L'iPad nelle case italiane, armata da 300 mila unità

Secondo una ricerca mirata al mondo della pubblicità l'iPad può avere sul nostro paese un impatto simile a quello che ebbe la TV negli anni '50. Editori e pubblicitari sono deliziati, e non vedono l'ora che questo prodotto si diffonda tra le masse.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

UPA (Utenti Pubblicità Associati) ha svolto una ricerca sui tablet in Italia, scoprendo che ci piace l'iPad, ma soprattutto come dispositivo domestico. La portabilità è resa poco interessante dalla scarsa diffusione di reti Wi-Fi pubbliche da una parte, e da una costosa e carente connettività 3G. Ciò non impedisce di vedere in questo prodotto un'ancora di salvezza per l'editoria tradizionale e un'occasione d'oro per il mercato pubblicitario.

Apple iPad

Non sarebbero quindi peso e dimensioni che portano gli italiani a tenere l'iPad in casa, ma piuttosto il fatto che usarlo in mobilità è poco gradevole. Il primo ostacolo è il prezzo del dispositivo in sé, infatti il modello 3G costa 100 euro in più. Chi decide di affrontare la spesa in più e di sottoscrivere un abbonamento poi però spesso deve fare i conti con una rete non soddisfacente.

L'UPA tuttavia si spinge a definire l'iPad un prodotto capace di replicare l'effetto che ha avuto la televisione negli anni '50. " Una porta d'accesso magica a un'altra dimensione dove ci si lascia sedurre volentieri dai contenuti. Anche da quelli pubblicitari perché gli spot, attraverso questi strumenti, aumentano il loro impatto diminuendo la propria invasività", si legge sulla ricerca. E viene il sospetto che qualcuno abbia fatto un copia e incolla da un comunicato Apple.

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Pubblicità ed editoria sono convinti che l'iPad sarà una specie di rivoluzione copernicana, e che sarà l'arma con cui mettere a segno nuovi colpi milionari. Convinzioni di cui è legittimo e doveroso dubitare, e che troveranno conferma (o smentita) solo tra un anno o due.

Certo il confronto con la TV degli anni '50 sembra eccessivo, considerando il ruolo che ha avuto questo elettrodomestico nel Dopoguerra italiano. Di certo gli esperti di marketing non si aspettano di vederci tutti riuniti al bar per scorrere schermate tutti insieme, o che l'iPad serva a veicolare l'apprendimento della lingua nazionale, o ancora che susciti le emozioni mediatiche di Lascia o raddoppia.   

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Alle basi di questa convinzione c'è l'impatto emotivo dell'iPad: è divertente e piacevole da usare, una specie di "giocattolo" che completa i salotti, e in qualche modo rende la pubblicità molto più efficace. Difficile capire quanto ci sia di vero, ma certamente questo prodotto, e in futuro gli altri tablet, potrà attirare grandi investimenti pubblicitari.

L'iPad è certamente un prodotto interessante, ricolmo di qualità promettenti. E certamente usarlo in casa per leggere è un'attività gratificante. Da qui a dire che cambierà il paese però c'è qualche differenza.

Per il momento questo studio può far sperare che con la diffusione dei tablet serva a stimolare il miglioramento delle infrastrutture italiane. Una speranza alimentata anche dalle recenti scelte del governo per quanto riguarda la diffusione di hot-spot Wi-Fi pubblici (Maroni, Wi-Fi libero e carta d'identità elettronica).