Apple ha presentato nuovi documenti al tribunale federale della California che arricchiscono di dettagli sostanziali le accuse mosse contro un suo ex ingegnere, Chen Shi, sospettato di aver condiviso segreti industriali con l'azienda cinese Oppo. La vicenda, inizialmente portata alla luce lo scorso agosto, si fa sempre più intricata e coinvolge non solo questioni di spionaggio industriale, ma anche dinamiche di cooperazione legale tra multinazionali.
Secondo quanto emerge dalla nuova documentazione depositata presso la corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto settentrionale della California, divisione di San Jose, Apple sostiene che Shi avrebbe tenuto una presentazione interna ai dipendenti di Oppo dedicata specificamente alla tecnologia dei sensori sviluppata dalla casa di Cupertino. La presentazione sarebbe stata promossa internamente come "Oppo Talk" e avrebbe visto un ex direttore tecnico di Apple svelare dettagli sullo sviluppo hardware dei sensori il primo agosto, presumibilmente durante un evento aziendale organizzato dalla società cinese.
Le slide utilizzate durante questo incontro conterrebbero, secondo Apple, informazioni provenienti da ben 63 file riservati che Shi avrebbe scaricato nelle ultime settimane del suo impiego presso l'azienda americana. Non si sarebbe trattato di una semplice presentazione teorica: l'ex ingegnere avrebbe risposto a domande tecniche specifiche sul design dei sensori Apple, dimostrando una conoscenza dettagliata che andrebbe ben oltre i principi generali dell'ingegneria. Questa versione dei fatti contrasta nettamente con quanto sostenuto da Oppo, che ha ripetutamente negato di aver ricevuto qualsiasi informazione riservata e ha dichiarato di non aver trovato prove che confermino le accuse di Apple.
Il gigante tecnologico di Cupertino non si limita però ad accusare l'ex dipendente, ma punta il dito anche contro Oppo per la presunta mancanza di collaborazione nelle indagini. Nonostante le dichiarazioni contrarie rilasciate ad agosto, l'azienda cinese non avrebbe consegnato tutti i documenti richiesti da Apple e non avrebbe fornito i risultati delle analisi forensi sui dispositivi utilizzati da Shi. Ancora più preoccupante, secondo Apple, è la possibilità che l'ex ingegnere abbia avuto tempo sufficiente per cancellare file dai server di Oppo dopo la presentazione della causa, distruggendo potenzialmente prove cruciali per il caso.
Le richieste di Apple al tribunale sono particolarmente drastiche e rivelano la serietà con cui l'azienda affronta la questione. La casa della mela chiede che Shi venga immediatamente impedito di condividere ulteriori informazioni riservate, che Oppo interrompa qualsiasi lavoro su prodotti che utilizzino tecnologia Apple e che i dipendenti coinvolti vengano esclusi da progetti relativi a prodotti o tecnologie concorrenti. Si tratta di misure cautelari che, se accolte, avrebbero un impatto significativo sulle operazioni di Oppo InnoPeak Technology, la sussidiaria presso cui Shi avrebbe lavorato dopo aver lasciato Apple.
Dal canto suo, Oppo mantiene una posizione difensiva e respinge categoricamente le accuse. L'azienda cinese sostiene di aver effettuato ricerche approfondite in tutti i sistemi a cui Shi aveva accesso e di non aver trovato alcuna traccia di segreti commerciali o informazioni proprietarie di Apple. Per quanto riguarda la controversa presentazione, Oppo minimizza l'accaduto affermando che Shi si sarebbe limitato a discutere di "principi generali di ingegneria" senza fare riferimento specifico a informazioni riservate provenienti dalla sua precedente esperienza professionale. Inoltre, l'azienda ha contestato la richiesta di Apple per un'ingiunzione preventiva, sostenendo che la casa di Cupertino non ne avrebbe diritto.
La battaglia legale si sta ora spostando anche sul piano procedurale. Il tribunale ha ordinato a Oppo di conformarsi alle richieste documentali di Apple entro il 31 ottobre, oppure di procedere su base progressiva a partire dal 28 ottobre, qualora la quantità di documenti da fornire sia particolarmente elevata. Nel frattempo, Shi ha accettato di sottoporsi a una deposizione, ma ha chiesto una proroga dei termini citando una recente diagnosi medica di una condizione che potrebbe aggravarsi a causa di stress elevato e situazioni avverse. L'ex ingegnere ha inoltre richiesto un'ordinanza protettiva per limitare o sospendere la deposizione per motivi di salute.
Oppo ha però contrattaccato sostenendo che anche Apple non stia rispettando pienamente i propri obblighi processuali. Secondo la società cinese, la casa di Cupertino avrebbe ricevuto richieste simili di interrogatori e documenti il 18 settembre, con scadenza fissata al 20 ottobre. La risposta di Apple sarebbe consistita in soli 54 documenti, un numero irrisorio rispetto alle centinaia di file che l'azienda stessa sostiene siano stati sottratti da Shi. Questa discrepanza alimenta ulteriormente le tensioni tra le parti e solleva dubbi sulla reciproca volontà di cooperare per giungere a una risoluzione del caso.
La documentazione attualmente disponibile, presentata in versione pubblica con opportune redazioni per proteggere i segreti commerciali di Apple, non include ancora decisioni definitive da parte del tribunale. Con la scadenza per la consegna dei documenti da parte di Oppo ancora in corso, è probabile che nei prossimi mesi emergano nuovi sviluppi che potrebbero fare maggiore chiarezza sulla vicenda.