AirTag usati dagli stalker, Apple non sfugge al tribunale

Apple dovrà affrontare una class action e difendersi dalle accuse di alcune vittime stalkerate tramite l'uso degli AirTags

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a cura di Marco Silvestri

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Un giudice di San Francisco ha stabilito che Apple dovrà rispondere in tribunale a una class action che accusa l'azienda di negligenza per i rischi di stalking associati ai suoi AirTag. Sebbene la maggior parte delle circa trenta accuse presentate nella causa siano state respinte, il Giudice Distrettuale degli Stati Uniti, Vince Chhabria, ha negato la richiesta di Apple di archiviare la causa, basandosi sulle affermazioni di tre querelanti che sostengono di essere stati perseguitati a causa delle "carenze sostanziali nelle funzionalità di sicurezza degli AirTag".

Lo scorso anno, Apple e Google hanno annunciato un progetto congiunto per combattere proattivamente l'abuso di dispositivi di tracciamento.

L'accusa sostiene che Apple era stata avvertita del potenziale abuso dei suoi dispositivi di tracciamento e che, di conseguenza, dovrebbe essere ritenuta responsabile degli episodi di stalking secondo le leggi della California. Dopo il lancio degli AirTag, l'azienda di Cupertino ha introdotto delle funzionalità di sicurezza progettate per contrastare i tentativi di stalking, come un aggiornamento che fa emettere agli AirTag un suono forte quando si allontanano da una certa distanza dal proprietario e notifiche riguardanti tracker sconosciuti.

Anche alla luce di quanto fatto da Apple per evitare un uso improprio dei suoi AirTag, la causa afferma che i dispositivi di tracciamento sono diventati "l'arma preferita degli stalker". Questo sviluppo rappresenta un momento cruciale per Apple, che si trova ora a dover affrontare direttamente le preoccupazioni sulla privacy e sicurezza legate ai suoi dispositivi di tracciamento, sottolineando l'importanza di bilanciare l'innovazione tecnologica con la tutela dei diritti e della sicurezza degli individui.