Chi diceva che i notebook con touchscreen non servono a niente aveva ragione. A quanto scrive il Digitimes i modelli tradizionali a conchiglia dal 2015 torneranno ad essere privi di schermi sensibili al tocco, mentre manterranno questa caratteristica gli esponenti dell'emergente comparto 2 in 1. La transizione è già iniziata perché a quanto pare gli ordini per le soluzioni touch sono già finiti e, quando verranno esaurite le scorte di magazzino, non saranno rimpiazzate.
L'ennesima banale evoluzione di un mercato che fra tablet e ibridi non riesce a trovare la formula definitiva su cui assestarsi. Qualcuno penserà che era scontato, in realtà se guardiamo bene quello che è successo negli ultimi anni non è così semplice. I prodotti con schermo touch sono arrivati prepotentemente in commercio a metà 2013 quando Intel ne ha obbligata l'installazione su tutti ultrabook, e il fenomeno si è allargato a macchina d'olio grazie al calo dei prezzi.
Notebook tradizionale con touchscreen
Ai tempi le soluzioni 2 in 1 non erano comuni come oggi e nella testa di chi ha avuto l'idea il touch poteva essere quella caratteristica in più che avrebbe potuto attirare maggiormente gli acquirenti verso i nuovi modelli. Sappiamo però che le cose non sono andate così: chi cercava un prodotto a basso costo non era disposto a pagare di più per una caratteristica che non avrebbe usato. Perché il nocciolo della questione è che il touchscreen è comodo su smartphone e tablet, ma su un notebook normale non serve granché, salvo casi particolari.
 | HP 250 G3 | |
 | Asus X551MAV-SX368B | |
 | Lenovo Essential B590 |
Adesso poi siamo inondati di ibridi - con il coperchio che ruota richiudendosi a mo' di tablet - o detachable - soluzioni con tastiera staccabile – quindi il pubblico che vuole una soluzione touch si concentra su questi. Insomma se inizialmente i modelli touch erano un punto interrogativo adesso sono una certezza: sono inutili. Ciao ciao.