Il mondo della tecnologia mobile è in costante evoluzione, ma raramente un cambiamento normativo ha avuto un potenziale impatto così profondo sia sui produttori che sui milioni di consumatori in Europa. A partire dal 20 giugno 2025, smartphone e tablet venduti nel territorio dell'Unione Europea saranno obbligatoriamente accompagnati da una nuova etichetta energetica.
Questa misura, contenuta nel regolamento UE 2023/1669, non è una semplice aggiunta informativa, ma un pilastro di una strategia più ampia volta a trasformare il settore, rendendolo più trasparente, durevole e sostenibile. Dimenticate le etichette generiche: quella in arrivo è molto più complessa e dettagliata, e promette di cambiare il modo in cui scegliamo e utilizziamo i nostri dispositivi mobili.
Perché l'Unione Europea introduce questa etichetta?
La decisione di introdurre questa nuova etichetta e i requisiti collegati non nasce dal nulla. È una parte fondamentale di una strategia politico-industriale che l'Unione Europea porta avanti da anni con l'obiettivo di affrontare l'insostenibilità del consumo tecnologico attuale.
I numeri sono eloquenti e preoccupanti: ogni anno in Europa vengono venduti oltre 211 milioni di smartphone. Di questi, solo una piccola parte viene riciclata correttamente. Le emissioni associate all'intero ciclo di vita di uno smartphone, dalla sua produzione al suo smaltimento, sono enormi. Le materie prime critiche necessarie per batterie e chip sono spesso estratte in contesti geopolitici instabili o con un impatto ambientale devastante.
Ma c'è un altro fattore cruciale che ha spinto l'UE all'azione: il fenomeno dell'obsolescenza programmata. Troppo spesso, questa si manifesta attraverso aggiornamenti software che rallentano i dispositivi, batterie impossibili da sostituire, o costi e difficoltà di riparazione che rendono più conveniente l'acquisto di un nuovo modello. Il modello commerciale dominante ha incentivato finora cicli di sostituzione rapidi, spingendo i consumatori a cambiare dispositivo ogni 2-3 anni, anche quando il prodotto sarebbe ancora perfettamente funzionante o riparabile.
L'obiettivo esplicito dell'UE con questo regolamento è spezzare questa dinamica, imponendo regole che allunghino strutturalmente la vita utile dei dispositivi elettronici. Ciò non solo si traduce in un risparmio economico per i consumatori nel lungo periodo, ma soprattutto mira a ridurre drasticamente la produzione di rifiuti elettronici (RAEE) e le emissioni indirette associate alla loro produzione e smaltimento. Questa iniziativa si inserisce perfettamente nel quadro di politiche europee più ampie, come il Green Deal, il Piano d’Azione per l’Economia Circolare e il Regolamento Ecodesign.
Quali dispositivi sono interessati dalla nuova normativa UE?
La nuova etichettatura e i requisiti di ecodesign si applicheranno a una vasta gamma di dispositivi mobili e portatili venduti all'interno dell'Unione Europea. Nello specifico, saranno interessati:
- Smartphone
- Tablet (con schermi fino a 17,4 pollici)
- Telefonini (fissi) cordless
- Feature phone (telefoni cellulari senza servizi internet avanzati o app di terze parti)
È importante notare alcune eccezioni o distinzioni. I tablet con sistema operativo Windows non rientrano in questa normativa specifica, ma saranno coperti da un regime separato destinato ai computer. I dispositivi con display flessibile o arrotolabile (roll-up), sebbene non ancora diffusi sul mercato, sono esenti, almeno per il momento. Gli smartphone per comunicazioni ad alta sicurezza sono anch'essi esclusi. Infine, la normativa si applica ai nuovi modelli immessi sul mercato dal 20 giugno 2025 in avanti; i dispositivi già in circolazione prima di tale data non dovranno essere etichettati secondo le nuove regole.
Questa applicazione mirata garantisce che la maggior parte dei dispositivi mobili comunemente utilizzati rientri nell'ambito della regolamentazione, promuovendo un cambiamento su larga scala nel settore.
Quali informazioni comprende la nuova etichetta energetica UE per smartphone e tablet?
