Android e Chrome OS separati in casa, parola di Google

Il presidente di Google Eric Schmidt smentisce l'ipotesi di un'unificazione di Chrome OS e Android. Intanto confessa di non poter fare a meno del BlackBerry e riconosce a Apple di essere una grande innovatrice.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Android e Chrome resteranno due sistemi operativi separati, parola di Eric Schmidt. Fra le molte dichiarazioni rilasciate ieri dal Presidente esecutivo di Google questa è la più importante. Da tempo si ipotizzava l'evenienza che il sistema operativo per smartphone e quello cloud per desktop avrebbero potuto convergere aumentando l'interesse per i Chromebook.

Volete mettere?

Poi quando Andy Rubin ha ceduto il timone di Android a Sundar Pichai, che aveva guidato lo sviluppo di Chrome e Apps, molti avevano fatto di due indizi una prova. Ai giornalisti che hanno chiesto conferma però è arrivata una smentita inequivocabile: le due piattaforme sono "certamente destinate a rimanere separate per molto tempo, perché servono a scopi differenti". Non sono da escludere degli "aspetti in comune", ma è da scartare l'eventualità che un giorno si possa eseguire un'app Android su Chrome OS.

Sciolto questo mistero, Schmidt non si è lasciato scappare qualche commento sulla concorrenza. Il manager è stato benevolo con Amazon, che ha definito un "partner importante" e con Blackberry, ai cui terminali non può rinunciare per via della tastiera. All'eterna concorrente Apple ha invece riconosciuto che "è e continuerà ad essere un grande innovatore tecnologico e a creare prodotti belli, a prescindere dalla quota di mercato, e questa è una grande forza", per poi aggiungere che il Nexus 10 è comunque migliore dell'iPad.

Dichiarazione d'amore in piena regola

In ultimo la questione Google Now e iOS, su cui il manager ha fatto una piccola gaffe. Stuzzicati da un video promozionale andato online per sbaglio la scorsa settimana, i giornalisti hanno chiesto quando avrebbero potuto usare il servizio su iOS. Schmidt ha dapprima rimbalzato la risposta a Apple, lasciando intendere che l'app fosse in approvazione, per poi correggere il tiro dopo la smentita dell'azienda di Cupertino: non è stato presentato nulla.