Vi ricordate che qualche settimana fa vi dissi, alla fine della
mia recensione del vivo X200 Ultra, che al netto di qualche evidente compromesso lato software, quel device
era il cameraphone più interessante del 2025 per via del suo ottimo connubio fra comparto fotografico e specifiche tecniche? Bene, dimenticatevi di quanto vi ho detto perché vivo ha pensato bene di superarsi e di rilasciare quello che, a mani basse, è IL cameraphone da battere.
Parlo del X300 Pro, un device che oltre a racchiudere tutte le qualità del X200 Ultra, ne migliora il software, ne affina la scheda tecnica e, al netto di un paio di difetti che affliggono la versione occidentale, si presenta sul mercato in forma smagliante, riuscendo a oscurare tutti quegli smartphone che, nel corso dell’ultimo anno, si sono contesi il trono di “miglior cameraphone del 2025”.
Il merito, però, non è da ritrovarsi solo in un comparto fotografico che stupisce a ogni scatto, ma anche in un sapiente mix di performance al top, funzionalità intelligenti e costruzione impeccabile, tutti frutti del lungo percorso di crescita che vivo ha compiuto negli ultimi anni per riuscire a mettere nelle mani dei consumatori la visione che da sempre rappresenta il cuore dell’azienda.
Il risultato? Un top di gamma non solo per quanto riguarda il comparto fotografico ma sotto ogni aspetto, dalla scheda tecnica, passando per la qualità costruttiva, fino alla cura di tutti quei dettagli che lo rendono uno strumento ottimo anche per i professionisti.
La Recensione in un minuto
Dimenticate quanto detto in merito al X200 Ultra, perché il vivo X300 Pro è il nuovo cameraphone da battere nel 2025. L’azienda ha superato sé stessa affinando hardware, software e design fino a creare un top di gamma completo sotto ogni aspetto. Il nuovo device migliora le prestazioni, la fluidità e la qualità fotografica, mantenendo un’identità precisa e una costruzione premium che si percepisce sin dal primo tocco.
Il design segue la filosofia di vivo: il modulo fotografico è il fulcro attorno al quale tutto ruota. L’imponente isola posteriore ospita sensori realizzati in collaborazione con Zeiss, mentre la scocca in “velvet glass” regala un grip impeccabile. Il display AMOLED da 6,78’’ offre 120Hz, HDR10+, Dolby Vision e una luminosità di picco di 4500 nits, calibrato per una fedeltà cromatica assoluta proprio dai tecnici di Zeiss.
Il cuore del sistema è un chip Mediatek Dimensity 9500 personalizzato da vivo, dotato di una NPU dedicata all’imaging e supportato da una vapor chamber per temperature sempre ottimali. Il comparto fotografico è il migliore sul mercato: sensore principale Sony LYT-828 da 50MP, ultra-grandangolare da 50MP e un teleobiettivo Samsung da 200MP che regala scatti e zoom spettacolari. Le foto notturne sono realistiche, dettagliate e perfettamente bilanciate. Anche nei video, il X300 Pro sfiora la qualità di iPhone, con registrazioni fino a 8K e un’ottima gestione HDR Dolby Vision.
OriginOS 6, basato su Android 16, sancisce la maturità software di vivo: fluido, pulito e privo di bloatware. L’autonomia della batteria da 5440 mAh non è incredibile come quella della controparte per il mercato cinese, ma risulta comunque ottima per arrivare a fine giornata e compatibile con ricarica rapida a 90W.
Con un prezzo da smartphone premium, il X300 Pro non è un’alternativa ai top di gamma: è un top di gamma, nonché il miglior cameraphone attualmente in circolazione.
Premium sotto ogni aspetto
Ogni aspetto del design del vivo X300 Pro segue di pari passo la visione dell’azienda, partendo dalla confezione che, come da tradizione, si poggia su un design quadrato pensato per mettere in risalto il cerchio in rilievo posto frontalmente sulla scatola, come a ricordare quale sia l’elemento principale dell’esperienza.
