Il colosso cinese BOE, uno dei principali fornitori di display OLED per gli iPhone di Apple, si trova ad affrontare una battaglia legale che potrebbe avere ripercussioni drammatiche sulla catena di approvvigionamento della Mela morsicata. La Commissione Commerciale Internazionale statunitense (ITC) ha emesso una sentenza preliminare che accusa l'azienda e sette delle sue sussidiarie di aver violato le leggi federali sui segreti commerciali, appropriandosi illegalmente delle tecnologie proprietarie di Samsung Display. Questa controversia non rappresenta solo l'ennesimo scontro tra giganti della tecnologia, ma potrebbe ridisegnare gli equilibri del mercato globale dei display per smartphone.
Un impero costruito su fondamenta traballanti
La posizione di BOE nel mondo Apple è tutt'altro che marginale: l'azienda fornisce circa il 20% dei display OLED per la gamma iPhone 16 e ha sviluppato una capacità produttiva annuale di 100 milioni di unità. Per consolidare questo rapporto strategico, BOE ha persino costruito un impianto dedicato esclusivamente ad Apple nella provincia del Sichuan. Tuttavia, il percorso dell'azienda cinese nel mercato degli iPhone non è mai stato privo di ostacoli.
Dal suo ingresso nel 2020 con iPhone 12, BOE ha dovuto fare i conti con le severe critiche di Apple riguardo alla qualità dei suoi componenti. Nonostante ciò, è riuscita a ritagliarsi una fetta del mercato accanto ai colossi LG e Samsung Display, diventando un player significativo nell'ecosistema della fornitura Apple.
La decisione che potrebbe cambiare tutto
L'ITC ha proposto misure drastiche: il divieto di importazione dei display OLED di BOE negli Stati Uniti e la rimozione dal mercato di tutti i prodotti già presenti nei magazzini americani. Secondo gli analisti, le sentenze preliminari di questo tipo vengono raramente ribaltate, il che non lascia presagire nulla di buono per l'azienda cinese.
La violazione contestata riguarda la Sezione 337 del Tariff Act, che protegge i segreti commerciali dalle appropriazioni illecite. Se la sentenza definitiva, attesa per novembre, dovesse confermare queste accuse, Apple si troverebbe di fronte a una significativa disruzione della sua catena di approvvigionamento.
Una guerra su più fronti
Il conflitto tra BOE e Samsung va ben oltre questa singola controversia sui segreti commerciali. Le due aziende stanno combattendo una vera e propria guerra legale su sei fronti diversi: cinque cause per violazione di brevetti e il caso sui segreti industriali. Solo negli ultimi due mesi, BOE ha intentato una seconda causa contro la linea Galaxy di Samsung, prendendo di mira dispositivi di punta come il Galaxy Z Fold 5, Z Fold 6 e il futuro Galaxy S25 Ultra.
L'azienda cinese non si accontenta di vincere le cause: ha chiesto al tribunale di vietare la vendita di questi prodotti negli Stati Uniti e pretende il rimborso completo delle spese legali. Una strategia aggressiva che dimostra quanto sia alta la posta in gioco in questo scontro tra titani della tecnologia.
Le conseguenze per Apple e i consumatori
Se BOE dovesse essere effettivamente bandita dal mercato americano, Samsung e LG si troverebbero probabilmente ad assorbire i suoi ordini per i display degli iPhone. Questa redistuzione potrebbe comportare costi di produzione più elevati per Apple, con la possibilità che parte di questi aumenti venga trasferita sui prezzi al consumo. I dispositivi Apple già importati negli Stati Uniti non subiranno conseguenze immediate, ma i rischi legali potrebbero spingere Apple a riconsiderare la sua dipendenza da BOE.
Per i consumatori, le implicazioni potrebbero tradursi in potenziali ritardi nelle consegne o disponibilità limitata di alcuni modelli, almeno nel breve termine. Tuttavia, l'esperienza di Apple nella gestione della supply chain dovrebbe minimizzare l'impatto immediato sugli utenti finali. La vera incognita riguarda gli effetti a lungo termine: questa vicenda evidenzia quanto sia complessa e vulnerabile la catena di approvvigionamento tecnologica globale, dove la protezione della proprietà intellettuale si scontra con le esigenze di un mercato sempre più interconnesso.