Sony Ericsson e quell'iPhone preso sottogamba

L'amministratore delegato di Sony Ericsson ammette che il più grosso errore della sua azienda è stato quello di non avere preso abbastanza sul serio l'iPhone di Apple quando fu annunciato nel 2007. Però l'errore non è stato d'insegnamento: oggi ci si aggrappa solo ad Android e s'introducono tardi le nuove tecnologie perché gli utenti potrebbero non gradirle.

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a cura di Elena Re Garbagnati

L'amministratore delegato di Sony Ericsson confessa che l'azienda avrebbe dovuto prendere più sul serio l'iPhone di Apple quando è stato annunciato nel 2007: un errore che forse ha compromesso il successo della joint venture fra le due aziende, relegando il marchio alla magra quota di mercato dell'1,7 percento nel settore smartphone (dati Gartner).

L'eccessiva prudenza dell'azienda ha anche ritardato l'introduzione dei processori dual core nei suoi prodotti e sta chiudendo le porte a Windows Phone, in cui Sony Ericsson non intende investire.

Sony Ericsson ha sottovalutato l'iPhone quando fu anunciato del 2007

Queste sono, in estrema sintesi, le dichiarazioni di Bert Nordberg nel corso di un'intervista rilasciata al Wall Street Journal, nella quale si è lasciato andare spiegando i motivi di alcune sue scelte strategiche, come l'abbandono di Symbian e il matrimonio d'affari con Google, che adesso è l'unico fornitore dei sistemi operativi per i prodotti Sony Ericsson.

Il lavoro di Bert Nordberg è stato spesso oggetto di discussioni, dato che dal momento in cui ha preso in mano le redini dell'azienda le quote globali di mercato di Sony Ericsson sono scese vertiginosamente (si partiva dal 4,3 %).

Lui tuttavia difende il suo operato degli ultimi due anni addossando parte delle colpe dell'insuccesso di Sony Ericsson alla catastrofe naturale che ha sconvolto il Giappone nel primo trimestre di quest'anno, reo di aver inciso drasticamente sui rifornimenti di componenti. Nordberg punta il dito anche contro la ristrutturazione aziendale, che è consistita nella chiusura della produzione di telefonini di fascia bassa e dei prodotti business per concentrarsi esclusivamente sulla realizzazione di smartphone.

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In quest'ambito Sony Ericsson ha scelto di usare solo il sistema operativo Android e Nordberg si congratula con sé stesso per questa decisione, che dal suo punto di vista è stata la scelta migliore che si sarebbe potuta fare, considerando la crescita della piattaforma Android e il ritardo con cui si è compreso il potenziale dell'iPhone.

Quando il giornalista del WSJ gli chiede se intende aprire le porte anche a Windows Phone, risponde che non si sentirebbe "tranquillo a investire in una piattaforma che non è allo stesso livello di quella attualmente in uso". Sembra quindi una scelta dettata dalla prudenza, dalla poca fiducia nei confronti del sistema operativo di Microsoft e dalla paura di peggiorare la situazione seguendo le mode.

La stessa paura emerge dalla scelta conservativa sui componenti, che è probabilmente un'altra causa rilevante nella mancanza di successo dell'azienda nippo-svedese. A riguardo il WSJ ha punzecchiato Nordberg sul ritardo dell'adozione di processori dual core e del supporto LTE, e l'AD ha risposto di essere "molto attento a prudente nell'adozione delle nuove tecnologie, semplicemente perché non vi è alcuna garanzia che i consumatori le gradiscano solo perché sono state inserite".

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L'unico punto sul quale Nordberg appare sicuro è che Sony Ericsson intende affermarsi come il più grande produttore al mondo di cellulari Android, nonostante la quota di mercato sia solo dell'11%. Nordberg pensa che finora l'azienda sia stata ostacolata da un altro errore colossale: la sottovalutazione della velocità (lenta) con cui l'azienda si sarebbe inserita nel mercato statunitense. 

Lo svedese forse credeva di riscuotere un successo fulminante in terra a stelle e strisce, invece ha dovuto ammettere di essere un produttore molto piccolo e di dover contare sulla Playstation e sull'Xperia Play (Xperia Play, Android è una vera console da gioco) per riuscire a stabilire un rapporto con gli operatori statunitensi.

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La seconda incognita che potrebbe ostacolare Sony Ericsson è la crisi economica, che sta abbassando la domanda globale. Nordberg a riguardo ha ammesso che la situazione è preoccupante e che se i consumatori dovessero decidere di rinviare le proprie decisioni d'acquisto di tre mesi per i produttori significherebbe perdere un quarto dei guadagni.

Nordberg tuttavia ritiene che questo fenomeno non si sia ancora verificato e non crede che ci stiamo dirigendo verso la catastrofe. Speriamo che almeno su questo punto abbia ragione!