Difatti la filosofia costruttiva di vivo segue la volontà del voler mettere al primo posto l’ottimo modulo fotografico del device, adornandolo, passo dopo passo, con tutti gli altri aspetti che ne compongono la forma finale.
La differenza, però, rispetto al X200 Ultra, sta tutta nei dettagli e nella scelta dei materiali, i quali in questo X300 Pro raggiungono un livello mai toccato prima dall’azienda.
L’imponente isola fotografica posteriore rimane invariata: mastodontica, nera come la notte, ma leggermente più bassa rispetto al precedente top di gamma di vivo.
Già dalla zigrinatura della corona, però, si nota che l’azienda ha voluto fare all-in in termini di qualità, con un anello decorativo in acciaio che funge da collante fra il modulo fotografico e la superficie po'steriore dello smartphone, realizzata in un materiale che l’azienda ha ribattezzato “velvet glass” (vetro di velluto), per via della peculiare sensazione che trasmette al tatto.
Si tratta di un vetro piatto (finalmente) che ricorda il trattamento “ghiacciato”, già visto in altri modelli, ma che sul vivo X300 Pro risulta molto più ruvido al tatto, quasi come fosse velluto per l’appunto.
Il risultato è un pannello posteriore che non solo si rivela molto elegante (in entrambe le colorazioni proposte) ma che garantisce un grip eccezionale in qualsiasi condizione.
Sempre per seguire la visione del mettere al centro dell’esperienza la fotografia, nella parte frontale troneggia un display AMOLED da 6.78”, aspect ratio da 20:9, refresh rate che arriva fino a 120Hz, densità di pixel di 450ppi, luminosità di picco dichiarata di 4500 nits e una risoluzione di 1260X2800 pixel.
Visto che il display è la prima finestra che si ha per osservare le foto appena scattate, i colori sono stati calibrati con estrema precisione dai tecnici di Zeiss, andando a coprire l’intero gamut sRGB per garantire una resa sempre fedele di quello che il modulo fotografico osserva.
Per non farsi mancare nulla, il display supporta nativamente HDR10+, e Dolby Vision, e presenta delle cornici spesse solamente 1,1mm.
Il display ha aspect ratio peculiare. è vero, ma è stato realizzato per offrire la superficie perfetta per gestire al meglio i propri scatti, o i propri video, offrendo sempre il giusto spazio per includere la scena (al netto di scattare in 4:3) e i controlli digitali.
La scelta di questo aspect ratio, però, ha di riflesso reso leggermente più stretto il device, garantendogli una presa in mano più solida e una maggior praticità nell’utilizzo “con un solo pollice”.
Il display, infine, presenta la classica pellicola pre-applicata, mentre il vetro che protegge lo schermo è realizzato in Diamond Armor Glass per garantire estrema resistenza al vetro frontale.
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Ad adornare il display e la scocca posteriore, troviamo un frame in alluminio che fin dal primo impatto mostra una lavorazione molto più curata rispetto a molti altri concorrenti. Sulla corince, come da tradizione, trovano spazio il bilancere per il volume, il pulsante d’accensione e, al posto del camera button presente sul vivo X200 Ultra, sul X300 Pro è stato posizionato un pulsante multifunzione sul lato sinistro, configurabile per avviare fino a due differenti funzioni in base la numero di volte in cui viene premuto. Un piccolo dettaglio, è vero, ma fa la differenza nell’uso quotidiano, rivelandosi molto più versatile, e utile, rispetto alle alternative offerte dalla concorrenza.
Fra le mani lo smartphone restituisce immediatamente quelle sensazioni da prodotto premium. Il peso di 224 grammi è ben distribuito sull’intera superficie e lo smartphone non risulta mai sbilanciato, ingombrante o scivoloso… un aspetto decisamente importante se si considera l’importante modulo fotografico posto nella parte posteriore.
