Scatole ignifughe per il Note 7, ormai è una black comedy

Dopo aver deciso di annullare definitivamente vendite e produzione dello sfortunato Galaxy Note 7, Samsung deve ancora ritirare quelli in circolazione e, per farlo, ha predisposto particolari scatole in grado di resistere alle fiamme.

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a cura di Alessandro Crea

Niente da fare: dopo ritiri, sostituzioni e nuove batterie, il Galaxy Note 7 continua a prendere fuoco e Samsung ha deciso di non produrlo più né di venderlo. Ora però dovrà ritirare definitivamente tutti i modelli già venduti e per farlo, ha predisposto particolari misure.

Lo sfortunato phablet infatti dovrà essere riconsegnato esclusivamente all'interno di una scatola ignifuga, fornita da Samsung assieme a un paio di guanti per proteggere le mani durante l'operazione. Una decisione che la dice lunga sulla gravità della situazione.

Maneggiare con cura

La scatola, anzi il "kit di recupero" come lo definisce la stessa Samsung, ha un rivestimento interno fatto di fogli di fibra ceramica, in grado di resistere alle fiamme per un po' di tempo, il necessario affinché la combustione termini spontaneamente senza estendersi al resto del carico dei furgoni dei corrieri.

Inoltre è obbligatorio applicare sull'esterno della scatola un'etichetta che raccomanda il trasporto esclusivamente via terra, evitando così che i Galaxy Note 7 rientrino alla base per via aerea, mettendo a rischio la sicurezza dei voli.

Ecco come restituire il Galaxy Note 7 in Italia

Nel frattempo Samsung ha comunicato ufficialmente la procedura di ritiro del Galaxy Note 7 anche per l'Italia, dove comunque ne sarebbero stati consegnati in tutto meno di 2000. Ecco cosa scrive a proposito l'azienda sulla pagina ufficiale di supporto:

"Relativamente al mercato italiano, il prodotto non è mai stato ufficialmente messo in commercio, se non attraverso una prima fase di pre-ordine di circa 4.000 unità, di cui consegnate meno della metà. Per agevolare il processo di ritiro del Galaxy Note 7, Samsung Electronics Italia ha messo a disposizione alcuni servizi tra cui: servizio di ritiro del prodotto e servizio di assistenza dedicato al numero verde 800 025 520. A tutti i consumatori che hanno effettuato il pre-ordine, Samsung Electronics Italia garantisce il rimborso totale e immediato dell'importo versato. Sempre a questi consumatori verranno inoltre spediti, subito dopo la restituzione del Galaxy Note 7, i premi promessi in fase di pre-ordine".

galaxy note 7 fuoco 02

Questa è dunque la fine per quello che, con molta probabilità, si avviava a diventare il miglior phablet del mercato. Ma com'è potuto accadere un disguido così grave da portare un colosso come Samsung a dover addirittura sospendere la produzione e ritirare un suo prodotto di punta? Nessuno lo sa, o meglio, qualcuno ha dei sospetti che però ormai, allo stato attuale delle cose, sono destinati a restare tali.

La causa del problema resterà per sempre un mistero?

Come vi abbiamo riportato, inizialmente la colpa è stata addossata a un determinato lotto di batterie mal progettato che portava a un surriscaldamento eccessivo dell'elettrolita interno, con conseguente combustione. Sostituite le batterie con altre "sicure" il problema però si è ripresentato.

A questo punto, come ha commentato anche Park Chul-wan, ex direttore del Center for Advanced Batteries presso il Korea Electronics Technology Institute, probabilmente "si è fatto troppo presto a dare la colpa alle batterie, probabilmente invece in esse non c'era nulla che non andasse o almeno non era quello il problema principale. Secondo alcune indiscrezioni raccolte dal New York Times infatti centinaia di dipendenti Samsung non sarebbero riusciti a replicare in laboratorio il problema. E allora?

samsung galaxy note 7 02

Bloomberg suggerisce una possibile risposta. La combustione sarebbe stata sì causata dal contatto tra anodo e catodo e dal successivo riscaldamento eccessivo dell'elettrolita, ma non a causa di un errore produttivo a monte, bensì per colpa di scelte di montaggio della batteria all'interno della scocca, che avrebbero posto una pressione eccessiva sulle batterie stesse, portando in molti casi gli elettrodi a toccarsi, con i risultati che conosciamo.

"I produttori hanno raggiunto il 90% del rendimento massimo teorico delle batterie agli ioni di litio e continuano a cercare di ottenere il più possibile da esse senza fare qualche sacrificio. I consumatori vogliono schermi più grandi, processori più veloci, gadget più potenti, ma si rifiutano di accettare una minor autonomia o tempi di ricarica più lunghi", hanno commentato i colleghi di Wired.‎

"L'ossessione del settore per gadget sempre più sottili richiede batterie altrettanto sottili. Così (i produttori N.d.R.) si rivolgono sempre più verso batterie ai polimeri di litio. Tali batterie sono incredibilmente delicate e racchiuse in un sottile film metallico. Questo riduce l'ingombro, [...] ma significa essenzialmente avvolgere un dispositivo potenzialmente incendiario nella carta stagnola".

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Insomma, alla radice di tutto ci sarebbe un mercato sempre più esigente che non consente allo sviluppo tecnologico di reggerne il passo, portando a situazioni del genere, che in futuro potrebbero essere sempre più diffuse.