Le restrizioni commerciali imposte dagli Stati Uniti sulla vendita di componenti tecnologici avanzati alla Cina continuano a creare situazioni paradossali nel mercato dei semiconduttori. MSI si è vista costretta a rilasciare un comunicato ufficiale per prendere le distanze dalla presenza di schede grafiche GeForce RTX 5090 fotografate su territorio cinese, precisando di non aver mai venduto o distribuito ufficialmente questo modello nel paese asiatico. La questione si inserisce in un contesto più ampio di tensioni commerciali e controverse operazioni di contrabbando che vedono protagonisti alcuni dei chip più potenti al mondo.
Secondo le normative vigenti di controllo sulle esportazioni americane, la RTX 5090 non può essere commercializzata in Cina poiché considerata tecnologia strategica che potrebbe avvantaggiare un competitor geopolitico. Per aggirare questo divieto mantenendo una presenza sul mercato cinese, NVIDIA ha sviluppato versioni modificate con prestazioni ridotte: prima la RTX 5090D, poi la RTX 5090D V2 lanciata appena un paio di mesi fa. Queste varianti sono specificamente progettate per rispettare i requisiti normativi locali, offrendo performance inferiori rispetto al modello standard.
Tuttavia, immagini circolate recentemente mostrano pallet di schede MSI RTX 5090 standard apparentemente presenti in Cina, scatenando interrogativi su come componenti così sensibili e sottoposti a restrizioni possano attraversare i confini. MSI ha risposto categoricamente affermando la propria conformità alle normative internazionali e al quadro autorizzativo regionale stabilito da NVIDIA. L'azienda ha sottolineato che la GeForce RTX 5090 è disponibile esclusivamente nelle Americhe, in Europa (come su Amazon) e in mercati selezionati dell'area Asia-Pacifico.
Il sistema di tracciamento dei numeri di serie implementato da MSI a livello globale indica che le unità RTX 5090 apparse in Cina provengono principalmente da mercati retail esteri, importate attraverso canali paralleli da distributori o rivenditori non autorizzati. Questi prodotti, specifica l'azienda, si collocano al di fuori della catena di approvvigionamento ufficiale e non sono verificati né nella provenienza né nella gestione, rimanendo esclusi dalle politiche di controllo qualità e garanzia.
Le schede grafiche non sono l'unico fronte caldo di questo braccio di ferro tecnologico. Gli acceleratori per server dedicati all'intelligenza artificiale hanno subito restrizioni ancora più severe, con i chip H20 banditi dalle esportazioni verso la Cina all'inizio dell'anno. Successivamente NVIDIA ha tentato di ottenere nuove licenze di vendita dopo rassicurazioni del governo americano, ma la situazione si è rivelata più complessa del previsto.
Un'indagine del Financial Times pubblicata nei mesi scorsi ha suggerito che GPU NVIDIA per un valore di almeno un miliardo di dollari sarebbero state spedite in Cina durante il periodo di controlli rigorosi sulle esportazioni. In casi separati si sono registrati anche arresti legati all'esportazione illegale di microchip sensibili destinati ad applicazioni di intelligenza artificiale, per un valore stimato in decine di milioni di dollari nell'arco di tre anni.