La certificazione IP68/69, inoltre, garantisce un’ottima resistenza a polvere, acqua e getti a pressione elevata. Durante questi giorni spesi assieme al vivo X300 Pro, ho provato a immergerlo in acqua e a maltrattarlo un pochino e non solo non ha battuto ciglio, ma non ha mostrato alcun segno di usura anche in seguito a una caduta accidentale dalla tasca. Insomma, tutti segnali che confermano l’ottima costruzione di questo smartphone.
Una piccola nota a margine, onde evitare allarmismi di sorta, se notate graffi sulla scocca posteriore realizzata in “velvet glass”, vi basterà passarci un panno umido per farli sparire del tutto (non rimangono nemmeno micro-tracce visibili in controluce). Non si tratta di magia nera ma di una proprietà del trattamento applicato da vivo sul vetro posteriore.
Per quanto riguarda la dotazione inclusa con il vivo X300 Pro, troviamo un cavo USB-C, l’ago per rimuovere il carrello dedicato alle micro-sim, manualistica varia e una custodia in silicone abbinata al colore scelto. Come da triste tradizione per il mercato europeo, manca il caricabatterie, disponibile solo nella versione cinese dello smartphone.
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Fotografia professionale sempre in tasca
Volendo seguire la visione di vivo anche in questa analisi, viene da se che il primo aspetto da analizzare sia l’eccellente comparto fotografico del X300 Pro il quale, ve lo anticipo subito, non ha attualmente concorrenti sul mercato, visto che l’unico smartphone che lavora, leggerissimamente, meglio in notturna è il vivo X200 Ultra.
Prima di parlarvi della qualità degli scatti, oltre che delle molteplici funzionalità presenti lato software, lasciatemi spendere due parole sull’hardware che compone il modulo fotografico:
- Sensore primario da 50MP (Sony LYT-828), f/1,57, OIS
- Ultra-grandangolare da 50MP (Samsung JN1)., f/2,0, OIS
- Teleobiettivo da 200MP (Samsung HBP), f/2,67, 119°
- Camera frontale da 50MP, f2/0.
Ovviamente tutto il comparto fotografico è stato realizzato in strettissima collaborazione con Zeiss, la quale oltre a fornire gli obiettivi, ha collaborato nella realizzazione dl software e di alcune componenti interne del modulo fotografico.
Cominciamo con il sensore di Sony, abbinato a un obiettivo Zeiss T* f/1,57 e supportato da una stabilizzazione ottica classificata Cipa 5,5 (quindi praticamente analoga a quella dei gimbal professionali).
Un sensore letteralmente stupefacente, perfetto sia per il punta e scatta, che per le foto professionali. Grazie all’implementazione della tecnologia HF-HDR, permette di combinare multiple esposizioni a diversi livelli di sensibilità, garantendo una gamma dinamica equivalente a 17 stop.
Il risultato sono foto sempre dettagliatissime, con una resa dei colori naturale (grazie alle calibrazioni targate Zeiss), contrasti vibranti ma mai esasperati e una resa finale che stupisce in ogni contesto (sia con luci molto basse che con condizioni atmosferiche poco favorevoli).
Difatti, se nelle foto diurne non ci sono competitor che possano attualmente battere i risultati ottenuti dal vivo X300 Pro, dove eccelle davvero è negli scatti in notturna.
Con condizioni di scarsissima luminosità, l’X300 Pro riesce a restituire delle foto sempre dettagliate, realistiche e poco processate, che risultano leggermente inferiori solamente se comparate con quelle del precedente X200 Ultra (che in sporadiche situazioni ha mostrato cieli maggiormente realistici rispetto a quelli realizzati dal X300 Pro).
La vera star di questo smartphone, però, è il teleobiettivo da 200 megapixel realizzato a quattro mani con Samsung nel corso degli ultimi due anni.
Un sensore che garantisce uno zoom ottico fino a 3,7X che può essere combinato con il kit addizionale (di cui vi parlerò nei prossimi giorni) per ottenere l’equivalente di un obiettivo ottico da 200mm.
A molti potrebbe far storcere il naso un valore così basso per quanto concerne lo zoom ottico ma è giusto ricordarvi che si tratta esclusivamente del valore del teleobiettivo.
