Apple Pay: 15 cent di guadagno ogni 100 dollari di spesa

Il Financial Time ha svelato che per ogni acquisto effettuato con Apple Pay, l'azienda tratterrà da Visa, Mastercard e Amex lo 0,15%. La quota è notevole ma il potenziale di clienti è enorme.

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a cura di Dario D'Elia

Apple, grazie al nuovo sistema di pagamento Apple Pay, potrà incamerare lo 0,15% sull'importo di ogni acquisto effettuato con iPhone 6 e tramite Watch. È stato il Financial Time a rompere il silenzio su uno degli dettagli più succulenti per l'industria di settore. Il colosso di Cupertino di fatto si appresta a guadagnare 15 centesimi di dollaro per ogni acquisto da 100 dollari, e potenzialmente 1,5 dollari su ogni transazione da 1000 dollari.

Le società di credito hanno dovuto accettare di buon grado quella che tutti considerano una richiesta piuttosto alta. Però bisogna anche considerare che il potenziale di clienti è enorme: oggi non a caso Apple ha confermato che il numero di prenotazioni iPhone 6 nelle prime 24 ore ha superato quota 4 milioni.

Apple Pay

Il mercato delle transazioni elettroniche è di fronte a una svolta senza precedenti. Neanche Google Wallet è arrivato a tanto. In fondo Apple ancora una volta non ha inventato un sistema dal nulla, ma individuato i punti deboli delle piattaforme e strumenti già diffusi. Dopodiché ha realizzato i tasselli per completare il puzzle. E impacchettato con una bella confezione invitante.

Mettendo insieme infatti la piattaforma Pay, la tecnologia Touch ID e il supporto NFC Apple ha creato un sistema di facile uso, apparentemente sicuro e convincente. "Convincente" perché in una sola mossa ha convinto Visa, Mastercard, Amex e quasi tutte le principali catene di commercio al dettaglio a sposare la sua causa. 

Apple Pie, quando si tratta di spartire

Sono rimasti fuori i colossi Walmart e BestBuy, ma banalmente perché tempo fa hanno introdotto i rispettivi sistemi di pagamento.

In ogni caso non resta che attendere ottobre, quando il servizio sarà attivo negli Stati Uniti. Per l'Europa le trattative sono ancora in corso. Visa e Mastercard stanno dialogando con le istituzioni finanziarie, e forse c'è di mezzo anche qualche criticità normativa.

Negli Stati Uniti si sta alimentando un sereno dibattitto sugli eventuali obblighi che potrebbero avere i nuovi intermediari finanziari. Oggi chi gestisce le transazioni delle carte di credito fornisce una serie di garanzie alle istituzioni ed è costretto a rispettare regolamenti stringenti. Dovranno fare lo stesso i nuovi entranti come Apple? Oppure con la tecnologia che di fatto rivoluziona paradigmaticamente i servizi c'è bisogno di una linea più morbida?

A Washington ovviamente si ragiona diversamente da Bruxelles. Oltreoceano le lobby sgomitano pensando solo al mercato. In Europa i diritti dei consumatori digitali hanno un maggiore peso.