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Scoperta un’autostrada segreta negli abissi dell’oceano

Uno studio globale sul DNA di antichi animali marini rivela una rete invisibile che collega gli abissi di tutto il mondo da milioni di anni.

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Avatar di Patrizio Coccia

a cura di Patrizio Coccia

Editor

Pubblicato il 11/08/2025 alle 13:18

La notizia in un minuto

  • Gli abissi marini funzionano come un'autostrada globale che permette alle creature marine di migrare attraverso interi oceani nel corso di milioni di anni
  • Le ofiure (stelle marine spinose) riescono a colonizzare oceani grazie alle loro larve che sopravvivono a lungo nelle correnti profonde, creando collegamenti evolutivi tra ecosistemi lontanissimi
  • La ricerca su oltre 2.699 esemplari conservati in musei globali rivela che gli abissi sono altamente connessi ma incredibilmente vulnerabili alle minacce dell'estrazione mineraria e dei cambiamenti climatici
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

L’oceano profondo, ambiente apparentemente inospitale e isolato che si estende per migliaia di chilometri sotto la superficie, nasconde una realtà sorprendente: le sue creature sono molto più interconnesse di quanto si pensasse. Una ricerca condotta dal Museums Victoria Research Institute ha dimostrato che gli abissi funzionano come un’autostrada globale per molte specie, consentendo migrazioni che attraversano interi oceani nel corso di milioni di anni. Pubblicato il 23 luglio su Nature, lo studio rivoluziona la comprensione dell’evoluzione marina.

Le stelle marine spinose come testimoni di legami planetari

Protagoniste della scoperta sono le ofiure (Ophiuroidea), invertebrati antichissimi con braccia spinose e straordinaria resistenza, presenti sia in acque costiere sia negli abissi, dalle zone equatoriali ai poli. Analizzando il DNA di 2.699 esemplari conservati in 48 musei di storia naturale in tutto il mondo, i ricercatori hanno tracciato la loro storia evolutiva, rivelando una colonizzazione silenziosa ma su scala oceanica.

Il dottor Tim O’Hara, curatore senior degli invertebrati marini e autore principale dello studio, sintetizza così il fenomeno: “Gli abissi, più che ambienti isolati, sono superstrade connesse”. Su scale temporali immense, le specie hanno esteso i loro territori per migliaia di chilometri, creando collegamenti tra ecosistemi distanti come l’Islanda e la Tasmania.

Il segreto delle larve viaggiatrici

La capacità di attraversare oceani interi risiede nella loro riproduzione: molte ofiure producono larve ricche di nutrienti in grado di sopravvivere a lungo nelle fredde acque profonde, sfruttando le lente correnti abissali per farsi trasportare.

A differenza della vita nelle acque superficiali, limitata da barriere termiche e ambientali, l’ambiente profondo offre condizioni stabili che favoriscono la dispersione. Gli animali al largo dell’Australia meridionale, ad esempio, presentano legami evolutivi con specie dell’Atlantico settentrionale, dall’altra parte del pianeta.

Un mosaico fragile di biodiversità

Nonostante l’elevata connettività, estinzioni, cambiamenti ambientali e barriere geografiche hanno plasmato un mosaico complesso di biodiversità. Capire queste dinamiche diventa cruciale di fronte a minacce come l’estrazione mineraria in acque profonde e i cambiamenti climatici.

Lo studio, basato su DNA estratto da esemplari raccolti in 332 spedizioni, dimostra il ruolo fondamentale delle collezioni museali e della collaborazione internazionale. Oltre 40 istituzioni, tra musei, università e centri di ricerca marina, hanno contribuito a un lavoro che Lynley Crosswell, CEO di Museums Victoria, definisce “scienza su scala globale”.

I risultati trasformano la nostra visione dell’evoluzione negli abissi e mostrano come lo studio e la conservazione della biodiversità possano rivelare nuove conoscenze sul passato della Terra e guidare la sua protezione futura.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

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