Huawei e i presunti aiuti statali, la società risponde alle accuse di WSJ

Per WSJ, Huawei ha ricevuto speciali sussidi governativi che hanno contribuito alla sua ascesa. La società respinge le accuse e pensa di procedere per vie legali contro il quotidiano USA.

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a cura di Lucia Massaro

Huawei è tornata al centro dell’attenzione a causa di un rapporto pubblicato da The Wall Street Journal nei giorni scorsi. Secondo il giornale statunitense, il colosso di Shenzhen avrebbe ricevuto circa 75 miliardi di dollari in sovvenzioni, agevolazioni fiscali e finanziamenti da parte del governo cinese. Questo avrebbe favorito l’ascesa della società nel campo delle telecomunicazioni ponendola in una posizione più forte rispetto ai concorrenti.

La risposta di Huawei non si è fatta attendere negando di aver ricevuto aiuti statali speciali e accusando il quotidiano americano di utilizzare “informazioni false” per poi arrivare a “conclusioni affrettate e non corrette”. Nella nota diffusa dalla casa cinese – presente anche su Twitter – si legge: “Il rapporto con il governo cinese non è diverso da qualsiasi altra società privata che opera in Cina. Non abbiamo mai ricevuto un trattamento speciale. Negli ultimi 10 anni, il 90% del nostro capitale circolante proviene dalle nostre operazioni commerciali”.

Dunque, la società di Shenzhen ha beneficiato di sussidi governativi come ogni altra azienda avente diritto ma che “nell’ultimo decennio, sono stati pari a meno dello 0,3% delle entrate totali annue”. Per Huawei, l’analisi di WSJ non è corretta in quanto ignorerebbe gli investimenti fatti in Ricerca e Sviluppo che hanno contribuito a farla diventare il grande colosso che è oggi. “Negli ultimi 30 anni, abbiamo investito il 10-15% delle entrate annuali in ricerca e sviluppo, con una spesa che nel 2018 ha raggiunto i 15 miliardi di dollari, rendendoci il quinto operatore di ricerca e sviluppo più grande al mondo. Abbiamo investito oltre 4 miliardi di dollari in 5G, più di tutti i principali distributori statunitensi ed europei messi insieme”.

Sulla scorta di queste dichiarazioni, Huawei intende procedere per vie legali contro The Wall Street Journal che – secondo il produttore cinese – “ha pubblicato una serie di articoli in malafede che hanno seriamente danneggiato la reputazione della società”. Le accuse del quotidiano USA sono pesanti (qui il link al rapporto) e restano tutte da provare. Se dovessero risultare fondate, darebbero prova dei legami tra Huawei e lo stato cinese, considerati come un pericolo per la sicurezza nazionale da parte degli Stati Uniti e sempre negati dal colosso di Shenzhen.

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