Per quanto riguarda l’acquisizione di TIM, il fondo statunitense KKR è deciso ad andare fino in fondo. Lo dimostrano le ultime mosse intercettate dal Sole 24 Ore, che vedono KKR impegnato in un valzer con le banche destinato ad allargarsi ancora di più.

Per ora, in ballo ci sono “solo” JP Morgan, Citi e Morgan Stanley, ma KKR vorrebbe coinvolgere anche Unicredit, Intesa San Paolo e altri istituti di credito di rilevanza internazionale.

Secondo Il Sole 24 Ore, le negoziazioni sarebbero tuttora in corso. Il consorzio bancario dovrebbe sostenere finanziariamente l’offerta per il gruppo telefonico, ma ad oggi non si sa ancora quali saranno i suoi componenti effettivi.

L’operazione in sé, in realtà, è ancora tutta da definire: l’offerta da 10,8 miliardi corrispondente a un concambio di 50 centesimi per azione per rilevare la maggioranza di Tim non è considerata sufficiente dal primo azionista della società, Vivendi, ben intenzionata a tagliargli la strada. Dall’altra parte, il fondo americano non mollerà facilmente la presa, ed è lecito aspettarsi un rilancio che renderà ancor più avvincente la partita dell’acquisizione.

Vivendi si arrenderebbe sicuramente di fronte a un raddoppio, ma a quel punto lo stesso KKR andrebbe a perderci (l’operazione non sarebbe più così vantaggiosa).

Tornando per un attimo a parlare di TIM, i due advisor selezionati da Rossi e Sapienza sono Goldman Sachs e LionTree. Le ultime indiscrezioni suggeriscono che Rossi potrebbe presto essere sostituito con l’attuale presidente di FiberCop e Asstel Massimo Sarmi. Il “super favorito” per la carica di amministratore delegato è invece Pietro Labriola, attualmente impegnato come direttore generale.

Il prossimo nodo da sciogliere, dunque, riguarda la nomina dei vertici TIM: per i prossimi giorni è previsto un CdA straordinario che preceda quello del 26 gennaio con all’ordine del giorno l’esame preliminare del bilancio.

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