La possibilità di condividere l'audio in streaming tra dispositivi multipli rappresenta da tempo un'esigenza concreta per molti utenti, e Microsoft ha finalmente deciso di affrontare questa necessità con una funzione sperimentale introdotta nelle versioni Insider Preview di Windows. La novità consente di riprodurre lo stesso flusso audio su due dispositivi Bluetooth LE Audio contemporaneamente, aprendo scenari d'uso interessanti sia per il tempo libero che per situazioni quotidiane. Tuttavia, come spesso accade con le implementazioni del colosso di Redmond, la soluzione presenta limitazioni che sollevano più domande che risposte.
Microsoft pubblicizza questa funzionalità come ideale per studenti che vogliono ascoltare musica insieme mentre studiano, o per famiglie che desiderano guardare un film in aereo condividendo l'audio senza disturbare gli altri passeggeri. In effetti, la condivisione audio wireless elimina la necessità di sdoppiatori analogici e cavi ingombranti, risultando particolarmente utile in contesti moderni dove la connettività Bluetooth è ormai dominante. Si possono immaginare applicazioni interessanti anche per feste ed eventi, dove sistemi audio potrebbero essere sincronizzati in ambienti diversi, come interno ed esterno di un'abitazione.
Il vero problema emerge quando si analizza la portata effettiva di questa innovazione. Microsoft ha scelto di limitare drasticamente la compatibilità, rendendo la funzione disponibile esclusivamente su sistemi specifici, prevalentemente equipaggiati con processori Snapdragon. La lista comprende dispositivi Surface e Samsung Galaxy della categoria Copilot+ PC, tutti compresi tra i 12 e i 16 pollici. Una scelta che appare inspiegabilmente restrittiva e che esclude la stragrande maggioranza degli utenti Windows.
Ma c'è un aspetto ancora più frustrante: la funzionalità opera unicamente con dispositivi Bluetooth che supportano il recente standard LE Audio, escludendo automaticamente innumerevoli cuffie e altoparlanti ancora perfettamente funzionanti ma basati su tecnologie precedenti. Una scelta che vanifica in parte l'utilità pratica di quest'aggiunta, considerando che molti utenti possiedono accessori audio di qualità acquistati negli ultimi anni che non supportano lo standard più recente.
La questione solleva interrogativi più ampi sulla direzione intrapresa da Microsoft nella gestione dell'audio in Windows. In passato, produttori di processori audio come Realtek, VIA, Crystal Sound e Creative Labs fornivano pannelli di controllo avanzati che permettevano proprio questo tipo di configurazioni, consentendo di abbinare diverse uscite audio attraverso interfacce intuitive. Queste funzionalità sono progressivamente scomparse, sostituite da labirintici menu nelle proprietà di Windows che offrono opzioni limitate e poco intuitive.
L'approccio ideale sarebbe un'implementazione nativa in Windows che permettesse di selezionare un dispositivo primario e poi duplicare il flusso audio verso altri output, esattamente come già avviene con i monitor esterni. Una soluzione del genere consentirebbe, per esempio, di inviare l'audio simultaneamente a un sistema home theater collegato via ottica e a un piccolo altoparlante wireless in un'altra stanza, senza distinzione tra tecnologie di connessione. Purtroppo, questa visione rimane lontana dalla realtà attuale, con Microsoft che preferisce concentrarsi su implementazioni frammentarie piuttosto che su soluzioni sistemiche.