La pirateria oggi si fa su Telegram, la Spagna blocca l'app - [Aggiornamento: blocco rimosso, indagini continuano]

Blocco di Telegram in Spagna: sospensione dell'app di messaggistica dovuta alla pirateria online. Sta per finire un'era?

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Aggiornamento del 25 marzo 2024 alle ore 12:45

Il Giudice Santiago Pedraz ha emesso un'ordinanza in cui concorda, prima della sospensione temporanea delle risorse associate a Telegram, di richiedere un rapporto sull'applicazione del blocco alla Commissione Generale per le Informazioni.

Il magistrato chiede informazioni sulle sue caratteristiche e sull'impatto che la sospensione temporanea decisa nella sua ordinanza dello scorso venerdì potrebbe avere sugli utenti, la cui esecuzione rimane sospesa.

In particolare, il Giudice Pedraz ha dichiarato di aver dato agli operatori di telecomunicazioni solo tre ore di tempo per impedire agli utenti di continuare a utilizzare l'applicazione di messaggistica.

Questa mattina, ABC ha contattato diverse di queste aziende. Molti di loro hanno fatto notare che, fino ad ora, non avevano ricevuto l'ordine del giudice di bloccare l'accesso a Telegram. Alcuni hanno anche sottolineato la difficoltà di eseguire l'ordine entro il termine stabilito. Non erano nemmeno sicuri che fosse possibile.

Per sua parte, l'associazione dei consumatori Facua ha celebrato questa mattina affermando che la "marea di critiche" ricevuta da parte degli utenti e delle organizzazioni della società civile ha raggiunto Pedraz. "Le reazioni alla misura hanno portato il magistrato a riflettere sull'impatto che la cessazione di Telegram avrebbe avuto" nota l'associazione.

Facua ha avvertito delle conseguenze negative che la decisione giudiziaria avrebbe causato per i milioni di utenti di questa applicazione di messaggistica e per le aziende, organizzazioni e istituzioni pubbliche e private che diffondono legalmente contenuti attraverso i loro canali su questa piattaforma.

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123RF/mehaniq
Telegram sullo schermo di uno smartphone
Telegram

L'Alta Corte di Giustizia spagnola ha ordinato il blocco della popolare app di messaggistica Telegram in seguito alle denunce delle principali organizzazioni dei media. La sentenza arriva in seguito alle accuse secondo cui Telegram consente agli utenti di caricare contenuti protetti da copyright senza un'adeguata autorizzazione, scatenando preoccupazioni sui diritti di proprietà intellettuale.

La decisione, presa dal giudice Santiago Pedraz, arriva dopo che quattro importanti gruppi mediatici spagnoli - Atresmedia, Movistar, Egeda e anche Mediaset - hanno presentato reclami contro Telegram per la presunta diffusione di contenuti protetti da copyright senza consenso. Come misura precauzionale, l'accesso alla piattaforma è stato sospeso, lasciando milioni di utenti in Spagna senza il loro servizio di messaggistica preferito.

Il divieto, implementato temporaneamente, è entrato in vigore lunedì scorso dopo l'iniziale soppressione da parte di alcuni provider di telefonia mobile durante il fine settimana. L'ordine del giudice Pedraz di bloccare Telegram è arrivato dopo che la società non ha soddisfatto le richieste di informazioni pertinenti al caso. Nonostante le fonti legali abbiano assicurato che il divieto è temporaneo e dovrebbe durare solo pochi giorni, le ripercussioni si stanno già facendo sentire in tutto il Paese.

Molti utenti hanno espresso frustrazione per l'improvvisa indisponibilità di Telegram sui loro dispositivi. Tuttavia, il giudice Pedraz ha difeso la sua decisione, citando la mancanza di cooperazione dell'azienda come motivo principale del divieto. Mentre alcuni operatori di telefonia mobile hanno già iniziato a bloccare l'accesso all'applicazione, il processo è in corso e potrebbe richiedere diversi giorni per essere completato.

Con oltre 900 milioni di utenti in tutto il mondo, Telegram è una delle principali applicazioni di messaggistica a livello globale. Solo in Spagna vanta oltre 8 milioni di utenti, che rappresentano quasi il 18% della popolazione. Tuttavia, il divieto in Spagna non è un caso isolato. Diversi altri Paesi, tra cui Cina, Tailandia, Pakistan, Iran e Cuba, hanno precedentemente vietato Telegram a causa delle preoccupazioni sulla diffusione di opinioni e contenuti critici che mettono in discussione i regimi governativi.

Se da un lato il divieto in Spagna può interrompere la comunicazione per milioni di utenti, dall'altro sottolinea l'importanza di sostenere le leggi sul copyright e proteggere i diritti di proprietà intellettuale nell'era digitale. Mentre si svolge la battaglia legale tra Telegram e le organizzazioni dei media, gli utenti sperano in una rapida risoluzione e nell'eventuale ripristino della loro piattaforma di messaggistica preferita.

Il fatto che tra i colossi media che hanno presentato reclamo ci sia anche Mediaset non prospetta un futuro roseo per la piattaforma Telegram anche nel nostro Paese. Se in Spagna l'app fosse bloccata definitivamente, creando un precedente, ci sarebbe davvero da preoccuparsi.