Le dipendenze da alcol e droghe potrebbero presto trovare un alleato inaspettato: una classe di farmaci già ampiamente utilizzata per trattare diabete e obesità sta mostrando risultati promettenti anche nel contrastare i disturbi da uso di sostanze. Si tratta dei cosiddetti agonisti del recettore del GLP-1, molecole che hanno conquistato la ribalta negli ultimi anni per la loro capacità di ridurre l'appetito e favorire la perdita di peso, ma che ora si stanno rivelando potenzialmente utili in un ambito completamente diverso.
La ricerca sull'applicazione di questi medicinali alle dipendenze si trova ancora in una fase preliminare, ma i dati raccolti finora lasciano ben sperare. Studi condotti sia su modelli animali che su esseri umani suggeriscono che questi trattamenti potrebbero contribuire a diminuire il consumo di alcol e altre sostanze stupefacenti. Come ha spiegato Lorenzo Leggio, ricercatore presso l'Istituto Nazionale sull'Abuso di Droghe e l'Istituto Nazionale sull'Abuso di Alcol e Alcolismo negli Stati Uniti, anche alcune piccole sperimentazioni cliniche hanno prodotto risultati incoraggianti, aprendo la strada a un nuovo approccio terapeutico per una problematica che affligge milioni di persone nel mondo.
Il legame tra questi farmaci e le dipendenze potrebbe sembrare sorprendente, ma ha una base scientifica precisa. Le molecole di GLP-1 svolgono un ruolo cruciale non solo nel sistema digestivo, ma anche a livello cerebrale, dove l'attivazione dei loro recettori nel sistema nervoso centrale contribuisce a regolare i segnali della fame. Questo meccanismo spinge le persone a mangiare quando hanno bisogno di nutrirsi e a smettere quando sono sazie, un equilibrio che risulta alterato in alcune forme di obesità patologica.
Ed è proprio qui che emerge il collegamento con le dipendenze. Secondo lo studio pubblicato sul Journal of the Endocrine Society, alcune forme di obesità condividono caratteristiche biologiche e neurologiche con i disturbi da uso di sostanze. I circuiti cerebrali coinvolti nei comportamenti di dipendenza sembrano infatti sovrapporsi a quelli che portano all'alimentazione compulsiva e all'obesità. Riconoscendo questa sovrapposizione, gli scienziati hanno iniziato a esplorare se gli agonisti del GLP-1 potessero influenzare anche i meccanismi cerebrali alla base del comportamento addittivo, con l'obiettivo di ridurre le voglie e l'uso di sostanze.
Le evidenze preliminari raccolte finora coprono diverse tipologie di dipendenza. Nel caso dell'alcolismo, uno studio controllato randomizzato con exenatide, il primo agonista del recettore GLP-1 approvato per il diabete, non ha inizialmente mostrato effetti significativi sul consumo di alcol. Tuttavia, un'analisi secondaria ha rivelato una riduzione dell'assunzione alcolica nel sottogruppo di persone affette sia da disturbo da uso di alcol che da obesità. Una sperimentazione più recente con semaglutide a basso dosaggio, un farmaco di nuova generazione approvato sia per il diabete che per l'obesità, ha dimostrato una riduzione dell'autosomministrazione di alcol in laboratorio, oltre a una diminuzione delle bevande consumate nei giorni di consumo e del desiderio compulsivo.
Per quanto riguarda gli oppioidi, diversi agonisti del recettore GLP-1 hanno mostrato nei modelli animali la capacità di ridurre l'autosomministrazione di eroina, fentanyl e ossicodone. Gli studi hanno anche evidenziato che questi farmaci diminuiscono la ripresa della ricerca della droga, un fenomeno che nei roditori rappresenta un modello di ricaduta nella dipendenza. Anche per il tabacco emergono dati interessanti: le ricerche precliniche indicano che questi medicinali riducono l'autosomministrazione di nicotina e la ricerca di nicotina nei roditori, mentre i primi trial clinici suggeriscono la possibilità di diminuire il numero di sigarette fumate al giorno e prevenire l'aumento di peso che spesso segue la cessazione del fumo.
La necessità di nuovi approcci terapeutici è quanto mai urgente. I disturbi da uso di sostanze vengono identificati attraverso quattro modelli chiave: dipendenza fisica, comportamenti rischiosi, difficoltà sociali e perdita di controllo. Il danno causato da queste patologie si estende ben oltre la salute individuale, colpendo famiglie, comunità e società intere. L'alcol, in particolare, è considerato la droga più dannosa in assoluto, contribuendo non solo a problemi di salute ma anche a incidenti stradali e episodi di violenza.
Nonostante la gravità del problema, le opzioni terapeutiche attuali risultano inadeguate rispetto alle necessità di salute pubblica. Nel 2023, meno di una persona su quattro ha ricevuto trattamenti per disturbi da uso di alcol o altre sostanze. Gli autori dello studio individuano numerose barriere che ostacolano l'accesso alle cure, tra cui lo stigma sociale e le risorse limitate sia per i pazienti che per i professionisti sanitari.
Leggio e i suoi colleghi sottolineano che sono necessarie ulteriori ricerche per confermare l'efficacia degli agonisti del GLP-1 nel trattamento delle dipendenze e per comprendere appieno i meccanismi biologici sottostanti. Tuttavia, i ricercatori mantengono un cauto ottimismo. Come ha dichiarato Leggio, questa linea di ricerca riveste un'importanza cruciale poiché le dipendenze da alcol e droghe rappresentano cause principali di malattia e morte, ma le opzioni terapeutiche efficaci rimangono ancora troppo poche. Trovare trattamenti nuovi e più efficaci è fondamentale per aiutare le persone a vivere vite più sane e produttive.