Le strategie di marketing più aggressive possono rivelarsi un'arma a doppio taglio, specialmente quando a metterle in atto è una delle aziende tecnologiche più influenti al mondo. Apple sta scoprendo sulla propria pelle questa lezione fondamentale mentre cerca di promuovere con ogni mezzo possibile il film F1, la sua produzione cinematografica più costosa di sempre. L'ultima mossa promozionale dell'azienda di Cupertino ha però scatenato una vera e propria rivolta digitale tra gli utenti americani, che si sono trovati bombardati da notifiche pubblicitarie non richieste direttamente nei loro portafogli digitali.
Il sistema utilizzato da Apple per spingere la vendita dei biglietti cinematografici rappresenta una violazione palese delle stesse regole che l'azienda impone rigorosamente agli sviluppatori terzi. Gli utenti iPhone negli Stati Uniti hanno ricevuto notifiche push attraverso l'applicazione Wallet, invitandoli ad approfittare di uno sconto di 10 dollari per l'acquisto di due biglietti del film utilizzando un codice promozionale. La particolarità di questa campagna risiede nel fatto che nessuno aveva esplicitamente richiesto di ricevere questo tipo di comunicazioni commerciali.
Le linee guida ufficiali di Apple sono cristalline su questo punto:
"Le notifiche push non possono essere usate per promozioni o finalità di marketing diretto a meno che gli utenti non abbiano esplicitamente optato di riceverle"
Non solo, gli sviluppatori devono necessariamente fornire un metodo per disattivarle. Tuttavia, quando si tratta della propria strategia promozionale, Apple sembra aver deciso di applicare standard diversi, ignorando completamente le regole che con fermezza impone ad altri.
L'intensità della campagna promozionale per F1 rivela quanto sia strategico questo progetto per Apple. L'azienda ha dedicato persino l'apertura del keynote della WWDC 25 al film, inventando un sistema aptico inedito specificamente per l'occasione. Questa spinta promozionale senza precedenti sottolinea l'importanza che Apple attribuisce al successo di quella che rappresenta la sua più grande scommessa hollywoodiana fino ad oggi.
I social media americani si sono rapidamente riempiti di commenti indignati e proteste. Un post su Reddit dedicato alla questione ha raccolto decine di risposte negative, evidenziando come gli utenti percepiscano questa strategia come invasiva e inappropriata. Il malcontento deriva principalmente dal fatto che l'app Wallet è sempre stata considerata uno strumento neutro per la gestione centralizzata di carte, biglietti e documenti digitali, mai una piattaforma per ricevere solleciti commerciali.
L'analisi del codice di iOS 26 suggerisce che episodi simili potrebbero ripetersi in futuro, anche se Apple sembra aver previsto l'inserimento di un interruttore per permettere agli utenti di escludersi da questo tipo di comunicazioni. Questa modifica indica che l'azienda potrebbe aver pianificato di trasformare sistematicamente il Wallet in un canale di marketing, nonostante le evidenti resistenze degli utenti.
Una storia di strategie controverse
Questo non rappresenta il primo caso in cui Apple utilizza notifiche push per fini promozionali. L'app Apple TV ha già inviato in passato comunicazioni simili per promuovere i contenuti di Apple TV+, sebbene queste campagne abbiano generato meno clamore rispetto all'attuale controversia legata al Wallet.
Il precedente più clamoroso rimane tuttavia il caso dell'album "Songs of Innocence" degli U2, distribuito forzatamente a circa 500 milioni di utenti iTunes senza il loro consenso. Quella strategia di marketing si rivelò un boomerang tale da costringere sia la band irlandese che Apple a scusarsi pubblicamente. L'azienda, dopo aver investito 100 milioni di dollari per l'operazione, fu costretta a sviluppare uno strumento specifico per permettere agli utenti di rimuovere le canzoni dai propri dispositivi.
La vicenda attuale si inserisce in un periodo già delicato per le strategie di comunicazione di Apple, che recentemente ha dovuto ritirare diverse pubblicità dopo aver ricevuto critiche negative. Questa serie di gaffe di marketing solleva interrogativi sulla capacità dell'azienda di bilanciare le proprie ambizioni commerciali con il rispetto delle aspettative dei propri utenti. La contraddizione tra le regole imposte agli sviluppatori e il comportamento adottato da Apple stessa rischia di compromettere la credibilità dell'azienda e la fiducia che i consumatori ripongono nei suoi prodotti e servizi.