Le app per appuntamenti possono aiutare a diffondere malattie sessuali

App mobile e sesso occasionale: secondo i ricercatori delle Nazioni Unite può trattarsi di un mix letale. In Asia ad esempio aumentando le opportunità di incontri di sesso occasionali hanno portato a un picco delle infezioni da HIV.

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a cura di Alessandro Crea

È ormai un dato di fatto che la tecnologia incida sulle abitudini sociali e culturali ma possono addirittura contribuire a diffondere le malattie? Nel caso di quelle legate ai comportamenti sessuali si, almeno a sentire i ricercatori delle Nazioni Unite.

Secondo una ricerca recente infatti sembrerebbe esserci un nesso in Asia tra un recente picco di HIV è il successo delle app mobile dedicate agli incontri casuali, soprattutto tra i maschi gay. Il lavoro di ricerca è stato molto accurato ed è durato ben due anni, durante i quali si è potuto appurare che nella regione asiatica, dove vivono 1.2 miliardi di adolescenti, il sempre maggior diffondersi di app dedicate agli incontri si è accompagnato ad un incremento delle malattie sessualmente trasmesse, favorendo le opportunità di avere incontri sessuali occasionali.

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Nonostante nel mondo le infezioni da HIV siano in calo, in Asia c'è stato un picco perché, a quanto pare, per i giovani uomini gay è difficile fare conoscenze e trovare quindi al contempo occasioni sessuali da svolgere in sicurezza, essendo molto spesso ghettizzati a scuola a causa di pregiudizi sociali molto diffusi nei loro confronti nella regione asiatica e impossibilitati, se minorenni, a frequentare i locali per soli uomini.

L'emergere di queste app dedicate agli incontri ha costituito dunque una valvola di sfogo a un problema sociale, portando però ad avere un maggior numero di incontri occasionali con perfetti sconosciuti, aumentando esponenzialmente il rischio di infezioni.

I ricercatori delle Nazioni Unite credono che gli sviluppatori di app debbano fare di più per sensibilizzare i loro giovani utilizzatori nei confronti dei rischi legati alle malattie sessuali e all'HIV in particolare, ma ovviamente questo sarebbe solo un tassello di una strategia molto più ampia e articolata che dovrebbe mirare a cambiare le condizioni sociali e culturali in cui vivono in Asia i giovani gay.