Grazie alla perfetta fusione fra hardware e software, il vivo X300 Pro garantisce dei risultati perfetti fino a 10X (ovvero il tetto massimo garantito da vivo prima di passare allo zoom digitale che si estende fino a 100X), come mostrato nelle foto realizzate qui di seguito.
Laddove le foto realizzate con il giusto tempo sono letteralmente incredibili, anche il “punta e scatta” è stato preso in seria considerazione da vivo.
Due clic sul tasto per abbassare il volume e si avvia la sezione della fotocamera dedicata alla street photography, dove il punta e scatta è di casa, il post processing risulta sempre poco invasivo e il software, oltre a garantire sempre scatti splendidi, si premunisce di aggiungere un leggerissimo, quanto naturale, effetto bokeh per rendere maggiormente tridimensionale il tutto.
In alternativa, si può optare per la modalità “istantanea”, pensata anch’essa per garantire scatti in velocità, sempre di estrema qualità, senza troppe preoccupazioni.
L’unico appunto che mi viene da fare riguarda il post processing che se , nel 99% degli scenari, risulta poco invasivo e perfettamente in linea con la filosofia alla base di questo cameraphone, in sporadici casi, per lo più quando si gioca troppo con gli effetti, le risoluzioni elevate e gli zoom esasperati, tende a mostrare qualche piccolo artificio nelle scritte in lontananza quando si ingrandisce la foto. Una piccolezza, sia chiaro, ma ritengo necessario farlo presente.
Quello che però stupisce è l’ottimo lavoro svolto lato software da vivo. Ogni funzione dell’app nativa per la fotocamera è realizzato con una cura incredibile, mettendo al centro l’esperienza dell’utente.
Ogni funzione è facilmente individuabile, rendendo la curva di apprendimento per i novizi molto morbida e non trasformando mai lo “scattare una bella foto” un’attività ad appannaggio esclusivo dei professionisti del settore.
Allo stesso modo anche la galleria di default risulta organizzata in maniera quasi maniacale, visto che si premunisce di dividere in diverse sezioni gli scatti in alta risoluzione, quelli in RAW, quelli realizzati con effetti Bokeh e così via, permettendo sempre di trovare con estrema facilità le proprie foto.
Per quanto riguarda i video, vivo ha realizzato un cameraphone che riesce tranquillamente a eguagliare la tanto celebre qualità video di iPhone e se non fosse bastato il fatto che l’intera conferenza di presentazione della nuova linea di smartphone sia stata ripresa esclusivamente con dei vivo X300 Pro, lasciatemi aggiungere che il nuovo arrivato di casa vivo è riuscito a sostituire rapidamente il mio iPhone 17 Pro, facendomi mancare solo una, singola cosa.
Innanzitutto il vivo X300 Pro può registrare video a una risoluzione massima di 8K (con limite a 60FPS), anche se i suoi “soft spot” rimangono i binomi 4K/60FPS e 4K/120FPS.
Parlando subito della piccola mancanza che ho notato passando dall’iPhone al vivo, la super-stabilizzazione, ovvero quella capace di restituire la stessa “fermezza” (perdonate il termine poco tecnico) di un gimbal professionale, non permette di registrare video che vadano oltre una risoluzione di 2.8K a 60FPS. Questo non vuol dire che i video registrati senza attivare la super stabilizzazione vengano eccessivamente mossi, ma sicuramente la stabilità garantita dallo smartphone di Cupertino durante le riprese a “mano libera” a 4K/60FPS, con il vivo si possono ottenere solamente utilizzando un gimbal esterno.
Al netto di questo dettaglio (che si è rivelato poco impattante nell’uso quotidiano) i video registrati con il vivo X300 Pro sono semplicemente superlativi.
