Nel laboratorio dell’Università di Exeter, nel Regno Unito, la ricercatrice Rebecca Koll sta conducendo un esperimento che potrebbe ridefinire la nostra comprensione degli incendi boschivi. Bruciando in condizioni controllate alberi di conifere, non si limita a osservare come reagiscono alle fiamme: sta indagando se i cambiamenti climatici possano renderli intrinsecamente più infiammabili, modificandone la composizione chimica.
Temperature più alte, siccità e venti forti sono i fattori più noti che favoriscono gli incendi. Ma Koll sospetta un meccanismo più subdolo: l’aumento delle radiazioni ultraviolette, nonostante il recupero dello strato di ozono, potrebbe indurre gli alberi a produrre più composti organici volatili, sostanze che li rendono più inclini a bruciare. Studi su piante alimentari e medicinali hanno già mostrato che livelli elevati di radiazione UVB aumentano sensibilmente queste molecole, e ricerche sulle conifere indicano che ciò ne amplifica l’infiammabilità.
Un esperimento ad alto impatto
Nel suo progetto, Koll espone 87 specie di conifere a livelli di radiazione UVB fino a tre volte superiori alla norma, mantenendole in camere climatiche con temperatura e irrigazione ottimali. Dopo quattro o otto settimane, gli alberi vengono analizzati chimicamente e testati per la combustione, verificando se i cambiamenti indotti si traducano in un maggior rischio di incendio.
I primi segnali sono inquietanti: foglie ingiallite al posto del verde vivo e sintomi di stress fisiologico. In linea con esperimenti precedenti, la ricercatrice prevede di trovare variazioni marcate nella chimica fogliare. La questione chiave è se queste modifiche possano spiegare, almeno in parte, l’aumento della gravità degli incendi, andando oltre il ruolo della sola siccità.
Rilevanza per l’Europa e l’Italia
Il tema tocca da vicino l’Europa meridionale e l’Italia, dove l’aumento delle giornate calde e serene favorisce livelli più alti di radiazione UV al suolo. Secondo i modelli climatici, il fenomeno potrebbe intensificarsi entro fine secolo, rendendo urgente comprenderne gli effetti.
Matthew Robson, dell’Università di Cumbria, sottolinea il valore della ricerca: “L’impatto delle variazioni climatiche sui composti volatili ricchi di carbonio non è mai stato studiato a fondo, e questa indagine rappresenta un passo decisivo”. Capire come la radiazione UV influenzi le conifere potrà migliorare la prevenzione e la gestione degli incendi in vaste aree dell’emisfero settentrionale.