Il marketing che confonde le acque

Surface Pro 3 alla prova d'uso si rivela un buon notebook, nonostante tastiera e touchpad migliorabili, e un buon tablet, a patto che lo si usi su un piano d'appoggio. Ecco pro e contro di questa soluzione.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Il marketing che confonde le acque

Il modello testato monta un Core i5 (1.9/2.5 GHz), 4 GB di RAM e un SSD da 128 GB; il prezzo ufficiale è fissato a 1019 euro IVA inclusa, a cui bisogna aggiungere 134,99 euro per la TypeCover 3 con cui abbiamo scritto questo articolo. Si arriva così a un totale di 1154 euro. Ebbene, dagli Aspire di Acer agli Zenbook di Asus, è difficile trovare ultrabook comparabili al Surface Pro 3 che costino più di 900 euro. Anche considerando il MacBook Air da 13 pollici da 128 GB si spendono circa cento euro in meno. 

Ovviamente il prodotto Microsoft offre qualche vantaggio rispetto ai concorrenti: nel design, nella qualità dello schermo, nella versatilità e in altri aspetti. Molti portatili, da parte loro, offrono una tastiera migliore e un prezzo più invitante. Ed è qui che si gioca la partita: vale la pena di spendere di più per Surface Pro 3? La risposta non è semplice e richiede qualche altra considerazione.

Il prezzo più alto è dovuto perché parliamo di un prodotto di maggiore qualità? Dipende dal termine di paragone, a volte sì in altri c'è un sostanziale pareggio. Ma non solo: ci sono almeno un paio di buoni motivi che hanno poco a che vedere con la tecnologia e molto con il marketing.

Ancora prima che Surface Pro 3 arrivasse in Italia, infatti, Claudia Bonatti di Microsoft ci spiegò che questo prodotto nasce come oggetto di lusso, come dispositivo "premium" che si confronta con i notebook Apple e i Sony Vaio che furono. Chapeau al marketing Microsoft per il lavoro fatto, ma come consumatori guardiamo a Surface Pro 3 come a un notebook Windows, e lo mettiamo a confronto con prodotti simili. 

Rispetto a molti ultrabook come abbiamo visto, Surface Pro costa un po' di più, e offre qualche pregio che si potrebbe considerare marginale. Il denaro in più non è molto, ma quanto basta a Microsoft per collocarlo sullo scaffale "premium" e soprattutto per evitare che questo computer infastidisca i suoi partner. 

Detto fuori dai denti, se Surface Pro 3 costasse 800/900 euro HP, Lenovo, Dell, Acer e altri avrebbero parecchio da ridire, e l'azienda di Redmond non ha alcun interesse nel generare una tensione su questo aspetto. Non a caso per prevenire un paragone con gli altri prodotti Windows ha innescato lei stessa un confronto con il Macbook Air, l'outsider che infastidisce tutto il mondo Windows. Ed ecco perché Claudia Bonatti ci ha detto che il Surface Pro 3 è un "prodotto iconico", vale a dire un oggetto che tutti vogliono ma che pochi possono permettersi. Qualcosa che rappresenti lo stato dell'arte della tecnologia e sia di esempio per produttori e consumatori. Poco importa se saranno pochi quelli che lo compreranno. 

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Dobbiamo quindi pagare noi, come consumatori, il marketing del Surface Pro 3? Ovviamente sì, ma questo vale per qualsiasi oggetto che abbia avuto un minimo di pubblicità. Tutto sommato la versione che abbiamo testato non è male: a 1150 euro offre uno dei migliori compromessi fra tablet e notebook in circolazione. Non è perfetto in nessuno dei due ruoli, ma l'importanza delle sbavature che abbiamo segnalato dipende dall'uso che farete di Surface Pro 3. Sul piano della velocità di elaborazione è paragonabile a un notebook, quindi meglio di un tablet. Lo schermo è eccezionale e il digitizer è di ottima qualità. La tastiera e il touchpad non sono a livello di quelli dei portatili, ma nell'ambito delle soluzioni dock si difende. Come tablet puro è troppo grande e pesante, ma se non pretendete di usarlo senza piano d'appoggio va benissimo. Come detto è un compromesso, e bisogna vedere se soddisfa le singole aspettative. 

Chi di noi l'ha usato quasi esclusivamente in ufficio l'ha giudicato un ottimo notebook (o tablet), chi se l'è portato "a spasso" o ha cercato di usarlo nelle situazioni meno standard l'ha reputato un buon notebook (ottimo se non fosse per tastiera e touchpad) ma un pessimo tablet.   

Il nocciolo della questione è piuttosto collocare Surface Pro 3 in una categoria adeguata, vale a dire rispondere a un'altra domanda: è un dispositivo consumer oppure business? Se lo vediamo come un notebook (o tablet) per il consumatore privato è molto interessante, ma il prezzo è decisamente troppo alto; secondariamente la memoria da 128 GB (per il modello testato) è inadeguata per grandi collezioni di musica e fotografie – di video non parliamo nemmeno. 

Se invece consideriamo Surface Pro 3 un prodotto di classe business, dedicato ad aziende e professionisti, il prezzo non è più un problema – anche perché è superiore davvero di poco rispetto alle alternative. Mancano però alcune caratteristiche tipiche di questo ambito, come il lettore d'impronte digitali, o una resistenza aumentata a urti e rovesciamenti di liquidi. È presente invece il chip TPM che è uno standard.