Meta rimanda al primo semestre 2027 il lancio dei suoi visori per la realtà mista di prossima generazione, nome in codice "Phoenix", secondo quanto riporta Business Insider citando un memo interno firmato da Maher Saba, vicepresidente di Reality Labs Foundation.
La decisione segna un cambio di rotta significativo per l'azienda di Menlo Park, che aveva inizialmente pianificato il debutto per il 2026, in un mercato che vede Apple già posizionata con Vision Pro e dove i competitor stanno accelerando lo sviluppo di dispositivi sempre più sofisticati. Il rinvio solleva interrogativi sulla strategia di Meta nel segmento della realtà estesa, un settore in cui l'azienda ha già investito miliardi di dollari attraverso la divisione Reality Labs.
In un secondo documento interno, i dirigenti Gabriel Aul e Ryan Cairns hanno giustificato lo slittamento con la necessità di garantire "un'esperienza più rifinita e affidabile". Secondo quanto riferisce Business Insider, i due executive hanno sottolineato che questa nuova finestra di lancio permetterà al team di sviluppo di avere "molto più margine di respiro per fare le cose nel modo giusto". La scelta riflette una maggiore cautela da parte di Meta, probabilmente influenzata dall'accoglienza tiepida riservata dal mercato a molti dispositivi di realtà mista lanciati prematuramente con software immaturo o problematiche hardware non risolte.
Sebbene Meta non abbia ancora divulgato specifiche tecniche ufficiali su Phoenix, indiscrezioni precedenti pubblicate da The Information suggeriscono un fattore di forma simile a quello di Apple Vision Pro, con un design a visore accompagnato da un'alimentazione esterna collegata tramite cavo. Questa architettura permetterebbe di alleggerire il peso sul viso dell'utente distribuendo componenti pesanti come la batteria in un power pack separato, una soluzione che ha generato opinioni contrastanti quando Apple l'ha implementata nel suo dispositivo da 3.499 dollari. L'approccio suggerisce che Meta punti a prestazioni elevate senza compromettere eccessivamente il comfort durante sessioni d'uso prolungate.
Parallelamente al progetto Phoenix, il memo di Saba rivela l'esistenza di un dispositivo indossabile "limited edition" denominato internamente "Malibu 2". Questa indicazione assume particolare rilevanza alla luce dell'annuncio di ieri relativo all'acquisizione di Limitless, una startup che ha recentemente sviluppato Pendant, un indossabile AI progettato per registrare e trascrivere conversazioni fornendo assistenza contestuale attraverso intelligenza artificiale. L'operazione potrebbe segnalare l'intenzione di Meta di diversificare la propria offerta oltre gli smart glasses Ray-Ban Meta e i visori VR della serie Quest.
L'attuale portfolio di Meta nel segmento wearable è dominato dagli occhiali intelligenti Ray-Ban Meta, sviluppati in partnership con EssilorLuxottica e dotati di fotocamere integrate e assistente AI, e dai visori per realtà virtuale Quest 3 e Quest Pro. L'acquisizione di Limitless e il progetto Malibu 2 suggeriscono però che l'azienda stia esplorando form factor alternativi, potenzialmente più discreti e orientati all'uso continuativo durante la giornata. Dispositivi indossabili sempre attivi con funzionalità AI potrebbero rappresentare un ponte tra gli smartphone attuali e i futuri computer spaziali che Meta e altri giganti tech stanno sviluppando.
Il rinvio di Phoenix al 2027 allunga ulteriormente i tempi di recupero degli investimenti massicci sostenuti da Reality Labs, divisione che ha registrato perdite operative cumulative superiori ai 50 miliardi di dollari negli ultimi anni secondo i report finanziari di Meta.
La competizione nel mercato della realtà mista si intensifica mentre Apple prepara presumibilmente versioni più accessibili di Vision Pro e mentre competitor come Samsung e Google collaborano allo sviluppo di piattaforme concorrenti. Per Meta, garantire un lancio tecnicamente solido potrebbe rivelarsi più strategico che rispettare scadenze ambiziose in un mercato ancora in fase di definizione e con un pubblico di early adopter particolarmente esigente.