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Batteri nei tumori: nuova arma contro il cancro

I batteri nei tumori producono una molecola che potenzia la chemioterapia danneggiando il DNA delle cellule cancerose e alterando il loro metabolismo.

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 08/10/2025 alle 08:35

La notizia in un minuto

  • I ricercatori hanno scoperto che il batterio E. coli presente nei tumori produce una molecola chiamata 2-metilisocitrato che ha potenti proprietà antitumorali e può potenziare drasticamente l'efficacia della chemioterapia tradizionale
  • La molecola agisce come un sabotatore molecolare colpendo i mitocondri delle cellule tumorali e si è dimostrata particolarmente efficace in combinazione con il farmaco chemioterapico 5-fluorouracile
  • La scoperta apre la strada alla medicina personalizzata microbica, dove l'analisi del microbioma tumorale potrebbe essere integrata nella progettazione di terapie oncologiche su misura

Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.

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Il mondo microscopico che abita dentro e intorno ai tumori potrebbe nascondere armi inaspettate nella lotta contro il cancro. Un gruppo internazionale di ricercatori ha scoperto che alcuni batteri presenti nelle masse tumorali producono naturalmente una molecola capace di potenziare drasticamente l'efficacia della chemioterapia tradizionale. Questa scoperta, che ribalta la percezione dei microbi come semplici ospiti indesiderati, apre scenari completamente nuovi per il trattamento oncologico.

Quando i batteri diventano alleati inaspettati

La ricerca, coordinata dal MRC Laboratory of Medical Sciences, dall'Imperial College di Londra e dall'Università di Colonia, ha identificato nel 2-metilisocitrato (2-MiCit) una molecola prodotta dal batterio E. coli che dimostra proprietà antitumorali sorprendenti. Gli scienziati sono giunti a questa conclusione attraverso uno screening su larga scala che ha coinvolto oltre 1.100 condizioni sperimentali, utilizzando come modello il verme microscopico C. elegans.

Il professor Filipe Cabreiro, responsabile del gruppo Host-Microbe Co-Metabolism presso il LMS, spiega l'importanza della scoperta: "Sapevamo che i batteri sono associati ai tumori, e ora stiamo iniziando a comprendere la conversazione chimica che intrattengono con le cellule cancerose. Abbiamo scoperto che una di queste sostanze chimiche batteriche può agire come un potente partner per la chemioterapia".

Il meccanismo molecolare che cambia tutto

La molecola 2-MiCit agisce come un sabotatore molecolare all'interno delle cellule tumorali, colpendo specificamente un enzima chiave nei mitocondri, le centrali energetiche cellulari. Questo attacco mirato provoca danni al DNA e attiva percorsi biologici noti per la loro capacità di rallentare la progressione tumorale.

I test condotti su cellule tumorali umane e su un modello di mosca della drosofila affetta da cancro colorettale hanno confermato l'efficacia del composto. In entrambi i casi, il 2-MiCit ha mostrato proprietà antitumorali potenti, arrivando a prolungare la sopravvivenza negli organismi modello.

La sinergia che moltiplica l'efficacia

L'aspetto più rivoluzionario della scoperta riguarda la capacità del 2-MiCit di potenziare l'azione del 5-fluorouracile (5-FU), uno dei farmaci chemioterapici più utilizzati nel trattamento del cancro colorettale. La combinazione dei due composti si è rivelata significativamente più efficace nell'eliminare le cellule tumorali rispetto all'uso isolato di ciascuna sostanza.

Un singolo composto può avere un impatto così profondo sulla progressione del cancro

Il dottor Daniel Martinez-Martinez, ricercatore post-dottorato al LMS e primo autore dello studio, sottolinea: "I microbi sono una parte essenziale di noi. Il fatto che una singola molecola possa esercitare un impatto così profondo sulla progressione del cancro è davvero notevole, e rappresenta un'ulteriore prova di quanto complessa possa essere la biologia quando la consideriamo da un punto di vista olistico".

Verso farmaci di nuova generazione

La collaborazione con chimici farmaceutici ha permesso al team di modificare la struttura del 2-MiCit per aumentarne l'efficacia. Questa versione sintetica ottimizzata si è dimostrata ancora più potente nell'eliminare le cellule cancerose, aprendo la strada allo sviluppo di farmaci innovativi basati sui prodotti microbici naturali.

Come evidenzia Cabreiro: "Utilizzando il prodotto microbico naturale come punto di partenza, siamo riusciti a progettare una molecola più potente, migliorando di fatto quello che aveva già creato madre natura". Questi risultati rappresentano un esempio concreto di come la natura possa ispirare lo sviluppo di terapie più efficaci.

L'era della medicina personalizzata microbica

La ricerca, pubblicata sulla rivista Cell Systems, evidenzia l'importanza crescente del microbioma associato al cancro nelle strategie terapeutiche future. I risultati suggeriscono che per ottimizzare i trattamenti oncologici sarà necessario considerare non solo le caratteristiche genetiche del paziente e del tumore, ma anche la composizione della comunità batterica associata alla massa neoplastica.

Questo approccio olistico potrebbe rivoluzionare il concetto di medicina personalizzata, integrando l'analisi del microbioma tumorale nella progettazione di protocolli terapeutici su misura. Lo studio, finanziato principalmente dal Leverhulme Trust, dal Wellcome Trust, dalla Fondazione Tedesca per la Ricerca DFG e dal Medical Research Council, rappresenta solo l'inizio di un campo di ricerca che promette di svelare molti altri segreti nascosti nel mondo microscopico dei tumori.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

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