Una nuova memoria può resistere a 600 Gradi per 60 Ore

I ricercatori dell'Università della Pennsylvania hanno sviluppato una nuova tipologia di memoria che promette di cambiare tutto nel prossimo futuro.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

I ricercatori dell'Università della Pennsylvania hanno sviluppato una nuova tipologia di memoria che promette di cambiare tutto nel prossimo futuro. Pubblicato su Nature Electronics, il loro studio introduce una memoria ferroelettrica non volatile (ferrodiode) capace di funzionare a temperature estreme, fino a 600 gradi Celsius per oltre 60 ore, aprendo nuove prospettive nell'ambito dell'elaborazione dati in condizioni estreme.

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Al cuore di questa innovazione tecnologica si trova un sottile strato di AIScN (l0.68Sc0.32N) di 45 nanometri, che, grazie alla sua capacità di mantenere gli stati elettrici anche dopo la rimozione del campo elettrico esterno, si dimostra ideale per applicazioni in ambienti ad alta temperatura. Per ottimizzare le prestazioni, i ricercatori hanno circondato l'AIScN con strati in misura esatta di nichel e platino, frutto di mesi di sperimentazioni per trovare lo spessore "perfetto".

Le potenzialità della memoria ferrodiode sono notevoli. Come spiegato da Deep Jariwala, docente presso la Scuola di Ingegneria dell'Università della Pennsylvania, queste memorie potrebbero trovare impiego in ambiti critici come la perforazione delle profondità terrestri o l'esplorazione spaziale, dove la tecnologia attuale incontra limiti significativi. Inoltre, l'integrazione della memoria ferrodiode con la tecnologia al carburo di silicio potrebbe aprire la strada a un'elaborazione dati più avanzata, soprattutto nella computazione AI in ambienti più problematici.

Uno degli aspetti più promettenti della memoria ferrodiode è la sua capacità di commutazione rapida tra stati elettrici, cruciali per la scrittura e la lettura di dati ad alta velocità. Dhiren Pradhan, ricercatore post-dottorato, ha evidenziato questo aspetto come fondamentale per le prestazioni del dispositivo.

L'innovazione tecnologica proposta dai ricercatori dell'Università della Pennsylvania non riguarda solamente un miglioramento delle prestazioni dei dispositivi esistenti, ma mira piuttosto a sbloccare nuovi fronti della scienza e della tecnologia, permettendo una computazione avanzata in situazioni finora inaccessibili. Questo apre una finestra sul futuro dell'informatica, dove la resistenza a condizioni estreme diventa un parametro chiave tanto quanto la velocità ed l'efficienza.

Le potenzialità della memoria ferrodiode sono notevoli

Nonostante l'entusiasmo, è bene ricordare che la strada per una commercializzazione su larga scala di questa tecnologia è ancora lunga, e le memorie capaci di operare a 600C non saranno certamente economiche. Tuttavia, il potenziale di trasformazione e l'apertura verso nuove possibilità nell'ambito della computazione estrema rendono questo sviluppo un orizzonte entusiasmante per ricercatori e ingegneri.