Limiti elettromagnetici in aumento da oggi, ecco cosa cambia sulle reti telefoniche nazionali

Nuovi limiti di emissione elettromagnetica in Italia: da oggi 29 aprile si sale a 15V/m, portando l'Italia più vicina agli altri Paesi EU.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Il 29 aprile segna l'entrata in vigore dei nuovi limiti di emissione elettromagnetica per le reti di telefonia cellulare in Italia, portando il limite a 15V/m. Secondo una nota ufficiale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) pubblicata la settimana scorsa, questa modifica consentirà agli operatori di potenziare le proprie reti per "amplificare l'adozione del 5G".

I lavori legislativi per questo adeguamento sono in corso da tempo e sono stati formalizzati con l'approvazione del decreto-legge Concorrenza, diventato legge 214/2023 il 30 dicembre. Questa normativa, oltre a modificare i limiti di emissione elettromagnetica, ha anche messo fine alle offerte "operator attack", le quali garantivano condizioni speciali in base all'operatore di provenienza del cliente.

L'Italia ha storicamente adottato limiti di emissione elettromagnetica più bassi rispetto ad altri Paesi, con un limite di 6V/m stabilito nel 2003 e mai modificato fino ad ora. Per confronto, la International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (ICNIRP) ha stabilito che livelli fino a 61V/m sono considerati sicuri.

Le implicazioni di questi nuovi limiti sono rilevanti per l'evoluzione delle reti cellulari italiane. L'aumento dell'intensità di trasmissione dei ripetitori consentirà una maggiore copertura territoriale e/o velocità di connessione più elevate. In un contesto in cui il 5G è ancora poco diffuso e i benefici rispetto alle reti 4G non sono ancora pienamente percepiti, questa modifica potrebbe contribuire a migliorare la qualità complessiva delle reti mobili nel Paese.

Secondo quanto riportato dal ministero, l'aumento dei limiti consentirebbe un immediato miglioramento della qualità del servizio, riducendo al contempo l'impatto economico sugli operatori e il numero di antenne necessarie sul territorio. Attualmente, il 62% dei siti nelle aree urbane non è in grado di essere aggiornato al 5G a causa dei limiti di emissione, il che comporta costi aggiuntivi stimati intorno a 1,3 miliardi di euro per operatore per estendere la copertura 5G.

Tuttavia, resta da vedere come gli operatori adatteranno le proprie infrastrutture per sfruttare appieno questi nuovi limiti e quali saranno i tempi per l'effettiva implementazione sul territorio nazionale.