Autonomia e prezzo, così non va

Samsung ha presentato Galaxy Note 3 e Gear, due prodotti che insieme richiedono un esborso di 1000 euro. Diverse buone cose, ma anche tanti passi falsi. Ecco la nostra analisi.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Autonomia e prezzo, così non va

Smorziamo l'entusiasmo residuo e passiamo ai difetti. Samsung parla di un'autonomia di 24 ore, o qualcosa di più. Togliamo la percentuale aggiunta dal dipartimento marketing, e ora più, ora meno, ogni giorno oltre allo smartphone dovrete ricaricare anche l'orologio. Alcuni di voi staranno già gridando allo scandalo, riconosco tuttavia che se per alcuni - pochi - ricaricare più dispositivi ogni sera è ormai un'abitudine, per altri - molti - è incomprensibile dover dipendere dalla presa elettrica.

Galaxy Gear non è uno smartwatch per sportivi. Ha l'applicazione podometro, e altre App diventeranno compatibili, ma il fatto è che questo smartwatch non può vivere senza lo smartphone. Volete andare a correre e usare la geolocalizzazione? Dovrete usare il modulo GPS presente nello smartphone. Non vi interessa usare un'app per allenarvi? Fate ugualmente attenzione, perché non è resistente all'acqua. Volete usarlo per rispondere al telefono, cercate di tenere il volume del vivavoce basso se volete un po' di privacy. Galaxy Gear è un prolungamento dello smartphone, un secondo schermo che permette, in alcuni casi, di non togliere lo smartphone dalla tasca o dallo zaino.

Abbiamo introdotto il Gear parlando del prezzo perché costa ben 299 euro, e questo significa che Samsung vuole farvi spendere in un sol colpo oltre 1000 euro. Non vogliamo usare mezzi termini: è una pazzia. Perché se la durata della batteria potrebbe non essere un problema, e il Gear non è un prodotto per sportivi, potrebbe ugualmente essere un buon compagno di viaggio. Ma come si possono giustificare tali mancanze a fronte di una spesa di 300 euro?

Insomma, il Note 3 è un grande prodotto, che soffre di alcune scelte infelici come la finta pelle posteriore e un sovrapprezzo ingiustificato, mentre il Gear è un gadget per super-appassionati. Per tutti gli altri smartwatch come il Sony o meglio ancora il Pebble sono scelte più azzeccate. Peccato che Samsung abbia sprecato in questo modo il vantaggio temporale su Apple. Non sappiamo certo se l'iWatch - o come si chiamerà - potrà fare di meglio, ma di certo Samsung avrebbe potuto giocare meglio la sua carta, almeno sul prezzo.