L'etichetta energetica è stata concepita per offrire un'informazione chiara, leggibile e confrontabile ai consumatori. Sebbene mantenga un layout grafico simile a quello già familiare per grandi elettrodomestici come frigoriferi o lavatrici, la sua complessità riflette la natura multifunzione e la specificità degli smartphone e dei tablet. Non si limita a una semplice scala di consumo, ma include una serie di parametri tecnici chiave:
Codice QR
Questo elemento è fondamentale perché offre un accesso immediato a informazioni complete e aggiornate sul modello specifico. Scansionando il codice QR, il consumatore viene reindirizzato alla scheda tecnica del prodotto presente nella banca dati europea EPREL (European Product Registry for Energy Labelling). Qui è possibile trovare dati dettagliati, risultati dei test, e informazioni preziose sugli aggiornamenti software e sulla disponibilità dei ricambi.
Informazioni sul modello
L'etichetta include dati che permettono di identificare univocamente il dispositivo, come il nome del produttore, il nome del modello e altri identificativi rilevanti. Questi dettagli sono necessari per distinguere modelli che potrebbero apparire esteticamente simili ma presentano differenze tecniche sostanziali.
Classe di efficienza energetica (da A a G)
Questa è la parte più visivamente riconoscibile dell'etichetta. Basata sull'Indice di Efficienza Energetica (IEE), sintetizza l'efficienza complessiva del dispositivo. A differenza degli elettrodomestici che misurano il consumo annuo, per smartphone e tablet si valuta quanto bene il dispositivo utilizza l'energia immagazzinata nella batteria per fornire prestazioni in uno scenario d'uso standardizzato. Le classi vanno da A (eccellenza) a G (minima efficienza), offrendo un'indicazione immediata dell'autonomia e della sostenibilità energetica del prodotto.
Durata della batteria per ciclo
Espressa in ore e minuti, questo dato indica per quanto tempo il dispositivo può essere utilizzato in condizioni tipiche definite dallo standard prima che la batteria si esaurisca. È il risultato di test standardizzati e fornisce una metrica più affidabile rispetto a dichiarazioni generiche sull'autonomia.
Numero di cicli di carica garantiti
Indica il numero minimo di cicli completi di carica/scarica che la batteria è garantita a sostenere mantenendo almeno l'80% della sua capacità iniziale. Il regolamento stabilisce una soglia minima di 800 cicli garantiti. Questo dato è cruciale per valutare la longevità reale della batteria e contrastare l'obsolescenza precoce legata al degrado della stessa.
Classe di resistenza alle cadute
Una novità assoluta per le etichette energetiche. Valuta la robustezza strutturale del dispositivo sottoponendolo a un test di caduta libera ripetuta da 1 metro di altezza. La classificazione va da A (massima resistenza) a E (minima). Questo dato è fondamentale per i consumatori che desiderano un dispositivo resistente agli urti quotidiani.
Classe di riparabilità
Basata su un indice R, questa valutazione offre una misura oggettiva della facilità con cui un dispositivo può essere riparato. L'indice considera diversi aspetti tecnici, tra cui la facilità di smontaggio, la necessità di attrezzi specifici, la disponibilità e il costo dei ricambi, la durata del supporto software e l'accesso alle informazioni tecniche. Anche questa classificazione va da A (massima riparabilità) a E (minima).
Grado di protezione IP e riferimento normativo
L'Ingress Protection rating è già conosciuto nel settore tecnologico, ma ora sarà standardizzato e ben visibile sull'etichetta. Questo valore indica il livello di protezione del dispositivo contro l'ingresso di polvere (primo numero) e liquidi (secondo numero). Una sigla come IP68, ad esempio, comunica un'elevata protezione contro polveri e la possibilità di immersione continua in acqua (secondo standard specifici). L'obbligo di indicare questo dato basato su standard internazionali (IEC 60529) mira a eliminare dichiarazioni vaghe o fuorvianti sulla resistenza all'acqua.
Infine, l'etichetta riporta il numero del regolamento europeo applicato, il 2023/1669. Questo garantisce trasparenza normativa e tracciabilità.
Indice di efficienza energetica (IEE): come viene calcolato e cosa ci dice realmente?
