Il successo straordinario di Nano Banana ha superato ogni aspettativa di Google, tanto che l'azienda di Mountain View sembra intenzionata a espandere la presenza del suo modello di generazione di immagini ben oltre i confini di Gemini. Con oltre 200 milioni di modifiche elaborate in poche settimane dal lancio di agosto, questo strumento di intelligenza artificiale ha conquistato gli utenti attraverso tendenze social che hanno spaziato dalla creazione di figurine alla ricostruzione di vecchie fotografie. L'impatto del tool ha raggiunto dimensioni tali da spingere Google a considerare una strategia di integrazione più ampia all'interno del proprio ecosistema di applicazioni.
Le prime tracce di questa possibile espansione sono emerse dall'analisi del codice dell'app Google per Android, dove ricercatori di Android Authority hanno scoperto riferimenti nascosti al modello di generazione immagini. I segnali più evidenti riguardano l'integrazione con strumenti già consolidati come AI Mode per Search, Google Lens e Circle to Search, suggerendo un piano di implementazione graduale che potrebbe rivoluzionare l'esperienza utente su multiple piattaforme.
L'evoluzione più significativa sembra riguardare Google Lens, dove l'integrazione appare già funzionante in alcune versioni beta. Puntando la fotocamera verso un'immagine o un testo, gli utenti vedono comparire nella barra di navigazione una nuova opzione denominata "Crea", accompagnata dall'iconico logo a forma di banana di Nano Banana. Il processo mantiene la semplicità d'uso caratteristica: dopo aver catturato l'immagine, basta descrivere le modifiche desiderate per ottenere il risultato finale.
Più complessa risulta invece la situazione con Circle to Search, dove il pulsante "Crea" è visibile nel menu sopra la porzione selezionata ma non risulta ancora reattivo. Questa implementazione parziale suggerisce che Google stia procedendo con test graduali, perfezionando l'integrazione prima del rilascio ufficiale al pubblico.
I segnali dall'alto e la strategia di espansione
Sebbene Google non abbia ancora ufficializzato l'arrivo di Nano Banana nell'app principale, un indizio significativo è arrivato direttamente dai vertici aziendali. Rajan Patel, vice presidente dell'ingegneria per Search, ha condiviso su X il post di Android Authority aggiungendo un messaggio criptico ma eloquente: "keep your [emoji occhi] peeled [emoji banana]". Questo tipo di comunicazione indiretta rappresenta spesso il preludio agli annunci ufficiali di Google.
La prima apparizione del modello nell'AI Mode risale all'inizio di questo mese, quando una versione beta dell'app Google ha mostrato un layout rinnovato dei pulsanti per la casella dei prompt, includendo un'opzione per "Crea immagini". La descrizione ricalca esattamente quella utilizzata in Gemini, confermando l'intenzione di mantenere coerenza nell'esperienza utente attraverso diverse piattaforme.
Particolarmente interessante è l'approccio graduale che Google sembra aver adottato per questa espansione. L'integrazione con la versione 16.40.18.sa.arm64 dell'app Google per Android rappresenta un test limitato che permette di raccogliere feedback e ottimizzare le funzionalità prima del lancio su larga scala. Questa metodologia riflette la cautela con cui l'azienda gestisce l'implementazione delle sue tecnologie di intelligenza artificiale generativa.
Le tracce di Nano Banana non si limitano all'app Google: già il mese scorso Android Authority aveva individuato indizi della sua possibile integrazione in Google Foto, suggerendo una strategia di espansione che potrebbe coinvolgere l'intero portfolio di servizi Google legati alla gestione e modifica delle immagini. Questa prospettiva apre scenari interessanti per gli utenti, che potrebbero presto avere accesso a strumenti di editing basati su AI direttamente nelle app che utilizzano quotidianamente.
Il fenomeno Nano Banana dimostra come gli strumenti di generazione di immagini basati su intelligenza artificiale stiano rapidamente evolvendo da semplici curiosità tecnologiche a funzionalità integrate nell'esperienza digitale quotidiana. La capacità di Google di trasformare un successo circoscritto in una strategia di prodotto più ampia potrebbe ridefinire il modo in cui gli utenti interagiscono con i contenuti visivi sui dispositivi mobili.