Smartphone come le sigarette: danno dipendenza

Uno studio britannico ha stabilito che gli smartphone danno dipendenza. Gli utenti intervistati ammettono di tenerlo acceso tutto il giorno, di usarlo appena svegli. La diffusione di questi dispositivi sta cambiando la società, ma probabilmente bisogna considerare l'accesso a internet mobile come il responsabile del cambiamento.

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a cura di Roberto Caccia

Gli smartphone creano dipendenza. A stabilirlo è uno studio di Ofcom, l'autorità indipendente per la regolazione e la concorrenza delle comunicazioni nel Regno Unito, che sottolinea come l'uso di questi dispositivi stia cambiando i comportamenti sociali.

Smartphone come le sigarette, secondo Ofcom danno dipendenza

Il comunicato stampa usa la parola dipendenza in molti punti, ma quello che fa riflettere è quando il 37 percento degli adulti e il 60 percento dei ragazzi intervistati si definisce "altamente dipendenti", per loro stessa ammissione. Una mania che influenza anche il rendimento sul posto di lavoro.

Secondo lo studio, il 30 percento degli utenti di smartphone ammette di effettuare telefonate personali durante l'orario di lavoro. Una cosa riscontrata anche nei normali utenti di telefonia mobile, ma in modo minore, con una percentuale del 23 percento.

Tuttavia, gli utenti smartphone sono più propensi a ricevere e ad effettuare chiamate di lavoro durante le ferie o fuori dall'orario lavorativo. Il 70 percento ammette di averlo sempre fatto, con un quarto (il 24 percento) che sostiene di farlo regolarmente, rispetto ad appena il 16 percento di chi possiede un cellulare normale.

Gli intervistati tengono accesi i propri dispositivi tutto il giorno e li usano appena svegli. Una vera mania.

Lo smartphone dunque accompagna gli utenti tutto il giorno, senza escludere la notte. Più dell'ottanta percento degli utenti ammette di tenerlo acceso tutto il giorno, anche mentre si dorme. Inoltre, il 40 percento circa di adulti e ragazzi dichiarano che la prima attività della giornata è usare il proprio smartphone. Dopo aver spento la sveglia, ovviamente sempre sul telefonino.

Ma i dati non finiscono qui. Oltre la metà degli adulti intervistati dice di usare il proprio dispositivo per socializzare, il 23 percento lo utilizza anche durante i pasti e oltre un quinto degli intervistati ha ammesso di usarlo perfino in bagno. I dati s'innalzano se prendiamo in esame gli adolescenti, che fanno le stesse cose ma in percentuale maggiore.

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Tuttavia, quello che lo studio e non dice è che non si sa come tutto questo influenzi la gente. Si può dimostrare che i bambini in età pre-scolare siano danneggiati dall'atteggiamento dei loro genitori nei confronti di questa tecnologia? Ofcom non lo specifica.

L'unica cosa certa è che questo cambiamento sta portando la gente a spendere più soldi e tempo su questi dispositivi, per la gioia degli operatori di telefonia mobile. Tuttavia bisognerebbe considerare se questa cosiddetta "dipendenza" non sia influenzata dalla disponibilità di una connessione mobile a Internet. Perché, dopotutto, uno smartphone che non si collega al Web non è così "smart" (o intelligente) come sembra.