Il telefono ti ascolta, un'altra azienda "conferma" i sospetti di molti

MindSift, un'azienda del New Hampshire, rivendica l'uso dei microfoni degli smartphone, e dei tablet, per ascoltare gli utenti.

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a cura di Andrea Maiellano

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MindSift, un'azienda del New Hampshire, rivendica l'uso dei microfoni degli smartphone, e dei tablet, per ascoltare gli utenti e, conseguentemente, indirizzare la pubblicità durante i loro podcast.

Sezioni intere, oramai cancellate, del loro sito e alcuni commenti in un recente podcast, hanno evidenziato questa pratica. Nonostante i dettagli online siano stati rimossi, i due fondatori di MindSift hanno parlato apertamente della tecnologia in un recente podcast condotto da 404 Media.

Andy Galeshahi, uno dei co-fondatori, ha sottolineato il loro coinvolgimento nell'ascolto delle conversazioni e nel successivo targeting degli annunci. L'azienda afferma di ottenere dati tramite un fornitore non specificato e ha evidenziato la capacità di tracciare i consumatori in tempo reale, mostrando un evidente vantaggio competitivo.

Le sezioni scomparse dal sito web, includevano testimonianze di aziende come Tulley, BMW e Hotels.com, senza, però, specificare se avessero usato realmente il tracciamento vocale decantato da MindSift.

L'azienda, fondata da Jay Spencer, Andy Galeshahi e Jake Savage, è emersa di recente, proprio in virtù del suo focalizzarsi sul tracciamento vocale, e comportamentale, in tempo reale per fini commerciali.

404 media
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Il podcast "Real Business Roundtable", condotto da 404 Media, ha rivelato ulteriori dettagli sulla pratica di ascolto e targeting pubblicitario, spiegando come la tecnologia possa individuare le necessità dei consumatori.

MindSift ha, prontamente, cancellato queste sezioni dal sito, ma 404 Media ha recuperato una versione in cache, rendendola disponibile al pubblico successivamente. 

L'azienda, contattata direttamente proprio da 404 Media, non ha risposto alle richieste di chiarimenti dei conduttori del podcast. L'agente che ha risposto alla chiamata, infatti, si è limitato a offrire risposte molto generiche e si è rifiutato categorigamente di identificarsi.

Alla stessa stregua, la mail di follow-up inviata da 404 Media a MindSift, non ha ricevuto alcuna risposta.

Galeshahi e Savage, durante il Podcast, hanno discusso sul fatto che molte aziende non sono consapevoli del potenziale derivato dall' ascolto dei dispositivi, limitandosi a comprare dati da Google, e simili, per indirizzare le loro pubblicità.

L'azienda, invece, sembra concentrarsi sul tracciamento vocale per fornire pubblicità mirate, un aspetto che, per quanto non ancora comprovato, ha suscitato parecchie preoccupazioni in merito alla privacy dei consumatori, riesumando il mito che i "nostri telefoni ci ascoltino".

Al momento, va chiarito per evitare fraintendimenti, nessuno ha potuto verificare se quanto dichiarato, e venduto, da MindSift, sia veritiero e non ci sono prove concrete del fatto che i device vengano sfruttati per ascoltare in tempo reale gli utenti, perciò prendete quanto dichiarato da MindSift con la dovuta leggerezza.