Apple sarà costretta ad accettare app store alternativi e sideloading?

Apple sarà costretta a consentire alternative all'App Store? I negoziati che precedono le votazioni sul Digital Market Act sono ormai quasi giunti alla fine.

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a cura di Umberto Stentella

Il Digital Market Act voluto dalle istituzioni europee è sempre più vicino e con la sua approvazione Apple potrebbe essere costretta a rivedere il suo intero business model per l’ecosistema iPhone e iPad.

Al centro della questione troviamo ancora una volta l’App Store, che attribuisce ad Apple un monopolio sulla vendita delle app e dei servizi, senza nessuna forma di concorrenza. Tra le altre cose, il Digital Markets Act - per come è formulato oggi - prevedrebbe l’obbligo di sideloading, ossia la possibilità per gli utenti di installare le app da fonti alternative — come il sito degli sviluppatori, oppure da marketplace concorrenti. Due possibilità presenti sugli smartphone Android, ma da sempre escluse da Apple.

Proprio il sideloading e l’introduzione di forme di pagamento alternative erano state al centro del duello legale con Epic Games.

Apple ha sempre difeso l’esclusione del sideloading, sostenendo che la sua introduzione minerebbe la sicurezza per cui è noto l’ecosistema di iOS. In altre parole, aprendo le porte a fonti alternative si faciliterebbe la diffusione di malware progettati per colpire gli iPhone. «Non saremmo più in grado di offrire le protezione per la privacy e la sicurezza che gli utenti si aspettano da noi», ha ribadito un portavoce di Apple in queste ore.

Secondo il Financial Times, i negoziati - che vedono coinvolte le aziende del settore, Apple inclusa - si concluderanno entro la fine del mese. Poi la bozza finale del DMA verrà presentata dalla Commissione Europea e quindi discussa e votata dal Parlamento e dal Consiglio. Durante questa fase la proposta potrà essere emendata più volte e prima della sua approvazione finale potrebbero dover passare diversi mesi. Apple ha, in altre parole, estremo margine per far valere le sue obiezioni attraverso l'attività di lobbying.

Sul tema del DMA e del Sideloading è intervenuto più volte lo stesso Tim Cook, CEO di Apple. «Ho letto con attenzione la proposta di regolamentazione delle aziende tech che sta venendo discussa in questi giorni», aveva detto a giugno dell'anno scorso. «Credo che abbia delle buone parti. Credo anche che alcuni dei punti non facciano gli interessi del consumatore».

Il DMA mette nel mirino esclusivamente le aziende con una capitalizzazione di mercato superiore agli 80 miliardi, un requisito rispettato praticamente esclusivamente dalle Big Tech statunitensi. In caso di trasgressioni, la legge prevede sanzioni non inferiori al 4% e non superiori al 20% del fatturato globale.

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