Apple: chi di brevetto ferisce di brevetto perisce

Un grafico riassume la situazione della guerra dei brevetti nel mondo mobile: Apple è al centro della ragnatela e recita al contempo il ruolo di vittima e carnefice. Tutta colpa del successo di iPhone e iPad.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Apple è coinvolta in circa il 60% delle cause per violazione di brevetti relative al mondo mobile. Il conto è stato fatto dalla società di consulenza Kanzatec specializzata nella consulenza per le proprietà intellettuali e tiene in considerazione solo i processi e le denunce di un certo peso, in cui l'azienda di Cupertino è coinvolta in qualità di parte lesa o di accusatrice. Per capire chi accusa chi basta consultare il grafico redatto dalla stessa Kanzatec.

Gli avversari legali più frequenti che appaiono nella ragnatela tessuta dalla società di consulenza sono Samsung, Motorola, HTC, Kodak e Nokia, mentre spicca l'assenza di scontri diretti con Microsoft. Del resto la politica della casa di Redmond è quella di tenersi il più lontana possibile dai tribunali, prediligendo il tavolo delle trattative per ottenere quello che vuole dai produttori. E considerato il numero di aziende che ha convinto a pagare le royalty, per esempio per i brevetti Android di sua proprietà, viene proprio da chiedersi se Apple abbia fatto bene i conti prima di sguinzagliare i suoi legali in giro per il mondo.

Le battaglie più agguerrite si stanno combattendo fra i produttori di telefonia mobile, che giocano di volta in volta nel duplice ruolo di vittime e carnefici. Quel che traspare è che, sebbene Apple sia al centro del grafico, non è l'unica a denunciare i concorrenti, che anzi la bersagliano in egual misura. La chiave di lettura di Feisal Mosleh, vice presidente di Kanzatec, è che "Apple continuerà a trovarsi al centro di questa mappa di cause legali tra le grandi aziende di tecnologia mobile, almeno finché continuerà a mantenere la sua leadership di mercato".

La chiave di lettura però potrebbe essere diversa. A pensarci bene Apple è passata in pochi anni dall'essere un produttore di computer di nicchia al creatore di alcuni dei fenomeni di maggiore successo mediatico, come iPhone e iPad. Di fatto ha rotto le uova nel paniere dei big di telefonia e dell'informatica, fregandosene delle consuetudini di pacifica convivenza che erano ormai consolidate.

Ovviamente i concorrenti a cui ha soffiato di mano ingenti quote di mercato e di guadagni non ci stanno e appena ne hanno l'occasione cercano di fermarla con tutti i mezzi a disposizione. Apple dal canto suo è più attenta ed efficace di molti altri a difendere i suoi interessi, e ha fatto dell'attacco la miglior difesa. La guerra dei brevetti in quest'ambito quindi si autoalimenta, e in questo senso è vero che fino a quando ci sarà Apple dovremo tenerci la guerra dei brevetti.

Che il successo attiri l'attenzione, nel bene e nel male, è noto, e ovviamente Apple deve tutelare i suoi interessi difendendosi dai piccoli detentori di proprietà intellettuale che cercano di mettere le mani sull'ingente disponibilità di cassa di una delle aziende più profittevoli al mondo. È il caso, per esempio, di quanto accaduto nel 2010 con la taiwanese Elan Microelectronics, che accusò Apple di violare due suoi brevetti riguardanti la tecnologia multi-touch (e vinse), e della recente vicenda con Proview, che ha spillato a Cupertino60 milioni di dollari. In questi casi la difesa era d'obbligo.

La guerra termonucleare contro Android

D'altro canto nessuno impone ad Apple di portare avanti la guerra termonucleare contro Android che era stata dichiarata e iniziata da Steve Jobs con le molteplici denunce contro Samsung, HTC, e in generale i maggiori produttori di prodotti con sistema operativo Android. Forse a questo punto la volontà di Jobs può ritenersi onorata, e c'è da chiedersi se non sia arrivato il momento di capire, per tutte le parti in causa, che il troppo stroppia.

Quello di smartphone e tablet è un settore altamente profittevole in cui essere leader è molto gratificante, ma non si può pretendere che tutto resti immutato in eterno. Oggi Android è un concorrente pericoloso perché gode dell'appoggio di molti produttori, tutti impegnati a cercare di portare via quote di mercato a Apple. Domani arriverà Windows 8 che potrebbe prendere a spallate entrambi i litiganti e diventare il sistema operativo mobile più diffuso. Se così sarà benvenga, vorrebbe dire che è il migliore per la maggior parte degli utenti (e ognuno è libero di preferire quello che gli pare).