Ci risiamo: nel 2013 aveva fatto scalpore la scoperta che gli smartphone di HTC e Samsung utilizzavano una modalità aggressiva durante lo svolgimento di alcuni benchmark al fine di ottenere punteggi più elevati ed ora a quanto pare lo stesso si può dire di OnePlus e Meizu. Ad accorgersene è stata la redazione del noto sito per sviluppatori indipendenti XDA. Nel tentativo di capire in che modo il Qualcomm Snapdragon 821 riuscisse a velocizzare l'apertura delle app hanno notato un comportamento strano da parte del processore dello OnePlus 3T, le cui frequenze operative salivano all'avvio di determinate app ma non tornavano poi subito dopo alla normalità.
Collaborando così con lo staff del popolare benchmark Geekbench il capo redattore di XDA Mario Serrafero ha appurato che lo Snapdragon 821, all'avvio di alcuni noti benchmark come Geekbench, AnTuTu, Androbench, Quadrant, Vellamo e GFXBench, aumentava il proprio clock rate di 0,98 GHz per i core dedicati ai compiti più leggeri e addirittura 1,29 GHz sugli altri, mantenendo tali frequenze anche quando il carico dei core scendeva allo 0%. Il comportamento non era riproducibile su altri dispositivi dotati dello stesso SoC. Lo stesso comportamento è stato poi riscontrato anche per il Meizu Pro 6 Plus che, com'è noto, ha invece un Samsung Exynos 8890.
Secondo OnePlus il proprio sistema operativo OxygenOS era stato modificato per riconoscere l'avvio di determinate app, soprattutto giochi, così da poter applicare un'apposita modalità più aggressiva al fine di migliorare le prestazioni dello OnePlus 3T. Il produttore cinese ha anche aggiunto che le applicazioni di benchmark saranno rimosse dall'ottimizzazione, ma sembra una decisione un po' tardiva. Meizu invece per il momento non ha commentato i risultati dell'indagine condotta da XDA.
Solitamente il produttore cinese è molto conservativo per quanto riguarda le frequenze operative dei propri processori, tanto da ridurre anche le prestazioni dell'ottimo Exynos 8890 a quelle di un SoC di fascia media, come rilevato in diversi test. In assenza di dichiarazioni ufficiali dunque si può solo ipotizzare che, pur di non innalzare il clock rate delle CPU nei propri smartphone in modo da migliorarne le prestazioni in tutti gli ambiti, gli ingegneri Meizu abbiano optato per un trucchetto che consentisse di ottenere i risultati sperati solo nel momento in cui si effettuano dei test.