L'Indice di Efficienza Energetica (IEE) è il parametro chiave per la classificazione energetica (da A a G) degli smartphone e dei tablet. A differenza degli elettrodomestici tradizionali, per i dispositivi mobili non si misura il consumo energetico in un anno, ma si valuta l'efficienza nell'utilizzo dell'energia immagazzinata nella batteria in uno scenario d'uso reale e standardizzato.
L'IEE è una metrica che mette in relazione la durata operativa del dispositivo per ciclo di carica (la ENDdevice) con le caratteristiche fisiche della batteria, ovvero la sua tensione nominale (Vnom) e capacità nominale (Cnom). Viene calcolato con la versione del sistema operativo presente al momento dell'immissione sul mercato. La formula utilizzata è:
IEE = (ENDdevice * 1000) / (Vnom * Cnom)
Dove la ENDdevice (Durata della batteria per ciclo) è il valore, espresso in ore, ottenuto da un test di scarica completo (dal 100% allo spegnimento) che simula uno scenario d'uso misto e ponderato. Questo scenario include una sequenza definita di attività come chiamate, navigazione internet, riproduzione video, sessioni di gioco, trasferimento dati (upload/download http) e periodi di inattività. Per garantire risultati comparabili, i test sono eseguiti con luminosità del display fissata a 200 cd/m² (nit), senza accessori collegati e con il risparmio energetico disattivato.
Il valore IEE risultante, arrotondato a due cifre decimali, viene confrontato con delle soglie di riferimento predefinite per assegnare la classe energetica (A, B, C, D, E, F, G). È interessante notare che le soglie di riferimento sono diverse per smartphone e tablet, poiché questi ultimi hanno tipicamente batterie più grandi e, di conseguenza, valori IEE attesi più elevati.
Smartphone | Tablet | |
Classe A (eccellenza) | IEE > 2,70 | IEE > 7,90 |
Classe B | 2,30 < IEE ≤ 2,70 | 6,32 < IEE ≤ 7,90 |
Classe C | 1,95 < IEE ≤ 2,30 | 5,06 < IEE ≤ 6,32 |
Classe D | 1,66 < IEE ≤ 1,95 | 4,04 < IEE ≤ 5,06 |
Classe E | 1,41 < IEE ≤ 1,66 | 3,24 < IEE ≤ 4,04 |
Classe F | 1,20 < IEE ≤ 1,41 | 2,59 < IEE ≤ 3,24 |
Classe G (minima efficienza) | IEE ≤ 1,20 | IEE ≤ 2,59 |
Questo indicatore premia i dispositivi che sono meglio ottimizzati per consumare meno energia in relazione alle caratteristiche della loro batteria. Un IEE elevato suggerisce non solo una batteria capiente, ma anche un design efficiente, un sistema operativo ben ottimizzato e una gestione intelligente delle risorse (display, connessioni, ecc...). Ciò significa che un dispositivo con una batteria nominalmente più piccola potrebbe ottenere un IEE superiore a un modello più grande ma meno ottimizzato. L'IEE diventa quindi uno strumento potente per confrontare l'efficienza energetica reale di dispositivi anche molto diversi tra loro.
Durata della batteria per ciclo: un test pratico per l'autonomia
Come accennato, il valore della "Durata della batteria per ciclo" riportato sull'etichetta è sostanzialmente il risultato di un test standardizzato di autonomia. Questo valore (la ENDdevice utilizzata per l'IEE) è espresso in ore e minuti e quantifica per quanto tempo il dispositivo rimane acceso e funzionante eseguendo una specifica sequenza di operazioni, dal 100% di carica fino allo spegnimento completo.
Le condizioni del test sono rigorosamente definite per garantire la comparabilità dei risultati tra diversi modelli. La luminosità del display è impostata a 200 nit, non ci sono accessori collegati, e il risparmio energetico è disattivato.
