non amiamo fare", per permettere alle persone di concentrarsi su "ideazione, creatività, visione e connessione con altri esseri umani per capire quali prodotti sono necessari". Un approccio che ricorda le promesse della rivoluzione industriale, ma applicato al mondo digitale.
Il quantum computing: realtà o miraggio?
Tra le previsioni più audaci di Weston c'è l'arrivo del calcolo quantistico su larga scala entro i prossimi cinque anni. Secondo il dirigente Microsoft, avremo a disposizione "calcolo illimitato sotto forma di quantum", una prospettiva che avrebbe implicazioni enormi soprattutto per la sicurezza e la crittografia. Tuttavia, questa previsione contrasta con le valutazioni più caute di altri esperti del settore, incluso Jensen Huang di Nvidia, che vedono timeline più lunghe per la maturazione di queste tecnologie.
Nonostante le rivoluzioni tecnologiche in arrivo, Weston mantiene una posizione pragmatica sui fondamenti della sicurezza. "Le basi fermano ancora il 98% degli attacchi", sottolinea, riferendosi a pratiche semplici come l'aggiornamento delle patch di sicurezza e la rotazione delle password. "Questo era vero 20 anni fa, era vero 40 anni fa", e secondo lui non cambierà nemmeno nel futuro.
Scetticismo e realtà: le sfide dell'open space
Le previsioni di Weston sollevano però interrogativi pratici non indifferenti. La comunicazione vocale con i computer, per quanto naturale, presenta sfide significative negli ambienti di lavoro moderni. Immaginare uffici open space dove tutti parlano simultaneamente ai propri PC solleva questioni di privacy, concentrazione e galateo professionale che potrebbero rivelarsi ostacoli significativi all'adozione di massa.
Inoltre, la storia della tecnologia è costellata di previsioni simili che non si sono mai completamente realizzate. Dai touchscreen ai gesti in realtà virtuale, fino agli impianti cerebrali, diverse tecnologie sono state proposte come successori di mouse e tastiera, eppure nel 2025 questi strumenti rimangono centrali nell'esperienza informatica quotidiana. Resta da vedere se l'intelligenza artificiale riuscirà finalmente a compiere il salto che altre innovazioni hanno solo promesso.