Elitel: rischiano il posto in duemila

Il Tribunale di Milano ha deliberato che le ragioni delle parti dovranno essere esaminate dai magistrati nel corso di una causa ordinaria.

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a cura di Manolo De Agostini

Il caso Elitel, azienda di fonia e servizi Internet caduta in disgrazia per i debiti protratti con Telecom Italia, giunge a una nuova - e purtroppo non felice - tappa.Sono circa due mila, tra dipendenti diretti e parasubordinati, coloro che rischiano di rimanere appiedati a causa dello stato finanziario dell'azienda.

Ricordiamo che per via di un debito pari a 106 milioni di euro, Telecom Italia ha staccato le linee Elitel non solo lasciando in scacco l'azienda, ma anche tutti gli utenti che avevano sottoscritto un contratto telefonico/Internet.

Il nuovo colpo di scena arriva dal Tribunale di Milano, che ha deliberato ieri che le ragioni delle parti dovranno essere esaminate dai magistrati nel corso di una causa ordinaria.

Giorgio Fatarella, presidente di Elitel, commenta: "La decisione alla causa ordinaria, pur con l’applicazione di una richiesta danni per la parte lesa, costituisce un problema per la continuità operativa di Elitel e mette a rischio il posto di lavoro di oltre 2.000 persone, principalmente collocate in Lombardia ed Emilia Romagna. Proprio per tutelare l’azienda e i lavoratori noi avevamo richiesto un provvedimento d’urgenza".

"La prova di questo comportamento illegale è che da venerdì 20 luglio tutti i clienti adsl di Elitel sono connessi nuovamente a Internet proprio attraverso Telecom Italia. Questo significa che tutte le informazioni che si riferiscono agli oltre 400.000 utenti Elitel, sono state trasferite da Telecom alla propria rete commerciale retail".

"Nonostante oggi la situazione dell’azienda e dei lavoratori sia stata gravemente compromessa dal comportamento di Telecom Italia – termina Fatarella – non ci diamo per vinti e confidiamo nel lavoro della giustizia. L'atto su cui Elitel basa le proprie ragioni è la denuncia di Telecom Italia per abuso di posizione dominante, clausole vessatorie e utilizzo abusivo della gestione della rete, depositata in Corte d'Appello lo scorso martedì 17 luglio".