Toshiba è stata per molto tempo un modello per i concorrenti: i suoi portatili erano all'avanguardia tecnologica per design e dotazione. Poi il mercato si è messo a rincorrere il portatile meno caro e la vecchia leadership ha ceduto il passo a marchi meno attenti ai dettagli, ma bravissimi a tenere bassi i prezzi.
Nonostante ciò, evidentemente la filosofia di Toshiba non è sparita e questo Dynabook presentato un po' in sordina sembra confermarlo. Certo, il produttore giapponese potrebbe fare un marketing più aggressivo sui propri modelli all'avanguardia. Per riuscire a fotografarlo ci siamo dovuti intrufolare nello stand e "rubarlo" ai vari addetti Toshiba intenti a mostrarlo ai clienti.
La serie Dynabook di Toshiba ha sempre rappresentato un esperimento per cercare di portare i computer a un livello "più umano", facendo scendere dal piedistallo dedicato agli oggetti tecnologici e complicati per metterli a fianco dell'utilizzatore.
Stavolta, però, sembra che la tecnologia sia matura per compiere il grande passo e uscire dallo status di "esperimento", per arrivare davvero a un prodotto convincente che può arrivare sugli scaffali dei negozi.
Come si vede dalla foto, quello su cui abbiamo messo le mani è un prototipo e ci sono ancora molte cose da sistemare a livello di funzionalità meccanica, di cui parleremo dopo, ma il computer è perfettamente funzionante.
Il Dynabook si compone di un sistema tastiera/schermo completamente svincolato che può essere composto in modo da ricordare un tradizionale notebook oppure restare separato per un uso in stile tablet.
Il tutto è molto leggero (circa 700 grammi) e la sua penna ha un comodo alloggiamento che permette di agganciarla al lato inferiore del tablet.
Nonostante sia sottilissimo, il Dynabook ha una discreta dotazione di porte: usb-c, usb 3.0, mini HDMI e Kensington, mentre la tastiera incorpora anche una batteria supplementare che arriva quasi a raddoppiarne l'autonomia.
La scocca è interamente in metallo, così come la tastiera, molto reattiva e comoda, mentre la penna sembra anche più precisa di quella del Surface.
La prova è stata necessariamente brevissima in quanto il modello presentato era solo un prototipo, ma il suo scopo era quello di introdurre il concetto che finalmente la tecnologia è matura per portare i pc in una nuova dimensione, più vicina a quella dell'uso quotidiano.
Un computer così leggero può seguirci ovunque, essere usato tramite una penna (con l'ausilio dei tre programmi TrueNote, TrueCapture e TrueRecorder, per la prima volta tutti e tre installati su un solo prodotto) e restare un oggetto di stile, piacevole da guardare e toccare.
Sul Dynabook c'è ancora un po' di lavoro da fare: il sistema resta attualmente chiuso tramite un aggancio magnetico tra tastiera e schermo che non dà ancora una sufficiente sensazione di robustezza e stabilità.
L'aggancio del pennino era provvisorio e sarà sicuramente rivisto, la dotazione tecnica non è ancora definitiva. La sensazione, però, è che la strada sia quella giusta: creare un computer che metta al primo posto la semplicità d'uso, sfruttando diversi sistemi di input e cercando di togliere tutte quelle piccole scomodità che costellano la portatilità ancora al giorno d'oggi.
Sicuramente bisognerà attendere ancora qualche mese e non costerà poco, un nodo importante da sciogliere per portare i nuovi pc alla portata di tutti, ma forse basterà copiarne le caratteristiche risparmiando su materiali e dotazione tecnica per far arrivare la vera innovazione anche a chi non ha migliaia di euro da spendere in un computer.