La ricerca sui materiali quantistici avanzati ha compiuto un passo significativo grazie al lavoro di un team del Forschungszentrum Jülich e della RWTH Aachen University. Gli scienziati hanno sviluppato un modello innovativo capace di rilevare il comportamento degli elettroni balistici in condizioni reali, superando i limiti delle teorie precedenti che descrivevano solo scenari idealizzati. Il risultato, pubblicato sulla prestigiosa rivista Physical Review Letters come Editors' Suggestion, potrebbe avere implicazioni rivoluzionarie per l'elettronica del futuro.
Gli elettroni balistici rappresentano uno dei fenomeni più affascinanti della fisica quantistica contemporanea. A differenza dei loro omologhi convenzionali, questi portatori di carica attraversano il materiale senza disperdersi contro le imperfezioni presenti nella struttura cristallina. Il movimento risulta fluido e privo di resistenza, paragonabile a quello di una capsula che viaggia in un tubo pneumatico senza ostacoli. Questo comportamento peculiare emerge tipicamente in materiali confinati in una o due dimensioni.
I canali lungo i bordi dei materiali topologici bidimensionali, dove si manifesta questo fenomeno, sono considerati candidati promettenti per la prossima generazione di dispositivi elettronici. Le applicazioni spaziano dai circuiti ad alta efficienza energetica fino ai computer quantistici dotati di qubit stabili e affidabili. Tuttavia, fino ad oggi mancava un modello teorico capace di descrivere accuratamente il loro funzionamento in situazioni realistiche.
Il punto di partenza della ricerca è stata la teoria sviluppata decenni fa da Rolf Landauer sul trasporto balistico di carica. Quella formulazione classica, però, conteneva una semplificazione importante: assumeva che gli elettroni potessero entrare o uscire dal canale esclusivamente alle estremità. Una premessa valida per esperimenti mentali, ma lontana dalla realtà sperimentale.
L'innovazione introdotta dal team tedesco risiede proprio nel superamento di questa limitazione. Il nuovo modello riconosce che un canale balistico non esiste mai isolato, ma costituisce il margine di un materiale conduttivo attraverso cui viene iniettata la corrente. Di conseguenza, gli elettroni possono attraversare il confine in qualsiasi punto lungo tutto il percorso, non solo alle estremità. "Questo ci consente di descrivere per la prima volta il comportamento di questi canali in modo che rifletta ciò che accade realmente negli esperimenti", spiega il dottor Kristof Moors, primo autore dello studio.
Moors, che dopo il post-dottorato al Peter Grünberg Institute di Jülich si è trasferito al centro di ricerca sulla nanoelettronica Imec a Lovanio, in Belgio, sottolinea un altro aspetto fondamentale della ricerca. La teoria fornisce segnature distintive che permettono di identificare il flusso di corrente balistico privo di perdite e di distinguerlo dal trasporto convenzionale di carica, caratterizzato invece dalla dissipazione di energia.
Le previsioni del modello riguardano modifiche sostanziali nel flusso di corrente attraverso il materiale bidimensionale quando è presente un canale balistico. In particolare, emergono distribuzioni di voltaggio caratteristiche che possono essere osservate direttamente utilizzando sonde su scala nanometrica o microscopi a scansione a effetto tunnel multi-punta. Questa capacità di rilevamento rappresenta uno strumento cruciale per distinguere sperimentalmente tra correnti ballistiche e dissipative.
La possibilità di verificare empiricamente l'esistenza di questi canali esotici di conduzione costituisce un passaggio determinante. Non si tratta solo di confermare previsioni teoriche, ma di aprire la strada allo sfruttamento pratico di questi fenomeni quantistici. Mentre nel materiale bidimensionale l'energia viene dissipata sotto forma di calore durante il passaggio degli elettroni, nel canale balistico questo non avviene, producendo una distribuzione caratteristica di energia e voltaggio misurabile con strumenti appropriati.
Il lavoro del team di Jülich dimostra come la comprensione teorica dei fenomeni quantistici debba necessariamente evolversi per abbracciare la complessità delle condizioni reali. Solo attraverso modelli che incorporano le interazioni tra canali balistici e materiali circostanti sarà possibile tradurre queste scoperte in tecnologie concrete per l'elettronica e il calcolo quantistico di domani.