Smartphone Ubuntu Phone OS senza app store al debutto

Canonical ha dichiarato che al debutto i prodotti Ubuntu Phone OS non saranno accompagnati da un app store. Inizialmente i terminali si rivolgeranno a un pubblico entry level, con un set di applicazioni ben preciso e in grado di soddisfare la maggior parte delle esigenze.

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a cura di Manolo De Agostini

I primi smartphone Ubuntu Phone OS, attesi all'inizio del 2014, si rivolgeranno agli utenti meno smaliziati e avranno solo applicazioni preinstallate. Al debutto non vi sarà quindi uno store di applicazioni, come avvenuto per quasi tutti gli altri ecosistemi mobile. A dirlo Richard Collins, Ubuntu Mobile Product Manager, in un'intervista con Engadget.

Una scelta che può far sicuramente discutere, sebbene inizialmente Canonical punti a soddisfare le esigenze del pubblico "entry level" con un insieme di applicazioni preinstallate, dodici a quanto pare, otto delle quali tradizionali. L'azienda ha infatti dato vita al progetto CoreApps, che prevede la partecipazione della comunità allo sviluppo di un file manager, un calendario, un orologio/sveglia, un'applicazione per il tempo, il terminale, la calcolatrice, il client email e un visualizzatore di documenti.

In  cantiere vi sono anche quattro applicazioni social: YouTube, Twitter, Facebook e un RSS Reader. L'app store con software di terze parti arriverà in seguito, ma è comunque una scelta insolita quella di partire senza, specie se messa in chiaro con un anno di anticipo rispetto all'arrivo sul mercato. In un anno forse si poteva fare qualcosa di più, specie in virtù del fatto che secondo Canonical le applicazioni desktop dovrebbero girare anche sui prodotti mobile senza grandi difficoltà.

Nel corso dell'intervista Collins ha inoltre confermato che le applicazioni Android non funzioneranno sui terminali Ubuntu e l'azienda non ha intenzione di realizzare un middleware per far girare le applicazioni pensate per l'ecosistema di Google. Il manager ha anche assicurato che non ci sarà frammentazione. Ogni aggiornamento arriverà su base semestrale e i produttori potranno distribuirlo senza la paura di creare problemi ai servizi esistenti. Questo, secondo Canonical, è il vantaggio di usare un approccio web-based per lo sviluppo delle applicazioni, anche se l'utente non vi farà caso e appariranno come se fosse soluzioni native.

Nell'interessante intervista, in cui si parla anche di concorrenza, Collins fissa però un traguardo ambizioso. L'obiettivo è distribuire milioni di unità e far sì che Ubuntu sia riconosciuta come una piattaforma tra quelle principali. "La nostra analisi dice che c'è la possibilità di acquisire una quota di mercato del 7-8 percento entro il 2016", ha sottolineato Collins, a riprova che in casa Canonical credono vi sia ancora spazio in un mercato che molti reputano saturo. Se poi sarà Ubuntu, Firefox OS, BlackBerry 10 o altri, tra cui le piattaforme che già dominano il mercato oggi a far propria quella quota, lo scopriremo solo nei prossimi anni.