Lato software vivo ha pensato davvero a tutto, permettendo di connettere rapidamente microfoni bluetooth (senza impazzire dietro a software specifici e incompatibilità di sorta), registrare in HDR Dolby Vision o in 10-bit LOG e offrendo un ventaglio di opzioni, tra le quali una rinnovata modalità palco estremamente utile se si devono filmare eventi per lavoro (o per passione), che lo rendono anche uno dei migliori smartphone per realizzare video professionali attualmente sul mercato.
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Un SoC unico
Questi risultati sono dati anche dal fatto che vivo ha collaborato assieme a Mediatek per realizzare una versione “custom” del recente, quanto notoriamente incredibile, Dimensity 9500.
Sull’ultimo processore realizzato da Mediatek, con processo produttivo a 3nm, non c’è più bisogno di aggiungere altro. Efficiente, reattivo, potente e capace di eguagliare, e in alcuni contesti superare, l’attuale top di gamma di Qualcomm, così come di avvicinarsi “pericolosamente” ai risultati ottenuti dall’A19 Pro di Apple.
L’esperienza finale offerta dal X300 Pro è semplicemente quella che ci si aspetta da un top di gamma con un prezzo di listino che super i 1000€: reattiva, sempre eccelsa, fluida e capace di gestire numerosi processi contemporaneamente.
Il processore lavora sempre perfettamente, anche in virtù di una vapor chamber pensata per mantenere sempre ottimali le temperature, e lo smartphone non risulta mai “fastidiosamente caldo” fra le mani, limitandosi a risultare sensibilmente tiepido quando messo sotto sforzo.
Quello che, però, rende il Dimensity 9500 montato sui nuovi device della linea X300 di vivo, diverso da quello che si può trovare negli altri smartphone, è la presenza di una NPU esclusiva, realizzata da vivo, dedicata al post processing delle immagini e che rendono questo specifico Dimensity 9500, il primo SoC dedicato all’imaging professionale.
Il nuovo processore, unito a un chip (VS1) dedicato al pre-processing e all’applicazione dei filtri in tempo reale prima di effettuare uno scatto, sono la chiave di volta dell’eccellenza fotografica offerta dal X300 Pro.
Una collaborazione che, analogamente a quanto già visto da anni con il binomio Samsung/Qualcomm, è riuscita a realizzare un qualcosa di unico per il panorama dei cameraphone, oltre che a definire un’identità molto precisa agli smartphone realizzati da vivo.
Due paroline sull’autonomia
Veniamo all’unico, vero, tallone di Achille (almeno sulla carta) del X300 Pro è la sua batteria BlueVolt da 5440 mAh, la quale pur permettendo di arrivare tranquillamente a fine giornata anche utilizzando intensivamente il device (ma non se lo si usa in maniera esasperata), si discosta parecchio dalla batteria da 6500 mAh presente nella variante per il mercato cinese.
Una scelta obbligata dalle
numerose normative dell’esportazione legate alle celle delle batterie che superano i 20Wh (
trovate maggiori informazioni in questo articolo) e che avrebbero trascinato vivo in un turbinio di burocrazia che ne avrebbe, inevitabilmente, ritardato l’arrivo in pompa magna sui mercati europei (vi ricordo che da quest’anno vivo è ufficialmente presente in Italia con servizi di vendita e assistenza diretta).
Un punto negativo, senza dubbio, ma che non deve essere letto in maniera errata. Oramai si sta cominciando a “denigrare” gli smartphone di brand “meno noti” che non presentano batterie atomiche (ovvero capaci di garantire due/tre giorni di autonomia senza carica), ma allo stesso tempo si giustificano le aziende più celebri, quando non le introducono nei loro device, sulla base di “prese di posizione” dettate più dal cuore che dalla ragione.
A conti fatti, sono pochissimi gli utenti che, anche quando hanno fra le mani uno smartphone con una batteria da 7500 mAh non lo mettono in carica la notte. Al netto di persone come i recensori, che devono testare l’autonomia di un device mettendolo sotto sforzo e provandolo in ogni condizione possibile, o poche nicchie specifiche di utenti che sono impossibilitati ad avere con se un caricabatteria per una manciata di gironi, la maggior parte degli utenti ha la sola necessità che lo smartphone arrivi a fine giornata senza preoccupazioni e senza imporgli un utilizzo moderato.