La sequenza di prova per gli smartphone include la ripetizione ciclica delle seguenti operazioni fino a esaurimento della batteria:
- Chiamata (4 minuti)
- Inattività (30 minuti)
- Navigazione in rete (9 minuti)
- Inattività (30 minuti)
- Streaming video (4 minuti)
- Utilizzo di giochi (1 minuto)
- Inattività (30 minuti)
- Trasferimento dati (upload e download in http) (8 minuti)
- Inattività (30 minuti)
- Riproduzione video (4 minuti)
Esiste una sequenza di prova separata e differente per i tablet, adattata alle loro tipiche modalità d'uso e dimensioni dello schermo:
- Gioco (5 min)
- Inattività (66 min)
- Navigazione web (11 min)
- Inattività (66 min)
- Streaming video (6 min)
- Inattività (66 min)
- Trasferimento dati (upload e download http) (2 min)
- Inattività (66 min)
- Riproduzione video (6 min)
- Inattività (66 min)
Questo valore fornisce ai consumatori un dato concreto sull'autonomia attesa in un scenario d'uso misto definito, offrendo una base più solida per confrontare i dispositivi rispetto alle stime spesso vaghe fornite in precedenza dai produttori.
Numero di cicli di carica garantiti
La batteria è spesso il componente che si degrada più rapidamente in uno smartphone o tablet con l'uso, portando a una riduzione dell'autonomia e spesso spingendo l'utente a sostituire l'intero dispositivo. Fino ad oggi, non c'era un requisito standardizzato per comunicare in modo trasparente la vita utile attesa di una batteria in termini di cicli di carica.
Il nuovo regolamento colma questa lacuna imponendo che sull'etichetta venga indicato il numero minimo di cicli di carica/scarica che la batteria è garantita a sostenere. Un ciclo completo è definito come una scarica dal 100% allo 0% e una successiva ricarica al 100%.
Il requisito chiave è che la batteria deve mantenere almeno l'80% della sua capacità iniziale dopo aver completato 800 cicli. Questo dato sarà certificato e verificabile. La scelta della soglia degli 800 cicli garantiti è stata definita per rappresentare un traguardo tecnico raggiungibile, ma che obbliga i produttori a utilizzare celle di qualità superiore e software di gestione energetica avanzati.
Questo numero fornisce un indicatore diretto e trasparente della longevità della batteria in condizioni di uso intensivo. Poiché la sostituzione della batteria è spesso costosa e complicata, soprattutto nei dispositivi sigillati, sapere che la batteria è progettata per durare per un numero significativo di cicli è fondamentale per l'utente che cerca un prodotto durevole.
Classe di resistenza alle cadute: non solo display resistenti
La fragilità degli smartphone è stata a lungo una delle principali cause di danno e frustrazione per gli utenti. Un'accidentale caduta può facilmente compromettere l'integrità del dispositivo. La nuova classe di resistenza alle cadute mira a trasformare la robustezza strutturale in un criterio misurabile e regolamentato.
La metodologia di test è rigorosa e definita dal regolamento. L'altezza della caduta è standardizzata a 1 metro e la superficie su cui il dispositivo cade è rigida e standardizzata. Vengono testate 5 unità identiche per ogni modello di dispositivo. Per superare il test per una determinata classe, almeno 4 delle 5 unità devono resistere al numero richiesto di cadute senza riportare difetti funzionali; ciò significa che il dispositivo deve continuare a svolgere il 100% delle sue operazioni. Ad esempio, una crepa nel vetro del display non impedisce al dispositivo di superare il test se il pannello sottostante funziona ancora correttamente, tuttavia, un tasto di accensione che smette di funzionare rende il dispositivo non più considerato "buono". Per i dispositivi pieghevoli, i test sono raddoppiati, in quanto vengono eseguite cadute sia in stato non esteso che in stato completamente esteso. Durante i test non è permesso l'uso di pellicole protettive, cover o custodie, a meno che non si tratti di una pellicola integrata nel design, come nei pieghevoli.
Le classi di affidabilità e resistenza (da A a E) sono determinate dal numero di cadute che le 4 unità su 5 devono superare:
Per gli smartphone non pieghevoli:
- Classe A: ≥ 270 cadute
- Classe B: 180 – 269 cadute
- Classe C: 90 – 179 cadute
- Classe D: 45 – 89 cadute
- Classe E: < 45 cadute
Per i tablet non pieghevoli, le soglie sono leggermente diverse:
- Classe A: ≥ 208 cadute
- Classe B: 156 – 207 cadute
- Classe C: 104 – 155 cadute
- Classe D: 52 – 103 cadute
- Classe E: < 52 cadute
Come si può vedere, ottenere una Classe A per uno smartphone richiede che almeno 4 unità su 5 sopravvivano a 270 cadute da 1 metro mantenendo tutte le loro funzionalità. Per i dispositivi pieghevoli, le soglie per la Classe A sono 210 cadute da non esteso e 45 cadute da esteso. Questo requisito ambizioso incoraggerà i produttori a migliorare la robustezza fisica dei loro dispositivi.
