Pensavano di avere avuto un'idea geniale Stefano Mendicino e Michele Mastroianni, due giovani sviluppatori che avevano creato e pubblicato sull'iTunes Store un'applicazione che estrapolava circa 150 frasi celebri dai romanzi di Fabio Volo. Il successo era arrivato in fretta: i due avevano già venduto 600 copie con un guadagno di più o meno 300 euro, grazie al fatto agli italiani hanno una passione per aforismi, massime e tutto quello che c'è di simile.
Fabio Volo
L'idea però non è piaciuta a Mondadori, l'editore dei libri di Fabio Volo, che ha chiesto mediante i suoi legali di rimuovere l'applicazione del canale di vendita perché viola il diritto d'autore. Evidentemente i testi del celebre attore e conduttore radiofonico fruttano un bel po' di quattrini e Mondadori non intende spartirli con nessuno, anche se secondo i due ragazzi l'App avrebbe semmai incrementato la pubblicità per gli scritti di Volo, aumentando il giro d'affari dei suoi libri.
In risposta all'ammonimento degli avvocati, infatti, Stefano e Michele hanno scritto una lettera aperta all'editore che sta facendo il giro del web, dividendo l'opinione pubblica: danno ragione alle motivazioni legali, ma invitano a "quantificare questa proprietà intellettuale per verificare se valga davvero la pena investire risorse per bloccare questo genere di iniziative o sarebbe meglio concentrarsi su quali strategie adottare per stare al passo con il web e i social media in genere".
Cosa ne pensate voi?
Oltre tutto, nella lettera aperta gli sviluppatori polemizzano timidamente precisando che l'applicazione contiene solo 150 frasi, che corrispondono allo 0,35 percento del totale delle parole scritte da Volo nei suoi 6 romanzi editi da Mondadori. "In Italia è legale fotocopiare fino al 15 percento di un libro. Era proprio necessario scomodare grossi uffici legali?". Per Mondadori probabilmente l'accaduto è frutto di un meccanismo automatico dato da una serie pressoché infinta di ingranaggi in movimento, difficili da fermare.
Certo è che i siti di aforismi danno visibilità e pregio ad autori più o meno celebri, con un'indubbia attività di marketing indiretto. Da qui a dire che portano a un incremento delle vendite c'è una bella differenza, ma forse un tentativo di mediazione per mettere le mani sull'app incriminata avrebbe fatto fare una figura migliore a una casa editrice storica, evidentemente ancora attaccata alla carta.