In questo il vivo X300 Pro si comporta decisamente bene, visto che garantisce la giornata piena d’utilizzo senza grosse rinunce, richiedendo una ricarica d’emergenza solo se si decide di usarlo per compier e shooting intensivi della durata di ore.
Potrei aggiungere che l’impugnatura da fotografo, venduta separatamente, funge anche da mini-powerbank da 2300 mAh proprio per garantire l’autonomia necessaria per compiere degli shooting intensivi senza ritrovarsi senza batteria a fine giornata, ma trattandosi di un accessorio complementare, non avrebbe senso parlarne in questa sede.
Quello che conta specificare è che si, la batteria è sensibilmente più piccola rispetto a quella presente nella variante cinese, ma no, il vivo X300 Pro non è un telefono con una scarsa autonomia.
Infine, la ricarica rapida a 90W cablata, e a 40W wireless, garantisce di arrivare, approssimativamente, al 50% di autonomia in 15 minuti, così come la batteria è certificata per garantire un degrado massimo del 20% nell’arco di 5 anni di utilizzo.
Il sistema operativo della maturità
Chiunque abbia avuto uno smartphone vivo d’importazione, quindi con OrginOS e non con FunTouch, sa bene quanto vivo sia l’azienda più attiva in termini di aggiornamenti.
È semplicemente incredibile la quantità di micro-aggiornamenti che l’azienda rilascia in un anno per aggiungere opzioni, sistemare imperfezioni e migliorare costantemente l’esperienza finale per gli utenti, ma fino all’arrivo in Italia della serie X300, questo encomiabile impegno era ad appannaggio del solo mercato cinese.
Con questa nuova linea di smartphone, però, vivo ha deciso di rendere OriginOS disponibile per tutti globalmente, con un roll-out che andrà a toccare anche i precedenti modelli da oggi fino a gennaio 2026, permettendo a tutti i possessori di un device dell’azienda di capire come mai vivo sia così stimata per la sua dedizione nel migliorare la User Experience.
Il vivo X300 Pro arriva con OriginOS 6 di serie, la versione basata su Android 16 del sistema operativo principale dell’azienda.
Un OS che non bada a spese in termini di funzionalità ma che, allo stesso tempo, mira a far emergere l’essenziale. L’azienda, difatti, non si è prodigata nel mostrare decine e decine di funzionalità situazionali, pensate per lo più per stupire, quanto più al realizzare un sistema operativo completo sotto ogni aspetto, con pochissime mancanze e completamente incentrato sul rendere sempre piacevole, fluida e immediata l’esperienza finale.
Senza perdere troppo tempo a dilungarmi sulle decine di possibilità offerte sul versante della personalizzazione (molte fin troppo ispirate al redesign di iOS come già fatto da latri brand cinesi) , quello che mi ha sorpreso di OriginOS 6 è la sua efficienza.
Perfettamente integrato con tutti i servizi di Google, privo di applicazioni superflue (e di bloatware, al netto di un paio di applicazioni proprietarie di vivo) e ricolmo di funzioni effettivamente utili che, però, sarebbero dovute essere valorizzate maggiormente dall’azienda (per farvi un esempio, anche su OriginOS 6 sono presenti gli indicatori per aiutare chi soffre di mal di mare, ma bisogna sapere che ci sono, perché se no lo si scopre solo navigando nei numerosi menù dedicati alle impostazioni).
Le, oramai, imprescindibili funzioni basate sull’IA, per lo più dedicate all’editing delle immagini, sono presenti anche qui, ma l’implementazione dell’intelligenza artificiale non risulta mai invadente o predominante nell’esperienza complessiva (e credetemi è una boccata d’ossigeno non indifferente di questi tempi).
Si tratta di un’esperienza complessiva appagante sotto ogni punto di vista, che ricorda più una versione sotto steroidi di Android Stock che una sua variante ricolma di funzioni situazionali presenti più per fare numero che per reale necessità.
