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La "action camera" Apple che non puoi avere ha registrato un film

Un modulo personalizzato con sensore fotocamera iPhone e chipset A-series di Apple è stato utilizzato per le riprese del film sulla Formula 1.

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Avatar di Luca Zaninello

a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Pubblicato il 18/06/2025 alle 12:15

La notizia in un minuto

 Apple ha sviluppato una telecamera personalizzata basata sulla tecnologia iPhone per il suo film sulla Formula 1, superando le limitazioni imposte dalle monoposto. Il dispositivo utilizza molto probabilmente il sensore da 48 MP e il chip A17 Pro dell'iPhone 15 Pro, nascosti in un modulo che replica esattamente peso e aspetto delle telecamere broadcast standard per non alterare l'aerodinamica delle vetture. La telecamera registra in formato Apple ProRes Log e resiste a shock estremi, controllata tramite un'app su iPad. Questa innovazione ha portato allo sviluppo di funzionalità ora disponibili sui dispositivi consumer, dimostrando come Apple utilizzi le produzioni cinematografiche come laboratorio tecnologico per spingere oltre i limiti dei propri prodotti. 
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

Nel mondo adrenalinico della Formula 1, ogni grammo conta e ogni componente è progettato con una precisione maniacale. Montare una cinepresa professionale su una monoposto per catturare il punto di vista del pilota è un'impresa quasi impossibile. Le telecamere sono troppo ingombranti, troppo pesanti e altererebbero l'aerodinamica e il bilanciamento di veicoli costruiti per la massima performance. Questa è la sfida che Apple ha dovuto affrontare per il suo attesissimo film sulla F1, diretto da Joseph Kosinski e con la fotografia di Claudio Miranda. La produzione voleva riprese in soggettiva (POV) autentiche, ma la tecnologia esistente rappresentava un ostacolo insormontabile.

Le telecamere di bordo attualmente utilizzate nelle gare di Formula 1 sono progettate per la trasmissione televisiva. Sebbene offrano angolazioni spettacolari, registrano a risoluzioni inferiori e utilizzano spazi colore e codec specifici per il broadcast. Convertire questo materiale per renderlo omogeneo con la qualità cinematografica del resto del film sarebbe stato un processo tecnicamente proibitivo e dal risultato insoddisfacente. Di fronte a questo bivio, il team di ingegneri di Apple ha scelto una terza via: costruire da zero una nuova telecamera, utilizzando il cuore di un iPhone.

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Il risultato è un dispositivo che, all'apparenza, non ha nulla a che vedere con uno smartphone. Il modulo è stato deliberatamente progettato per assomigliare in tutto e per tutto alle telecamere da broadcast standard, replicandone persino il peso esatto per non alterare in alcun modo le specifiche e le prestazioni delle vetture. Ma al suo interno, la tecnologia è completamente diversa. Il cuore pulsante di questa mini-cinepresa è un sensore fotografico di un iPhone, abbinato a un chip della serie A e a una batteria, anch'essi di derivazione iPhone. Sebbene Apple non abbia specificato i modelli esatti, dato che le riprese si sono svolte durante le stagioni 2023 e 2024, è plausibile che si tratti del sensore da 48 megapixel e del chip A17 Pro dell'iPhone 15 Pro.

Per adattarsi alle estreme condizioni delle corse, il team ha dovuto superare sfide ingegneristiche notevoli. La telecamera è stata dotata di un filtro a densità neutra (ND) per gestire la luce intensa delle piste e dare ai colorist maggiore controllo sull'esposizione in post-produzione. Inoltre, il modulo è stato testato per resistere a shock, vibrazioni e temperature estreme, superando persino le rigorose specifiche imposte dalla stessa Formula 1.

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L'hardware è solo una parte dell'equazione. Il dispositivo funziona con una versione di iOS dotata di un firmware personalizzato, sviluppato appositamente per le esigenze cinematografiche. Questo software permetteva di registrare video nel formato Apple ProRes Log, un codec senza perdita che produce un'immagine "piatta" e desaturata, ma che conserva una quantità enorme di informazioni, offrendo agli editor un controllo granulare sulla correzione colore per abbinare perfettamente le riprese POV al resto del film. È interessante notare come questa esigenza specifica abbia portato direttamente allo sviluppo di due funzionalità ora disponibili per tutti gli utenti di iPhone 15 Pro: la registrazione in formato Log e il supporto per il workflow cromatico ACES (Academy Color Encoding System).

Senza connettività radio, per controllare la telecamera i filmmaker hanno utilizzato un'app personalizzata su un iPad, collegato via USB-C. Da questa interfaccia è possibile modificare in tempo reale parametri cruciali come il frame rate, l'esposizione, l'angolo dell'otturatore e il bilanciamento del bianco, oltre a dare il comando di avvio e stop alla registrazione.

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Questa iniziativa dimostra la strategia sempre più integrata di Apple, che utilizza le proprie produzioni di alto profilo, come gli Apple Originals, come laboratorio per sperimentare e spingere oltre i limiti la propria tecnologia. Le innovazioni sviluppate per soddisfare le esigenze di registi di fama mondiale si traducono poi in nuove funzionalità per i prodotti di consumo. Il film sulla F1 si unisce così a una lista crescente di pellicole girate, in parte o interamente, con tecnologia iPhone, come Tangerine di Sean Baker (2015) e l'imminente 28 anni dopo di Danny Boyle.

È fondamentale sottolineare che, sebbene si parli di "girato con iPhone", il risultato finale è frutto di un ecosistema professionale. Sui set cinematografici, il controllo dell'illuminazione è totale e le fotocamere degli smartphone vengono spesso potenziate con lenti di terze parti e montate su rig e stabilizzatori. Tuttavia, il progresso della cinematografia su smartphone sta innegabilmente abbassando la barriera d'ingresso per i nuovi talenti.

Quando hai un colosso come Apple a finanziare il tuo film, chiedere ai creatori dell'iPhone di progettare una cinepresa su misura da montare su un'auto da corsa non è più un'idea fuori dal mondo. Tutto, pur di ottenere l'inquadratura perfetta.

Fonte delle immagini: Wired

Fonte dell'articolo: wccftech.com

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