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OPPO Reno2 Z recensione: il degno rivale di Xiaomi Mi 9T

Recensione OPPO Reno2 Z, smartphone di fascia media basato sul processore MediaTek Helio P90 con 8 Gigabyte di RAM. In Italia, a 349 euro.

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Avatar di Lucia Massaro

a cura di Lucia Massaro

Pubblicato il 12/11/2019 alle 10:34 - Aggiornato il 09/08/2022 alle 12:57

OPPO Reno2 Z è la variante economica di Reno2. Nonostante a primo colpo possa sembrare identico al fratello maggiore, che abbiamo avuto modo di apprezzare nella nostra recensione qualche settimana fa, la variante Z presenta delle differenze dal punto di vista hardware e fotografico. Motivo per cui arriva in Italia a 349 euro, una cifra adeguata ma che non gli renderà vita facile in un segmento in cui si fa sempre più strada Xiaomi, che offre dispositivi altamente performanti.

Uno degli aspetti meno convincenti di Reno2 Z rispetto proprio alle proposte dei diretti concorrenti, infatti, sono le prestazioni garantite dal SoC MediaTek Helio P90. D’altro canto, però, sono tanti gli elementi che giocano a favore di questo nuovo smartphone: design ricercato, ottimo display, autonomia sorprendente e comparto fotografico soddisfacente. Tutte considerazioni, tra l’altro, che non differiscono da quelle fatte per il modello principale Reno2 e che quindi rendono la variante Z preferibile in relazione al prezzo di vendita. Scopriamo tutti i dettagli nella recensione.

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Design e display, qualità che abbonda

Le scelte estetiche di OPPO sono quelle che attualmente preferisco rispetto anche ai modelli di fascia alta. Come sempre, anche in questo caso, ci troviamo di fronte a uno smartphone elegante, bello da vedere e soprattutto con uno stile riconoscibile. Nel panorama smartphone, ormai, risulta sempre più difficile distinguere un dispositivo dall’altro. Ecco, questo è un problema che non si incontra con la linea Reno2.

Resta il design a tutto schermo, ma il meccanismo a pinna di squalo lascia spazio a un meno particolare sistema pop-up. La fotocamera fuoriesce in maniera meno rapida rispetto alla pinna di squalo ed è attorniata da LED colorati, in stile Mi 9T. Il pannello posteriore è senza sporgenze. La sensazione al tatto è di assoluta qualità. Il comparto fotografico sul retro, infatti, è posizionato al di sotto del vetro restituendo una scocca pulita ed elegante.

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Anche in questo caso, è presente la pratica pallina in ceramica che – stavolta – è stata posta però al di sopra del modulo fotografico. Come ben sappiamo, la pallina ha il compito di sollevare leggermente lo smartphone quando poggiato su un piano al fine di proteggere le lenti dei sensori fotografici evitando che possano graffiarsi.

La scocca è realizzata in vetro. Le colorazioni disponibili sono Luminous Black e Sky White. Quest’ultima (in nostro possesso) è veramente d’impatto restituendo l’impressione di avere tra le mani un dispositivo di fascia alta. È il classico smartphone di cui si innamora a prima vista, almeno da un punto di vista estetico. Lo smartphone non risulta particolarmente ergonomico sia per il fattore di forma in 20:9 sia perché tende a scivolare.

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Le dimensioni sono comunque importanti. È alto 161,8 mm, è largo 75,8 mm e ha uno spessore di 8,7 mm, per un peso totale di 195 grammi. È inclusa in confezione l’elegante cover in pelle che però non riprende la colorazione del dispositivo, come invece succede per Reno2.

Frontalmente domina un bel display AMOLED da 6,5 pollici con risoluzione Full-HD+ (2.400 x 1.080 pixel). Le considerazioni sono le stesse fatte per il modello principale, dato che parliamo dello stesso pannello. Dunque, ottimi angoli di visuale, buona visibilità all’aperto, elevata luminosità massima al netto di una non molto precisa gestione della luminosità automatica.

Il sensore biometrico per il riconoscimento delle impronte digitali è implementato direttamente sotto lo schermo. Funziona molto bene. C’è il riconoscimento del volto, scelta che in genere non condivido in presenza di un meccanismo a scomparsa per la fotocamera anteriore. In merito alla resistenza nel tempo del sistema pop-up, sottolineo nuovamente che non è possibile dare una risposta certa che potrà darci solamente il tempo. OPPO comunque assicura 200.000 aperture.

Autonomia eccellente, prestazioni altalenanti

Il cuore pulsante di OPPO Reno2 Z è il processore MediaTek Helio P90 accoppiato a 8 Gigabyte di RAM e 128 Gigabyte di memoria interna espandibile tramite micro-SD. È questa la grande differenza con il modello principale basato invece sul performante Snapdragon 730G. Reno2 Z comunque offre delle buone prestazioni e il SoC risulta affidabile nello svolgere le attività quotidiane.

Comincia ad andare in affanno in alcune situazioni. Ho riscontrato qualche intoppo – per esempio – durante le sessioni di gaming. Anche su Instagram, ha mostrato qualche esitazione in certe circostanze. Per il resto, non ho avuto particolari problemi. Particolarmente convincente è la dissipazione del calore, praticamente impercettibile attraverso la scocca posteriore.

