Migliaia di utenti in tutto il mondo stanno vivendo un'esperienza sempre più frustrante con i loro dispositivi Google Home e Nest, che sembrano aver dimenticato come funzionare correttamente. Quello che una volta era considerato il futuro della casa intelligente si sta trasformando in una fonte quotidiana di irritazione, con comandi vocali che vengono fraintesi, routine che si bloccano e dispositivi che sembrano avere vita propria. La situazione è diventata così diffusa che gli utenti hanno iniziato a organizzarsi sui social media per condividere le loro esperienze negative e cercare soluzioni che, purtroppo, sembrano non esistere.
Quando la tecnologia fa di testa sua
I malfunzionamenti segnalati dagli utenti vanno ben oltre i normali intoppi tecnologici. Alcuni proprietari di Google Home riferiscono di non riuscire più a controllare dispositivi che funzionavano perfettamente per anni. Un genitore ha raccontato di non poter più riprodurre i rumori bianchi nella cameretta del figlio: invece di attivarsi nella stanza richiesta, l'audio parte in qualsiasi ambiente si trovi la persona che ha dato il comando.
Ancora più bizzarro è il caso di una coppia dove lo stesso comando vocale produce risultati completamente diversi a seconda di chi parla. "Quando chiedo le previsioni del tempo, risponde correttamente ogni volta. Quando lo chiede mia moglie, sceglie letteralmente quello che vuole. Ieri era Eddyville, Kentucky. Oggi ha scelto Shawnee, Oklahoma. Non viviamo nemmeno in quello stato", ha riferito un utente esasperato.
Il mistero degli aggiornamenti che peggiorano tutto
La community di utenti ha iniziato a sospettare che gli aggiornamenti software, invece di migliorare le prestazioni, stiano sistematicamente degradando l'esperienza d'uso. Molti puntano il dito contro la prossima integrazione di Gemini, l'intelligenza artificiale di Google, che potrebbe essere la causa di questi malfunzionamenti sempre più frequenti. Altri ritengono che si tratti di una strategia deliberata per spingere i consumatori verso l'acquisto di nuovi dispositivi.
Le prove aneddotiche si accumulano giorno dopo giorno. Un utente ha descritto come la richiesta di spegnere un ventilatore risulti nello spegnimento di tutte le luci di casa, mentre un altro ha raccontato che chiedere di spegnere le luci della camera da letto porta all'oscuramento totale dell'intera abitazione, compresi gli esterni.
L'investimento tradito dalla tecnologia
Particolarmente colpiti sembrano essere proprio quegli utenti che hanno investito maggiormente nell'ecosistema Google per la casa intelligente. Funzionalità un tempo considerate affidabili, come il controllo di altoparlanti in più stanze o l'attivazione di routine basate sul riconoscimento vocale, sono diventate erratiche o completamente inutilizzabili. "Ora riesco a malapena a fargli capire qualsiasi comando, o a fare qualcosa che riuscivo a fare prima. Niente funziona, e tutto quello che ottengo è: 'Spiacente, qualcosa è andato storto, riprova più tardi'", si è sfogato un utente particolarmente frustrato.
Il fenomeno sembra colpire in modo particolare i modelli più datati di Nest Hub e speaker, suggerendo che Google potrebbe aver smesso di dare priorità al supporto per l'hardware meno recente. Questa situazione sta creando un paradosso tecnologico: dispositivi progettati per semplificare la vita quotidiana stanno diventando fonte di complicazioni e stress per chi li utilizza.
Il futuro incerto della casa connessa
Mentre Google non ha ancora fornito spiegazioni ufficiali per questo deterioramento delle prestazioni, la situazione solleva interrogativi importanti sul futuro degli investimenti in tecnologia per la casa intelligente. Gli utenti si trovano ora a dover scegliere se continuare a convivere con dispositivi sempre meno affidabili o abbandonare un ecosistema in cui hanno investito tempo e denaro considerevoli.
La questione va oltre il semplice malfunzionamento tecnologico: tocca la fiducia dei consumatori verso un'azienda che ha promesso di rivoluzionare il modo in cui interagiamo con le nostre case, ma che ora sembra incapace di mantenere funzionanti i propri prodotti più basilari.