Indice di riparabilità: quanto sarà facile riparare il tuo prossimo smartphone?
Il "diritto alla riparazione" è un concetto che sta guadagnando sempre più terreno, e l'Indice di Riparabilità introdotto dalla normativa UE ne è una manifestazione concreta sull'etichetta energetica. Fino a poco tempo fa, la possibilità di riparare un dispositivo, in particolare da parte di centri assistenza indipendenti o degli utenti stessi, era spesso limitata dalla mancanza di pezzi di ricambio, dalla necessità di attrezzi proprietari, o dalla dipendenza da software di autorizzazione forniti solo dai produttori.
Il nuovo regolamento introduce un sistema oggettivo e standardizzato per valutare la riparabilità di smartphone e tablet. Il risultato è espresso con un Indice R, che viene poi tradotto in una classe da A (massima riparabilità) a E (minima) sull'etichetta.
L'Indice R è calcolato sommando i punteggi ottenuti (su una scala da 1 a 5) per una serie di voci specifiche che valutano diversi aspetti tecnici del dispositivo:
- Facilità di Smontaggio (SDD - Ease of Disassembly): Questo è considerato il parametro più importante e ha un coefficiente moltiplicatore maggiore (0,25) rispetto agli altri (0,15). Misura la facilità con cui diverse parti possono essere rimosse senza danni, considerando il numero di passaggi necessari per smontare componenti chiave (batteria, display, ecc.). Il punteggio per lo smontaggio è molto dettagliato e tiene conto della frequenza con cui i vari componenti necessitano di sostituzione.
- Tipo di Elementi di Fissaggio (SF - Type of Fasteners): Valuta la riutilizzabilità e la rimozione degli elementi di fissaggio utilizzati nel dispositivo.
- Tipo di Attrezzi Richiesti (ST - Type of Tools Required): Controlla se per le riparazioni sono sufficienti attrezzi comuni o se sono necessari strumenti proprietari o speciali.
- Disponibilità dei Pezzi di Ricambio (SSP - Spare Parts Availability): Considera i tempi di consegna, la durata della disponibilità e la gamma di parti di ricambio rese disponibili. Questo si lega strettamente agli obblighi di ecodesign sulla disponibilità dei ricambi.
- Durata degli Aggiornamenti Software (SSU - Software Update Duration): Valuta per quanto tempo sono garantiti gli aggiornamenti software, un fattore cruciale per la longevità utile del dispositivo e un elemento considerato anche nelle normative di ecodesign.
- Accesso alle Informazioni di Riparazione (SRI - Access to Repair Information): Controlla la disponibilità di documentazione tecnica, manuali e schemi per i riparatori (professionisti e non).
Il punteggio finale R, ottenuto dalla somma ponderata dei punteggi per ogni voce, viene quindi confrontato con delle soglie per assegnare la classe di riparabilità:
- Classe A: R ≥ 4,00
- Classe B: 3,35 ≤ R < 4,00
- Classe C: 2,55 ≤ R < 3,35
- Classe D: 1,75 ≤ R < 2,55
- Classe E: 1,00 ≤ R < 1,75
Un dispositivo con una classe di riparabilità elevata (A o B) sarà più facile ed economico da riparare, come il FairPhone 5 che trovate su Amazon, rappresentando un investimento più sostenibile nel tempo. Questo indicatore offre ai consumatori uno strumento chiaro per valutare la longevità potenziale di un prodotto oltre la sua vita "garantita".
Certificazione IP
La resistenza a polvere e liquidi è una caratteristica sempre più richiesta dai consumatori, ma in passato le dichiarazioni dei produttori potevano essere vaghe o limitate ai modelli di punta. Con la nuova etichetta, il Grado di Protezione IP (Ingress Protection) diventa un dato standardizzato e obbligatorio.
La sigla IP è composta da due cifre:
- La prima cifra (da 0 a 6) indica il livello di protezione contro l'ingresso di corpi solidi (come la polvere).