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L’audio non è stereo, è garantito dal solo altoparlante posto sul bordo inferiore che riproduce un suono molto alto. Completissima la connettività. Presenti all’appello anche il jack audio da 3,5 mm, supporto NFC, espansione di memoria e supporto Dual-SIM. Inoltre, OPPO ha previsto uno slot a tre per ospitare contemporaneamente micro-SD e seconda SIM.

Lato software, c’è Android 9 Pie personalizzato con la ColorOS 6.1, l’interfaccia grafica proprietaria che necessita ancora di alcuni affinamenti. Tuttavia, non appesantisce molto l’hardware garantendo ottimi risultati in termini di autonomia.

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La batteria da 4.000 mAh raggiunge livelli eccezionali. Con un utilizzo medio-basso si riesce ad arrivare fino al pomeriggio del secondo giorno. Reno2 Z è arrivato a notte inoltrata con ancora il 26% di autonomia residua a fronte di 4 ore e 26 minuti di schermo accesso. Da questo punto di vista, è davvero uno smartphone sorprendente. Senza dimenticare che c’è anche il supporto allo standard di ricarica rapida OPPO denominato VOOC Flash Charge 3.0.

Comparto fotografico interessante

Anche Reno2 Z presenta quattro fotocamere posteriori perdendo però il teleobiettivo presente invece sul fratello maggiore. Il principale è da 48 Megapixel con obiettivo f/1.7 senza stabilizzazione ottica dell’immagine; il sensore secondario è un grandangolare da 8 Megapixel con obiettivo f/2.2; il terzo sensore è da 2 Megapixel con obiettivo f/2.4 per la modalità ritratto e infine un sensore monocromatico da 2 Megapixel (f/2.4). Una configurazione interessante.

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Come già detto, non gode della versatilità offerta da un teleobiettivo (presente su Mi 9T) ma ci troviamo comunque davanti a un comparto fotografico in linea con il segmento di appartenenza. Le prestazioni generali sono analoghe a quelle di Reno2. Parliamo dunque di un buon livello di dettaglio, di un’ampia gamma dinamica e di contrasti soddisfacenti.

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Risultati soddisfacenti anche in notturna. La modalità Ultra Dark Mode aiuta a migliorare la scena in zone molto in ombra, ma consiglio di attivarla solamente in condizioni di luminosità davvero molto basse. La fotocamera principale, infatti, si comporta molto bene in condizioni di luce ridotta anche senza attivare l’apposita modalità. Bene anche la fotocamera grandangolare che non distorce molto la scena, pur soffrendo un po’ di più in notturna, così come le foto scattate con effetto bokeh.

OPPO ha portato anche su Reno2 Z la modalità Ultra Steady per una migliore stabilità dei video. Attivando questa modalità, i video vengono registrati alla risoluzione Full-HD a 60 fps, mentre normalmente si può registrare in 4K a 30 fps. È sempre presente il software SOLOOP per il montaggio rapido dei video.

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La fotocamera frontale è da 16 Megapixel (f/2.0). I risultati sono molto buoni, la modalità ritratto funziona bene raccogliendo una buona dose di dettagli. Il risultato cala un po’ in notturna, restando comunque apprezzabile. Come già detto in precedenza, il meccanismo a scomparsa risulta un po’ più lento della pinna di squalo.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

La linea Reno2 conferma il grande lavoro svolto da OPPO, azienda che ha tutte le potenzialità per prendere sempre più piede nel mercato smartphone europeo. Il salto di qualità fatto tra la prima e la seconda generazione – presentata tra l’altro a pochi mesi di distanza – è innegabile. L’arrivo poi nelle catene di elettronica di consumo darà al marchio una maggiore visibilità che potrebbe assicurargli un maggiore successo, proprio come successo con Xiaomi che in poco tempo è diventato il quarto produttore in Italia.

OPPO Reno2 Z è uno smartphone ben fatto. Presenta un ottimo display che dà un tocco in più al design bello e ricercato. Ha un’autonomia eccellente e un comparto fotografico soddisfacente. Se avesse offerto delle prestazioni identiche a quelle offerte dal processore Snapdragon 730G sarebbe stato perfetto. In generale, comunque, offre tutto ciò che si potrebbe chiedere in questa fascia di prezzo.

In Italia arriva a 349 euro, una cifra tutto sommato adeguata a quanto offerto ma che incontra la rivalità di dispositivi come Mi 9T che è possibile acquistare intorno ai 300 euro. Potrebbe poi essere penalizzato dalla presenza di smartphone top di gamma venduti a cifre leggermente superiori, come Mi 9T Pro disponibile attualmente su Amazon a 370 euro. Come già detto, parliamo di un segmento in cui Xiaomi domina.

Resta comunque lo smartphone perfetto per distinguersi dalla massa e per tutti quegli utenti che non vogliono preoccuparsi dell’autonomia del proprio dispositivo. Se non si hanno grandissime pretese, a mio parere, è preferibile al Reno2 che ha un prezzo di listino di 499 euro. Potrebbe poi diventare l’acquisto ideale da fare in vista delle festività natalizie o dell’imminente Black Friday. E questo lo candida sicuramente a essere il degno rivale dell’affermato Mi 9T.

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