Il mondo delle profondità marine oltre i novemila metri si rivela un universo brulicante di vita, sfidando ogni previsione scientifica sulla capacità degli organismi di sopravvivere in condizioni così estreme. Una spedizione guidata da ricercatori cinesi ha documentato la presenza di intere comunità di creature che prosperano nel buio più assoluto e sotto pressioni che farebbero implodere qualsiasi struttura convenzionale.
I segreti dell'abisso più profondo
Il sommergibile Fendouzhe ha permesso al team dell'Istituto di Scienze e Ingegneria del Mare Profondo dell'Accademia Cinese delle Scienze di esplorare oltre 2.500 chilometri di fondali oceanici nelle fosse del Pacifico nord-occidentale. Durante le immersioni, che hanno raggiunto profondità fino a 9.533 metri, gli scienziati hanno osservato attraverso gli oblò del loro veicolo subacqueo spettacoli mai documentati prima: distese di vermi tubolari che sembrano campi di grano sottomarini, tappeti batterici dall'aspetto cristallino simile al ghiaccio, e colonie dense di molluschi adattati alla vita nelle tenebre abissali.
La dottoressa Xiaotong Peng, una delle responsabili della missione, descrive l'emozione di trovarsi in luoghi mai esplorati dall'uomo come un'opportunità straordinaria per scoprire fenomeni completamente nuovi. La ricercatrice sottolinea come l'abbondanza di vita osservata abbia superato ogni aspettativa, rivelando ecosistemi chemiosintetici che trasformano sostanze chimiche in energia vitale.
Creature che sfidano i limiti della sopravvivenza
Tra le specie documentate spicca il Macellicephaloides grandicirra, un organismo biancastro dalle appendici appuntite che forma colonie dense insieme a vermi tubolari lunghi fino a trenta centimetri. Questi animali rappresentano un record assoluto per la vita vertebrata marina: le precedenti osservazioni più profonde risalivano al 2023, quando al largo delle coste giapponesi era stato filmato un pesce lumaca a 8.336 metri di profondità.
Il professor Andrew Sweetman, esperto dell'Associazione Scozzese per le Scienze Marine, evidenzia come questa scoperta dimostri l'esistenza di interi ecosistemi alimentati dal metano nelle parti più profonde degli oceani. Questi risultati, pubblicati sulla rivista Nature, contraddicono le convinzioni consolidate sui limiti della vita a profondità e pressioni estreme, suggerendo che tali comunità biologiche non rappresentino rare eccezioni ma fenomeni diffusi negli abissi marini.
L'energia chimica che alimenta la vita abissale
In assenza totale di luce solare, questi organismi hanno sviluppato meccanismi di sopravvivenza basati sulla chemiosintesi, un processo che converte sostanze chimiche in energia utilizzabile. L'idrogeno solforato e il metano che filtrano dalle fratture della crosta terrestre diventano il carburante biologico di queste comunità isolate. La dottoressa Megran Du dell'Istituto cinese spiega come questi animali debbano possedere adattamenti specifici per resistere alle pressioni enormi, rappresentando una frontiera di ricerca ancora largamente inesplorata.
L'esperienza di discendere a tali profondità, secondo la ricercatrice Du, può inizialmente intimorire, ma osservare attraverso i finestrini del sommergibile il fondale marino ispira un senso di meraviglia che lei stessa incoraggia nei suoi studenti. Queste missioni dimostrano come gli oceani terrestri nascondano ancora segreti fondamentali per comprendere i meccanismi della vita in condizioni che fino a poco tempo fa consideravamo incompatibili con qualsiasi forma di esistenza biologica.