Il blocco del governo federale americano sta creando ripercussioni inaspettate nel mondo della tecnologia, influenzando direttamente il corso delle battaglie legali antitrust che vedono protagoniste alcune delle aziende più potenti del pianeta. Mentre Washington attraversa l'ennesima crisi di bilancio, i procedimenti giudiziari contro Apple, Amazon, Google e Meta seguono destini completamente diversi, rivelando quanto sia complesso l'intreccio tra politica e giustizia nell'era digitale. La situazione attuale dimostra come anche le dispute legali più significative del settore tecnologico possano dipendere da dinamiche che vanno ben oltre le aule di tribunale.
Due pesi e due misure nella giustizia tecnologica
Le conseguenze del shutdown federale si fanno sentire in modo disomogeneo sui quattro colossi tech sotto inchiesta. Amazon ed Apple (che recentemente ha lanciato i suoi nuovi iPhone 17) hanno ottenuto una pausa forzata nei loro procedimenti, con i giudici che hanno accolto le richieste del governo di sospendere le attività processuali fino al ripristino dei finanziamenti federali. Per Amazon, il processo vero e proprio non inizierà prima del febbraio 2027, mentre i legali di Apple dovranno gestire deposizioni e raccolta di prove fino al gennaio dello stesso anno.
La situazione è radicalmente diversa per Google e Meta, i cui casi proseguono regolarmente nonostante l'assenza di fondi governativi. Questa discrepanza nelle decisioni giudiziarie evidenzia come ogni tribunale mantenga una propria autonomia decisionale, anche in circostanze eccezionali come quella attuale.
Il giudice Mehta accelera contro Google
Il giudice Amit Mehta, responsabile del caso Google sui motori di ricerca, ha respinto categoricamente la richiesta governativa di sospensione, citando il precedente del 2019 quando i contenziosi antitrust continuarono nonostante lo shutdown. La decisione di Mehta appare strategica: il magistrato sta per finalizzare una sentenza che permetterà a Google di mantenere il controllo su Chrome, pur vietando al gigante di Mountain View di stipulare accordi esclusivi che obblighino i partner a utilizzare unicamente Google Search.
Stephen Calkins, professore di diritto alla Wayne State University, ritiene che Mehta voglia concludere rapidamente il caso: "La mia ipotesi è che Mehta sia quasi arrivato alla fine e voglia risolvere la questione prima che la tecnologia cambi, mentre Amazon e Apple sono ancora nelle fasi iniziali". Parallelamente, un secondo caso contro Google relativo al presunto monopolio nel mercato pubblicitario online prosegue anch'esso, dopo che il giudice competente ha negato la richiesta di sospensione avanzata dagli avvocati del Dipartimento di Giustizia.
Il paradosso del lavoro non retribuito
La questione solleva interrogativi etici significativi sul funzionamento della giustizia durante le crisi governative. Rebecca Haw Allensworth, professoressa di diritto alla Vanderbilt University, sottolinea come i giudici debbano bilanciare l'equità verso entrambe le parti: "Se chiedi a un intero team legale di andare in tribunale durante il congedo forzato, sembra piuttosto ingiusto".
Il sistema giudiziario federale ha annunciato di poter rimanere operativo almeno fino al 17 ottobre, utilizzando fondi propri e commissioni processuali indipendenti dal finanziamento federale. Durante il precedente shutdown del 2018, durato cinque settimane, l'apparato giudiziario mantenne la piena operatività per tutto il periodo, dimostrando una resilienza che potrebbe rivelarsi cruciale anche in questa occasione.
L'impatto sui giganti tech
Per le aziende coinvolte, questa situazione crea scenari strategici completamente diversi. Amazon e Apple godono di una tregua temporanea che potrebbe permettere loro di riorganizzare le difese legali, mentre Google e Meta devono continuare a sostenere le spese processuali senza alcun rallentamento nelle procedure. Il caso Amazon, che riguarda le presunte pratiche di prioritizzazione dei propri prodotti sulla piattaforma di e-commerce, rimane sospeso su richiesta della Federal Trade Commission.
La decisione finale spetta sempre ai magistrati, che mantengono la discrezionalità di procedere o sospendere i contenziosi. Tuttavia, quando un giudice ordina la continuazione delle attività, sia la FTC che il Dipartimento di Giustizia sono obbligati a proseguire, indipendentemente dallo stato dei finanziamenti federali. Questa dinamica sta creando un precedente importante per future crisi governative e il loro impatto sui procedimenti antitrust nel settore tecnologico.