Qimonda a un passo dal baratro

Il produttore di memorie tedesco in gravi difficoltà finanziarie.

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a cura di Manolo De Agostini

Qimonda AG, il produttore di memoria con base in Germania, ha dichiarato il 23 gennaio lo stato d'insolvenza presso la corte di Monaco di Baviera.

L'azienda ha cercato di evitare questo epilogo richiedendo, al governo della Sassonia e a quello federale, un finanziamento che non è stato concesso perché non ha potuto garantire che i soldi versati sarebbero stati impiegati per il continuo dell'attività e in ricerca e sviluppo.

Per continuare a operare, Qimonda richiedeva 150 milioni di euro al governo sassone, 75 milioni di euro di prestito a Infineon (azienda madre di Qimonda) e 100 milioni di euro a un istituto di credito portoghese, paese in cui ha alcune attività. L'azienda, inoltre, avrebbe ricevuto 280 milioni di euro, figli di una fideiussione concessa dal governo tedesco e quello sassone. Si tratta quindi una somma pari a circa 600 milioni di euro.

La corte procederà alla nomina di un curatore fallimentare, che dovrà valutare lo stato dell'azienda e le possibili vie perseguibili per il salvataggio o la chiusura dell'attività. Stando alle ultime notizie, Qimonda avrebbe un mese di tempo per cercare un investitore in grado di salvare l'azienda, con un esborso di almeno 500 milioni/1 miliardo di euro. Nel caso entrasse in azienda un forte investitore, i finanziamenti richiesti potrebbero essere concessi, almeno in parte.

Questa situazione tiene sulle spine 9 mila persone. L'azienda, seppur formata da 12 mila dipendenti, aveva infatti annunciato esuberi per 3 mila posti di lavoro.