Il gigante cinese dei display BOE si trova ad affrontare una delle crisi più gravi della sua storia recente, con implicazioni che potrebbero ridisegnare completamente gli equilibri del mercato tecnologico americano. La compagnia, che negli ultimi anni aveva conquistato quote significative nel settore degli schermi OLED per smartphone, rischia ora di vedere interrotto bruscamente il proprio percorso di crescita negli Stati Uniti. Le conseguenze di questa situazione potrebbero ripercuotersi sull'intera filiera produttiva, dai produttori di telefoni ai consumatori finali.
Il furto di segreti industriali che ha scatenato la tempesta
Al centro della controversia si trova una violazione dell'Articolo 337 del Tariff Act americano, secondo le accuse mosse dalla Commissione per il Commercio Internazionale degli Stati Uniti (ITC). L'11 del mese scorso, l'autorità ha emesso una sentenza preliminare che coinvolge otto aziende: BOE e sette delle sue controllate sono accusate di aver illegalmente utilizzato segreti commerciali appartenenti a Samsung Display. La dinamica del presunto furto industriale sarebbe avvenuta attraverso il reclutamento strategico di dipendenti e altri mezzi di appropriazione indebita.
Secondo quanto riportato da fonti coreane, l'ITC avrebbe dichiarato nella sentenza ottenuta il 12 agosto: "Nonostante le eccellenti misure di sicurezza di Samsung Display, BOE ha ottenuto e utilizzato i segreti commerciali di Samsung Display attraverso appropriazione indebita". Il documento prosegue specificando che tale comportamento "ha causato danni sostanziali e gravi minacce a Samsung Display".
Una punizione senza precedenti: quasi 15 anni di stop
La sanzione che attende BOE rappresenta un divieto di importazione di 14 anni e 8 mesi per i pannelli OLED negli Stati Uniti. Questa "Limited Import Order" (LEO) viene calcolata dall'ITC sulla base del "tempo necessario per eliminare i profitti sleali" ottenuti attraverso pratiche scorrette. Non si tratta solamente di un blocco alle importazioni: il provvedimento include anche il divieto di tutte le attività di marketing, vendita, pubblicità e smaltimento delle scorte negli Stati Uniti, sia per la sede centrale cinese che per le filiali locali americane.
I dispositivi BOE già importati e venduti sul territorio americano non subiranno conseguenze, ma l'azienda cinese perderà completamente la possibilità di competere in quello che rappresenta uno dei mercati più redditizi al mondo per i display tecnologici.
Samsung e LG pronte a spartirsi il bottino
I numeri del primo trimestre 2025 rivelano l'entità della posta in gioco: Samsung Display controllava il 49% della produzione di pannelli per iPhone, seguita da LG Display con il 28% e BOE con il 19%. Nel secondo trimestre dell'anno, BOE aveva addirittura superato LG Display raggiungendo il 22,7% contro il 21,3% del competitor sudcoreano nei piccoli pannelli OLED per iPhone. L'eliminazione forzata di BOE dal mercato americano lascia ora campo libero ai due colossi coreani per espandere ulteriormente la propria influenza.
Questa redistribuzione delle quote di mercato potrebbe consolidare definitivamente il duopolio Samsung-LG nel settore dei display premium, almeno per quanto riguarda il mercato statunitense. Le implicazioni strategiche vanno oltre i semplici numeri di vendita, toccando aspetti cruciali come l'innovazione tecnologica e la competitività dei prezzi.
iPhone più cari? Gli scenari futuri della produzione
Il paradosso della situazione emerge chiaramente considerando che l'80% degli iPhone di Apple viene ancora assemblato in Cina, secondo i dati Omdia. Mentre gli Stati Uniti inaspriscono le sanzioni contro le aziende tecnologiche cinesi, la dipendenza dalla manifattura asiatica rimane sostanzialmente intatta. Le recenti tariffe del 100% sui chip importati, annunciate dall'amministrazione Trump per stimolare la produzione domestica, si inseriscono in questo complesso scenario geopolitico.
Per i consumatori americani, l'uscita di scena di BOE potrebbe tradursi in prezzi più elevati per i dispositivi, considerando che l'azienda cinese rappresentava un'alternativa competitiva ai più costosi fornitori coreani. La riduzione della concorrenza nel settore dei display potrebbe infatti limitare la pressione sui prezzi che fino ad oggi aveva beneficiato i produttori di smartphone e, indirettamente, gli acquirenti finali.