Vivo è nota per implementare le novità solo quando queste ultime funzionano a dovere, così come è altresì nota per aggiornare costantemente il suo OS implementando nuove funzioni (anche microscopiche) quando pronte. Un esempio di questa filosofia? La versione presente sul mio X300 Pro di OriginOS 6, non presenta la possibilità di editare la lock screen in tempo reale (eseguendo un pinch con le dita), una funzione che sarà presente nella versione finale in arrivo nella giornata di oggi.
Piccola menzione d’onore, infine, nella volontà di vivo di rendere i suoi smartphone dei device professionali per ogni tipo di utente, implementando il pieno supporto su Mac tramite l’applicazione vivo Office Kit, la quale permette non solo di connettere il proprio smartphone su macOS per interagire con i file presenti ma di effettuare il mirroring dello smartphone per poterci interagire direttamente dal proprio computer. L’ho provato per qualche ora e, a differenza delle alternative analoghe offerte dalle altre aziende, la soluzione di vivo funziona senza problemi, risultando pratica e priva di limitazioni.
Prezzo conclusioni e due paroline su vivo
Giunti a questo punto non rimane altro da fare, prima di chiudere, se non paralre del prezzo a cui viene venduto il vivo X300 Pro. In Italia abbiamo una sola versione (16+512), disponibile in due colori (il classico Phantom Black e l’elegante, quanto caratteristico, Dune Brown) venduta a un prezzo di listino di 1.399,90€.
Per il lancio in Italia, vivo ha una promozione attiva che omaggia i clienti di un carica batteria da 90W, gli auricolari TWS 3e (con cancellazione attiva del rumore) e permette di utilizzare un coupon che sconta il prezzo finale di 150€.
Indubbiamente un’ottima offerta, anche se sono certo che in molti vedranno questo street price come troppo elevato, per colpa di una mentalità sbagliata sempre più dilagante nel settore degli smartphone.
In realtà, il prezzo del X300 Pro è perfettamente allineato alla qualità del prodotto ma si dovrebbe cominciare a smetterla di consdierare tutti i brand diversi da quelli più celebri, come delle mere “alternative a…”.
Mai come nel caso del vivo X300 Pro, mi sono trovato di fronte a uno smartphone che trasmette una visione aziendale ben precisa. Vivo non è un’alternativa ai top di gamma Android… vivo produce top di gamma Android e, più nello specifico, dei cameraphone premium (sia nei materiali che, conseguentemente, nel prezzo) di pregevole fattura e di fronte a prodotti come questo, bisognerebbe premiare la decisione di non limitarsi a inseguire ma di voler essere il punto di riferimento per una specifica tipologia di utenti. ù
Mai come nell’ultimo ventennio, il mercato degli smartphone si è per certi versi appiattito. Sono lontani quegli anni in cui Nokia, Samsung, Blackberry, Motorola e tutti gli altri attori del mercato, si contendevano la clientela con prodotti sempre freschi, innovativi e, soprattutto, competitivi.
Oggigiorno tutto si limita a tre, forse quattro, brand che vengono considerati come gli unici capaci di realizzare device di eccelsa qualità. Un modo di pensare che ha portato le varie aziende a creare dei prodotti meravigliosi ma, allo stesso tempo, ricolmi di compromessi per poter arrivare sul mercato con un prezzo capace di attrarre i consumatori.
Per questo, trovarsi davanti a un brand con una visione ben precisa e capace di realizzare uno smartphone che, non solo si staglia come miglior cameraphone del 2025 (almeno per il momento) ma è anche un device che non scende a compromessi, non può che far bene a un mercato sempre più piatto.
Quindi, se cercavate uno smartphone con un comparto fotografico semplicemente incredibile, un sistema operativo affidabile, una scheda tecnica di prim’ordine e materiali di prim’ordine, il consiglio è di non bistrattare il vivo X300 Pro, perché si tratta del cameraphone, attualmente, migliore sul mercato.