Robot controllati dalla mente, al via i test sugli umani

Un team di ricercatori dell'Università di Pittsburgh sperimenterà sugli umani il controllo di arti robotici attraverso il cervello. Il progetto ha già dimostrato i successi ottenuti con le scimmie. L'obiettivo è di ripristinare l'indipendenza di pazienti con lesioni al midollo spinale, incapaci di muovere gli arti superiori.

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a cura di Roberto Caccia

I ricercatori dei laboratori di fisica applicata Jonhs Hopkins, dell'Università di Pittsburgh, sono pronti alla sperimentazione sugli esseri umani di un'interfaccia cervello-computer (BCI) che permetterà di controllare arti robotici con la mente. Il confine tra fantascienza e realtà diventa sempre più labile, considerando i risultati che sono riusciti a ottenere con i mammiferi qualche gradino più in basso sulla scala evolutiva.

Gli attuali esperimenti, infatti, hanno già dimostrato che il piccolo insieme di elettrodi realizzato dal team di ricercatori - impiantato sulla superficie cerebrale di una scimmia - riesce a elaborare le attività dai singoli neuroni. Il nostro lontano antenato è riuscito in questo modo a manovrare un braccio robotico, facendogli compiere semplici operazioni come aprire maniglie o mangiare marhsmallow.

Il braccio robotico controllato dalla scimma soggetto dei test

"I nostri studi sugli animali hanno dimostrato che siamo in grado di interpretare i messaggi inviati dal cervello, in modo da comandare un semplice braccio robotico per fargli raggiungere un oggetto o girare un polso meccanico", ha affermato Andrew Schwartz, professore di neurobiologia alla Pitt School of Medicine e membro del team di questo progetto.

"Il passo successivo sarà vedere non solo se saremo in grado di applicare questo progetto alle persone, ma anche se riusciremo a elaborare movimenti più complessi".

Entro la fine dell'anno, questo progetto testerà due elettrodi separati su soggetti umani, e il team è già al lavoro per concepire un approccio più sofisticato a questa tecnologia, includendo un sistema di telemetria che permetterebbe il controllo wireless di arti robotici e protesi con componenti sensoriali.

"Ora siamo pronti per iniziare i test di questa tecnologia nei pazienti che potrebbero trarne maggior beneficio, vale a dire quelli che hanno perso la capacità di muovere gli arti superiori a causa di una lesione del midollo spinale", spiega Michael Bòninger, direttore dell'UPMC Rehabilitation Institute e ricercatore di questo progetto.

"Il nostro obiettivo finale è quello di sviluppare tecnologie in grado di dare ai pazienti con disabilità fisiche il controllo di dispositivi di supporto che ripristinino la loro indipendenza". Un obiettivo senza dubbio ambizioso quello dei ricercatori, ai quali non possiamo far altro che augurare il maggior successo possibile.