- La seconda cifra (da 0 a 9) indica il livello di protezione contro l'ingresso di liquidi (come l'acqua).
L'obbligo di indicare questo valore secondo gli standard internazionali IEC 60529 pone fine alle ambiguità passate e garantisce che le dichiarazioni sulla resistenza a polvere e acqua siano precise e basate su test validati. Conoscere il grado IP permette al consumatore di capire esattamente il livello di protezione del dispositivo e valutare se è adeguato al proprio stile di vita o alle condizioni d'uso.
Non solo etichette: gli obblighi di ecodesign cambiano il mercato
La nuova etichetta energetica è solo la punta dell'iceberg. Essa si integra strettamente con il Regolamento Ecodesign (UE) 2024/1781 e 2023/1670, che impone una serie di requisiti minimi per smartphone, tablet e altri telefoni immessi sul mercato UE a partire dal 20 giugno 2025. Questi requisiti spostano la responsabilità ambientale direttamente sui produttori, obbligandoli a garantire manutenzione, riparabilità, aggiornamento e corretto smaltimento secondo standard temporali e qualitativi precisi.
Questi obblighi di ecodesign, integrati dall'etichetta energetica, rappresentano un cambiamento epocale per il settore. Mirano a creare un mercato più trasparente, equo e sostenibile, dove la durabilità e la riparabilità diventano caratteristiche standard piuttosto che eccezioni.
Tra gli obblighi di ecodesign più significativi troviamo:
Disponibilità dei pezzi di ricambio
Forse l'aspetto più rivoluzionario. I produttori dovranno garantire la disponibilità dei pezzi di ricambio critici ed essenziali per un periodo minimo di 7 anni a partire dalla data di fine immissione sul mercato di un modello specifico. La disponibilità non è solo una questione di tempo, ma anche di velocità: i ricambi dovranno essere disponibili entro 5 giorni lavorativi per i primi 5 anni e entro 10 giorni lavorativi per i successivi 2.
Questi ricambi dovranno essere disponibili non solo per i riparatori professionisti, ma anche per gli utenti finali, promuovendo così il "diritto alla riparazione" e la possibilità di effettuare piccole riparazioni fai-da-te. I prezzi dei ricambi, IVA esclusa, dovranno inoltre essere esplicitati e facilmente accessibili sul sito ufficiale del produttore.
Le parti interessate includono quelle più frequentemente soggette a usura o danno, come batteria, display, porta di ricarica, fotocamere, altoparlanti, pulsanti fisici, microfoni, cerniere (per pieghevoli) e scocca posteriore. Questa norma affronta direttamente uno dei maggiori ostacoli alla riparabilità, ovvero la scarsità o il costo proibitivo dei ricambi originali, spesso limitati volutamente dai produttori.
Accesso a software e firmware di riparazione
Un altro obbligo fondamentale è garantire che i riparatori (sia professionisti che non) abbiano accesso non discriminatorio a tutti i software e firmware necessari per la sostituzione dei componenti. Questo contrasta pratiche attuali in cui un componente sostituito funziona solo se "autorizzato" dal produttore tramite server, impedendo di fatto le riparazioni indipendenti.
Durata degli aggiornamenti software
L'UE impone un supporto software prolungato. Gli smartphone e i tablet dovranno ricevere aggiornamenti (incluse patch di sicurezza, correzioni di bug e aggiornamenti di compatibilità, ed eventualmente di funzionalità) per almeno 5 anni dalla data di fine immissione sul mercato dell'ultima unità di un modello. La mancanza di aggiornamenti software è una delle principali cause di obsolescenza percepita; questa misura eleva lo standard minimo di supporto software, spesso garantito solo per i modelli di fascia alta, all'intera gamma di prodotti.
Requisiti minimi di resistenza
Il regolamento ecodesign stabilisce anche requisiti minimi di resistenza strutturale, come protezione contro spruzzi d'acqua (e polveri superiori a 1mm per i telefoni), graffi e cadute. Questi requisiti si affiancano e rafforzano la classe di resistenza alle cadute visibile sull'etichetta.
