Instagram vuole scaricare parte delle sue responsabilità sui genitori

Meta spinge per una legislazione comunitaria che introduca la verifica dell'età e l'approvazione dei genitori per i download dagli app store.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

In un'iniziativa volta a rafforzare la sicurezza dei teenager nel panorama digitale europeo, Instagram ha formalmente richiesto l'adozione di una normativa a livello dell'Unione Europea che implementi sistemi di verifica dell'età e richieda l'approvazione dei genitori direttamente negli app store per il download di applicazioni da parte dei minori. La proposta mira a conferire ai genitori un maggiore controllo sulle attività online dei propri figli e a garantire che le esperienze digitali siano adeguate alla loro età.

L'azienda, parte del colosso Meta, ha sottolineato di essere attivamente impegnata in un dialogo costruttivo con altri protagonisti del settore tecnologico, i responsabili politici, esponenti della società civile, associazioni di genitori ed esperti del settore per promuovere e concretizzare questa visione. L'obiettivo dichiarato è quello di stabilire standard coerenti e uniformi per tutte le applicazioni disponibili nell'UE, contribuendo così a una tutela più efficace dei giovani utenti, a un potenziamento del ruolo genitoriale nella supervisione digitale e a una maggiore protezione della privacy dei minori.

A sostegno di questa iniziativa, Instagram ha citato i risultati di un sondaggio condotto da Morning Consult. L'indagine, che ha coinvolto genitori in otto Paesi europei – specificamente Francia, Italia, Danimarca, Germania, Spagna, Polonia, Irlanda e Paesi Bassi – ha rivelato un ampio consenso: tre genitori su quattro si sono dichiarati favorevoli all'introduzione di una normativa che preveda l'obbligo dell'approvazione genitoriale per il download di app da parte dei loro figli adolescenti. Questo dato sottolinea una preoccupazione diffusa e un desiderio di maggiori strumenti di controllo da parte delle famiglie.

Secondo Instagram, l'introduzione di un unico standard per la verifica dell'età e l'approvazione dei genitori a livello di app store comporterebbe molteplici benefici. In primo luogo, attribuirebbe ai genitori un ruolo più attivo e incisivo nella protezione dei teenager online, permettendo al contempo alle app di offrire contenuti ed esperienze filtrate e appropriate per le diverse fasce d'età. In secondo luogo, una tale misura offrirebbe una tutela maggiore della privacy, dato che il 76% dei genitori interpellati si fida maggiormente degli app store rispetto alle singole app per la gestione dei dati necessari alla verifica. Infine, la proposta mira a semplificare la procedura per i genitori: con i teenager che utilizzano in media 44 app alla settimana, una verifica unica a livello di app store alleggerirebbe notevolmente il loro compito.

Tuttavia, non mancano letture più critiche della proposta avanzata da Instagram. Alcuni potrebbero interpretare questa spinta verso una regolamentazione a livello di app store come un tentativo, da parte della piattaforma e, per estensione, dell'intera Meta, di demandare una quota significativa delle proprie responsabilità intrinseche in materia di sicurezza dei minori.

Enfatizzando il ruolo cruciale dei genitori e degli store digitali (come Google Play Store e Apple App Store) nel processo di approvazione preliminare e nella verifica dell'età, la piattaforma social potrebbe, di fatto, alleggerire il proprio onere diretto nel complesso e costoso filtraggio e nella verifica iniziale degli accessi da parte dei più giovani.

Sebbene l'intento dichiarato sia quello di offrire maggiori e più semplici strumenti ai genitori, questa mossa strategica potrebbe anche essere vista come un modo per coinvolgere attivamente terze parti – gli app store e le famiglie stesse – nella gestione della sicurezza online. Questo approccio, pur potenziando il controllo parentale, rischia di trasferire sui genitori pressione e responsabilità che idealmente dovrebbero essere primariamente gestite dalle piattaforme che progettano e traggono profitto da questi ambienti digitali.

La questione cruciale che rimane aperta è come tale sistema di controllo preventivo a livello di download possa poi effettivamente garantire la sicurezza continuativa all'interno dell'app, dove le dinamiche di interazione e l'esposizione a contenuti problematici rimangono complesse e richiedono una moderazione e una progettazione responsabile da parte della piattaforma stessa.

Nonostante queste possibili criticità interpretative, l'Unione Europea, secondo Instagram, necessita di standard coerenti per tutte le app, non solo per quelle di Meta, al fine di tutelare efficacemente i teenager. L'iniziativa ha raccolto il sostegno di diverse organizzazioni, tra cui Think Young, il Cyberbullying Research Center e l'International Centre for Missing & Exploited Children, che hanno pubblicato documenti e statement a favore di una maggiore protezione online dei giovani europei.

Nel frattempo, Meta continua a sviluppare e promuovere i propri strumenti interni per la sicurezza dei minori. Gli account per teenager su Instagram, ad esempio, prevedono limitazioni automatiche. L'azienda offre anche risorse come la "Guida per i genitori su Instagram", il "Centro per le famiglie" con strumenti di supervisione, il "Centro per la sicurezza" e il "Centro sulla privacy".

L'appello di Instagram per una regolamentazione a livello di app store rappresenta un passo che solleva un dibattito importante. Se accolta, una simile normativa potrebbe ridefinire le responsabilità nella protezione dei giovani utenti, ma è fondamentale che ciò non si traduca in un mero trasferimento di oneri senza un effettivo e potenziato impegno delle piattaforme stesse a garantire ambienti digitali intrinsecamente più sicuri per i loro utenti più giovani.

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diciamo piuttosto che instagram sta cercando di evitare le noie legali date da quei bravi genitori che fanno figli e poi se li dimenticano.
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