Conseguenze per consumatori e produttori
L'introduzione di queste normative avrà inevitabilmente delle conseguenze sia per chi produce che per chi acquista dispositivi mobili. Per i consumatori, i benefici potenziali sono molti e significativi, a partire da una maggiore trasparenza, poiché l'etichetta fornisce informazioni chiare e confrontabili su parametri chiave come efficienza energetica, autonomia, robustezza e riparabilità. Questo si traduce in prodotti più durevoli e riparabili, dato che i requisiti di ecodesign e l'incentivo dato dall'etichetta spingeranno i produttori a costruire dispositivi intrinsecamente più resistenti e facili da riparare.
Di conseguenza, la vita utile sarà prolungata: la combinazione di batterie più durature, maggiore riparabilità e supporto software garantito per più anni significa che i dispositivi potranno essere utilizzati più a lungo. Ciò comporta un risparmio economico nel lungo termine, poiché utilizzare un dispositivo più a lungo riduce la frequenza di acquisto di nuovi modelli, portando a risparmi significativi per i consumatori; le stime indicano risparmi sugli acquisti in UE27 per circa 20 miliardi di euro nel 2030, che, al netto di costi aggiuntivi per riparazioni (stimati in 0.8 miliardi), si traducono in un risparmio netto di circa 98 euro per famiglia all'anno.
Inoltre, si prevede un minore impatto ambientale, in quanto acquistare meno frequentemente e smaltire correttamente i dispositivi che non sono più riparabili contribuisce a ridurre i rifiuti elettronici e le emissioni associate, con normative stimate portare a risparmi energetici significativi (quasi 14 TWh di energia primaria all'anno entro il 2030) e a una migliore ottimizzazione delle materie prime critiche.
Tuttavia, potrebbero esserci anche degli aspetti meno positivi per i consumatori. Una delle preoccupazioni principali è un potenziale aumento dei costi finali dei dispositivi. Per i produttori, l'adeguamento alle nuove normative comporta inevitabilmente costi industriali extra, dovuti a un design più complessi e robusti per superare i test di caduta, alla progettazione con componentistica più modulare per facilitare le riparazioni, alla necessità di gestire e mantenere magazzini di pezzi di ricambio per almeno 7 anni, e ai costi operativi per garantire aggiornamenti software per 5 o più anni.
Questi costi aggiuntivi potrebbero riflettersi sui prezzi di vendita. Questo impatto potrebbe essere particolarmente sentito nella fascia entry-level del mercato, dove i margini di profitto sono già ridotti al minimo. Alcuni analisti ipotizzano addirittura una possibile scomparsa dei dispositivi ultra-economici (sotto i 200 euro), poiché i costi aggiuntivi potrebbero renderli economicamente non sostenibili per i produttori.
Un altro aspetto da considerare è il potenziale impatto sull'innovazione. L'obbligo di garantire la disponibilità dei ricambi per 7 anni potrebbe incentivare i produttori a utilizzare componenti standardizzati e a mantenere design simili tra diverse generazioni o modelli, piuttosto che lanciare prodotti completamente nuovi e radicalmente diversi ogni anno. Questo potrebbe portare a una tendenza a ottimizzare e aggiornare i modelli esistenti piuttosto che a innovare in modo dirompente. Sebbene questo favorisca la gestione dei ricambi, potrebbe, secondo alcuni, frenare la spinta all'innovazione pura.
Per i produttori, la sfida è notevole. Devono riprogettare i dispositivi per soddisfare i requisiti minimi di ecodesign e i criteri di valutazione per l'etichetta, creare e mantenere un'infrastruttura logistica per i ricambi estesa nel tempo (7 anni) e veloce (5-10 giorni), sviluppare e distribuire aggiornamenti software per periodi prolungati (5 anni) e garantire l'accesso alla documentazione tecnica e ai software di riparazione. Questo richiede investimenti significativi e cambiamenti nei modelli di business. I produttori dovranno anche gestire la comunicazione e la distribuzione delle etichette elettroniche e cartacee, oltre all'inserimento dei dati nel database EPREL.
Resta da vedere quanti produttori saranno effettivamente pronti ad adempiere pienamente a tutti i requisiti entro la scadenza del 20 giugno 2025. Alcuni potrebbero optare per un adattamento graduale, rischiando potenziali multe o provvedimenti da parte delle autorità di vigilanza del mercato. La posta in gioco non è solo la conformità normativa, ma la credibilità dell'intero settore industriale nel suo impegno verso la sostenibilità.
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